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Profilo biografico: Lanciotto Ballerini

Lanciotto Ballerini M
05/08/1911, Campi Bisenzio (FI), Italia
03/01/1944, Valibona (PO), Italia
Nato da Alfredo e Antigone Paoli, svolgerà la professione di macellaio. Di famiglia di tradizione libertaria, nel 1936 è coinvolto in uno scontro con alcuni militi fascisti. Nel 1937 Ballerini viene inviato in guerra in Etiopia. Tornato in Italia si sposa con Carolina Cirri per essere richiamato sotto le armi con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Dopo l’8 settembre, a Campi Bisenzio si organizzano rapidamente le prime forme di Resistenza. In una riunione degli antifascisti locali si decide che sarà Ballerini a guidare la formazione partigiana che opera nei dintorni, soprattutto sul Monte Morello. La formazione rimane unita fino al termine del 1943, quando si divide tra la componente di fede comunista, la quale raggiunge sul Monte Giovi i gruppi fedeli al PCI, e il gruppo guidato da Ballerini (composto da una ventina di uomini), che si aggrega alla 1a Brigata Rosselli, guidata da Manrico Ducceschi (“Pippo”). Negli ultimi giorni del dicembre del 1944, la brigata fa sosta a Valibona, nei pressi di Prato. Qui Ballerini viene informato del rischio di un attacco da parte delle squadre dell’ufficiale di polizia politica Mario Carità (al comando del Reparto di servizi speciali, noti come Banda Carità). Mentre Ballerini sta tentando di organizzare un piano per liberare i compagni che il gruppo di Carità ha fatto prigionieri, all’alba del 3 gennaio 1944 subisce un attacco da parte di 100 militi fascisti al seguito del comandante di Prato Duilio Sanesi. Il gruppo partigiano di Ballerini riesce a rompere l’accerchiamento che era stato disposto dalle squadre fasciste e a fuggire. Durante l’azione perdono la vita quattro fascisti, tra cui il comandante Duilio Sanesi e risultano 14 feriti. Dall’altra parte cadono sei partigiani, tra cui lo stesso Ballerini. Nei giorni successivi, le autorità vietano la partecipazione al funerale di Ballerini. Nonostante ciò, gran parte della popolazione di Campi Bisenzio si reca a rendere omaggio alla sua bara. Dopo la sua morte, la formazione partigiana della zona, nei primi tempi guidata dal fratello Renzo, porterà il suo nome. A guerra finita, gli viene conferita la Medaglia d’oro al valor militare. Nel contempo viene concessa l’amnistia ai fascisti condannati nel 1947 per i fatti di Valibona.
Biografia redatta nell'ambito del progetto di tirocinio p1502/19 "Un'attività di public history: comunicare l'antifascismo e la resistenza".

Citazioni di o su Lanciotto Ballerini in Articolo in sito web

voce "Lanciotto Ballerini" in "Biblioteca Franco Serantini - Collezioni digitali", "http://www.bfscollezionidigitali.org/entita/12946-ballerini-lanciotto/", 2003
voce "Lanciotto Ballerini" in "Anpi - Donne e Uomini della Resistenza", "https://www.anpi.it/donne-e-uomini/1907/lanciotto-ballerini", 2010

Relazioni con altri documenti e biografie


Niccolo' Sparnacci
16/04/2020 19/04/2020
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Come citare questa fonte. Ballerini, Lanciotto  in Archos Biografie [IT-BP1375]
Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019