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Profilo biografico: Renato Molinari

Renato Molinari M
18/09/1910, Novara (NO), Italia
10/03/1945, Casermette di Rivoli (TO), Italia
Nato a Novara il 18 settembre 1910, fucilato alle Casermette di Rivoli il 10 marzo 1945.
Trascorre la gioventù in Abruzzo con i genitori lì trasferitisi perché insegnanti. Si laurea nel 1932 in legge presso l’Università di Macerata, si sposa è ha due figlie. Iscritto al Pnf dal 1928, comanda il fascio giovanile di Teramo ed è dirigente provinciale del Guf e caporedattore dell’organo della federazione “Il Solco”. Richiamato alle armi, nel 1940-41 combatte sul fronte greco con gli alpini del battaglione “Val Pescara”. Promosso capitano viene trasferito in Montenegro.
L’esperienza della guerra lo porta a rivedere le sue posizioni, tanto che, dopo il rimpatrio (luglio 1943) e l’armistizio, egli non esita a collegarsi ai primi gruppi partigiani del Teramano. La sua attività in seno al movimento partigiano non rimane tuttavia segreta molto a lungo: convocato dal Comando militare provinciale, Molinari vi si presenta l’8 febbraio 1944, venendo immediatamente arrestato. Consegnato ai tedeschi, è dapprima inviato a Bolzano, quindi trasferito nel campo di internamento per ufficiali italiani di Vittel, in Francia.
Riuscito a fuggire il 14 agosto successivo, si unisce al Maquis ed entra nelle fila del Gruppo Bourgogne in qualità di capitano delle Forces Françaises de l’Intérieur. Dopo aver preso parte a numerose azioni (tra cui la liberazione di Lione), rientra in Italia e, verso la fine di novembre, diventa l’ufficiale di collegamento con le Forze Alleate della 6ª Divisione alpina Canavesana.
Inviato in missione a Noasca (TO), è tradito da una delazione e catturato dai tedeschi il 3 dicembre 1944, mentre si trova a Locana (TO).
Trasportato alla caserma "Pinelli" di Cuorgné (TO), viene a lungo torturato e interrogato dai nazisti, che tentano di ottenere da lui informazioni sull’attività anglo-americana in Francia.
Trasferito a Rivoli, viene rinchiuso nelle celle delle "Casermette".
Qui affida a Ginetta Paracca, sorella del partigiano Antonio qui fucilato il 25 febbraio un biglietto per il cappellano militare della Rsi don Edmondo De Amicis: “Sono Molinari, ti prego aiutami, sono prigioniero dei tedeschi a Rivoli”.
Il 10 marzo 1945, alle 18,45, Renato Molinari viene fucilato insieme con altri sei partigiani (Luciano Berton, Giuseppe Cassinelli, Luigi Lucco Borlera, Luigi Moschini, Francesco Novelli e Luigi Tartaglione) per rappresaglia contro un attentato partigiano a Bussoleno, costato la vita ad alcuni militari tedeschi. Prima della fucilazione scrive tre lettere: una alla moglie Franca, una allo zio ed una alla professoressa Falasco.
La salma, sepolta a Rivoli, è stata traslata nel 1947 a Teramo. Decorato con Medaglia d’Argento al Valor Militare.


Citazioni di o su Renato Molinari in Monografia

Testimonianze sulla Resistenza in Rivoli , Città di Rivoli, pubblicazione del Consiglio di biblioteca, 1985
Mimmo Franzinelli, Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della resistenza 1943-1945, Milano, Mondadori, 2005

Citazioni di o su Renato Molinari in Articolo in sito web

Testimonianza Ginetta Paracca in " www.rivolidistoria.it"

Relazioni con altri documenti e biografie


Alberto Farina
21/02/2017 21/02/2017
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Come citare questa fonte. Molinari, Renato  in Archos Biografie [IT-BP1319]
Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019