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Profilo biografico: Ennio Martina

Ennio Martina M
19/02/1916, Lecce (LE), Italia
01/10/1980, Torino (TO) Nato a Lecce il 19 febbraio 1916, nel 1934 decise di partire volontario e si arruola nel 37° reggimento fanteria di Torino. Nel 1937 Martina entrò, con il grado di sergente, nella Guardia di frontiera di Usseglio. Dopo l'8 settembre 1943, sfuggito alla cattura, aderì alla Resistenza. Operò nelle Valli di Lanzo e, per un breve periodo dal luglio 1944, nelle Langhe. Successivamente si trasferì in Valchiusella e divenne comandante della 4ª Brigata "Mazzini" della 7ª Divisione GL.
Il 14 ottobre 1944 rimase ferito da una pallottola di mitra alla coscia destra e da una granata a quella sinistra, durante un violento scontro contro i tedeschi. Imprigionato prima nel carcere di Torino, poi trasferito a Bolzano, fu deportato a Mauthausen. Le 17 operazioni a cui fu sottoposto dopo la liberazione hanno testimoniato le torture subite nel Lager nazista. Riuscì a scappare da Mauthausen, probabilmente durante il trasferimento da un campo all'altro, e, a Trieste, ricorda il nipote e giornalista televisivo Antonio Bartolomucci, si fece dare un passaggio per un tratto di strada da un polacco, a bordo di un camion, che trasportava fusti di benzina semivuoti, nascondendosi in uno di essi. Poi proseguì a piedi per Torino.
Nel febbraio 1945 Martina si presentò al comando della 4ª Brigata partigiana "Mazzini", in Valchiusella, ritornando a combattere fino alla liberazione. Successivamente ritornò in servizio nel 22° reggimento fanteria e infine ottenne, a Torino, un posto di impiegato.
Venne decorato con la medaglia di bronzo, come partigiano combattente, con la seguente motivazione: "Partecipava fin dagli inizi del Movimento alla lotta di liberazione nazionale, segnalandosi per capacità e ardimento, e ottenendo il comando di una brigata di partigiani. Particolarmente si distingueva contrattaccando con slancio e decisione, alla testa di pochi uomini, forze tedesche che stavano per circondare la sua formazione e riuscendo, così, a disimpegnare il grosso. Ferito, continuava a dirigere i suoi; fatto prigioniero teneva, durante estenuanti interrogatori, fiero ed esemplare contegno".
È stato insignito della Croce d'argento per il servizio militare e del distintivo della guerra di liberazione. Collaborò a lungo con l'Anpi.
Morì il 1° ottobre 1980.
Revisione editoriale e inserimento scheda a cura di Barbara Berruti e Andrea D'Arrigo.

Citazioni di o su Ennio Martina in Monografia

Enzo Bianco, Liberi e ribelli da Lecce nella Resistenza, Lecce, Argo edizioni, vol.2005
Pati Luceri, Partigiani e deportati deceduti di Lecce e Provincia nella guerra di liberazione contro il nazifascismo, a cura dell'ANPI di Lecce. (cur.), Lecce, Giorgiani editore, 2015
Il Salento per la libertà e per la pace, Anpi di Lecce, Lecce, 1984

Relazioni con altri documenti e biografie


Raffaele Pellegrino
10/02/2017 20/02/2017
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Come citare questa fonte. Martina, Ennio  in Archos Biografie [IT-BP1291]
Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019