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Profilo biografico: Emanuele Landolfi

Emanuele Landolfi M
06/07/1880, Bari (BA), Italia
Nato a Bari il 6 luglio 1880, di Michele e Rosa De Luca. Sposato con Bianca Casorio, hanno tre figli: Lucia (4 settembre 1907), Vittorio (11 maggio 1909), Anna (8 febbraio 1911).
Data di morte non conosciuta.

- Studi e attività accademiche
Laureato in giurisprudenza a Napoli. I rapporti personali indicano le sue abilità nella lingua tedesca (“traduttore”) e francese (“interprete e traduttore”).
Considerato uno studioso della dottrina fascista, nel 1932 pubblica Lo Stato nella sua essenza e nei suoi rapporti con l’individuo. nuova concezione universale (Stamperia Reale, Roma), che è recensito sulla “Rivista di diritto pubblico” (maggio 1933) da Mariano D’Amelio (https://www.treccani.it/enciclopedia/mariano-d-amelio_(Dizionario-Biografico).
Nel 1933/34 tiene presso l’Università di Napoli i corsi di diritto penale militare e di diritto e procedura penale militare.

- Carriera
1904, presumibilmente in questa data comincia la carriera nella magistratura ordinaria, presso la Pretura di Napoli, di cui è anche reggente nel 1906.
1909 è pretore di Preseglie (Brescia).
1910 giudice aggiunto al Tribunale di Trani, in funzione di pretore ad Andria.
1913 promosso sostituto procuratore, diventa giudice istruttore presso il Tribunale di Lucera.
1915 richiamato sotto le armi, è subito assegnato al Tribunale militare di Napoli, come giudice istruttore o sostituto avvocato fiscale.
1916 collabora alla creazione del Tribunale militare di Caserta, dove nel giugno 1918 risulta sostituto avvocato militare, con il grado di maggiore della Giustizia Militare.
Giugno 1919 prende congedo dall’esercito e rientra nella magistratura ordinaria.
1919-1921 sostituto procuratore a Cassino.
1921 rientra nella Giustizia Militare in seguito a concorso, con il grado di tenente colonnello in s.a.p., assegnato al Tribunale militare di Verona come sostituto avvocato militare.
1923 all’inizio dell’anno da Verona è trasferito a Napoli, dove tra le altre cose sostiene l’accusa nei due più importanti dibattimenti di ammutinamento discussi nel corso di quell’anno: contro 43 reclusi del carcere di Gaeta, e contro 92 guardie regie.
1924 in marzo nominato regio vice avvocato militare presso il Tribunale militare di Venezia, cessando allo stesso tempo di far parte dell’esercito. A Venezia si occupa di recuperare il grosso arretrato che si era accumulato. Nella seconda metà dello stesso anno è trasferito al Tribunale militare di Bologna.
1928 con decreto del 15 aprile viene assegnato al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, per seguire il processo Zamboni. Negli anni seguenti resta presso il TSDS, occupandosi fino al giugno 1933 almeno del processo per l’attentato alla Fiera campionaria di Milano, e di processi per spionaggio militare, nei casi contro il capitano Cassone, contro Michele Bradamante e altri e contro Severino Kamenscek, Massimiliano Rejec e altri.

- Encomi, onorificenze, altre segnalazioni
Gli anni in magistratura, precedenti alla Prima guerra mondiale, conoscono qualche turbolenza.
Nel 1906 ha problemi presso la Pretura di Napoli, l’inchiesta appura che le accuse mosse contro di lui sono calunnie, ma rileva che i molti cattivi rapporti (in particolare con gli avvocati) che ha creato hanno un fondamento nel suo carattere “troppo vivace ed autoritario”; ne consegue qualche problema al buon funzionamento della Pretura.
Nel 1913, nel ruolo di pretore di Andria è accusato di favorire gli avversari dell’onorevole Riccardo Ceci (eletto nel 1909) durante la campagna elettorale per il rinnovo della Camera nel 1913, ma l’addebito è ritenuto infondato.
Nel 1919 ottiene la croce di cavaliere nell’Ordine della Corona d’Italia.
Nel 1924 elogio per il lavoro svolto presso il Tribunale militare di Venezia.
Nel 1925 è cavaliere dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro.
Nel 1926 è cavaliere ufficiale della Corona d’Italia.
Nel 1930 diventa commendatore della Corona d’Italia.
Nel 1934 riceve due “compiacimenti” dell’avvocato generale militare per i corsi tenuti presso l’Università di Napoli.

- Fonti e bibliografia
Archivio Centrale dello Stato, Procura generale militare, fascicolo personale.
Anna Lorenzetto, Il processo Zamboni (novembre 1928), “Il Ponte”, a I., n. 7, ottobre 1945, pp. 629-638; Mimmo Franzinelli, Il tribunale del Duce. La giustizia fascista e le sue vittime (1927-1943), Mondadori, Milano 2017, pp. 96-97.

- Revisione della scheda a cura di Giovanni Focardi.

Citazioni di o su Emanuele Landolfi in Monografia

Emanuele Landolfi, Lo Stato nella sua essenza e nei suoi rapporti con l’individuo. nuova concezione universale, Roma, Stamperia Reale, 1937

Citazioni di o su Emanuele Landolfi in Articolo di periodico

Emanuele Landolfi, Il concetto fascista di giustizia militare in "Esercito e Nazione. Rivista mensile dell’Esercito italiano", maggio 1934, pp. 370-373, [consultabile online: https://www.google.it/books/edition/Esercito_e_nazione_rivista_per_l_ufficia/ex11fzYcR4QC?hl=it&gbpv=1&dq=emanuele+landolfi+rivista&pg=PA325&printsec=frontcover]

Relazioni con altri documenti e biografie


Filippo Benfante
28/06/2023 28/06/2023
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Come citare questa fonte. Landolfi, Emanuele  in Archos Biografie [IT-BP1433]
Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019