Accesso riservato

Profilo biografico: Carlo Del Prato

Carlo Del Prato M
30/08/1893, Napoli (NA), Italia
Nasce a Napoli il 30 agosto 1893 da Luigi (morto presumibilmente negli anni Venti) e Gisla Marra (questa la forma più attestata di un nome registrato sotto varie forme, compreso Maria o Marta Gisla, con inversione di nome e cognome; fu Gennaro, nata il 28 ottobre 1866, era ancora viva nel 1947).
Sposato il 19 ottobre 1924 con Caterina Crnkovich (anche la grafia di questo nome oscilla varie volte), nata a Zara, il 5 febbraio 1904, da Giovanni e Stipancich Maria. Un figlio, Sergio, nato a Napoli il 16 ottobre 1930.
Data di morte non conosciuta, forse era ancora in vita nel 1970.

- Studi
Laureato in giurisprudenza a Napoli, il 30 giugno 1917, mentre si trova sotto le armi.

- Carriera
1915 Mobilitato prima di terminare gli studi, nell’aprile 1915, in giugno è allievo ufficiale presso l’Accademia di Modena e nel settembre successivo prende servizio come sottotenente di complemento di fanteria a Padova.
Febbraio 1916 lascia la zona di guerra per una licenza di sei mesi per convalescenza. In agosto torna in servizio nelle retrovie, dove resta fino a quando è di nuovo in zona di guerra ai primi di aprile del 1918 (nel frattempo, come segnalato, si era laureato in legge). È tenente.
1919 in febbraio comincia a esercitare funzioni giudiziarie militari prima come sostituto segretario presso il Tribunale di guerra di Padula (Salerno); poi in maggio, promosso capitano, è sostituto avvocato militare presso il Tribunale militare di Napoli.
1920 da maggio è sostituto presso il tribunale di guerra di Zara, dove, dal gennaio 1921, svolge funzione di giudice relatore. Probabilmente è qui che conosce la futura moglie.
1923 da giugno è, sempre come giudice relatore, presso il Tribunale militare di Bari.
1925 da marzo è, ancora giudice relatore, presso il Tribunale militare di Firenze. In giugno si congeda dall’esercito e comincia la carriera nella magistratura militare.
1925-1937 è giudice istruttore e poi, dal 1931, sostituto avvocato militare presso il Tribunale militare di Napoli.
In questi anni è promosso a primo capitano nel 1929, quindi nel 1936 entra nel corpo ufficiali in congedo della Giustizia militare, ruolo ordinario, con il grado di maggiore; prosegue dunque la carriera nella magistratura militare come civile.
1937 in febbraio parte volontario per la Spagna, dove svolge le funzioni di vice avvocato militare e di sostituto avvocato militare presso il Corpo di truppe volontarie per oltre due anni.
I rapporti sul suo servizio, firmati da Leopoldo Castellani, sono tutti molto lusinghieri: preparato, affidabile, un carattere ideale, tra le altre cose anche sempre disponibile a recarsi a ridosso della zona di combattimento per permettere alla giustizia di fare rapidamente il suo corso.
Un’altra traccia dell’esperienza in Spagna si trova in una lettera ricevuta da Ovidio Ciancarini, il 10 marzo 1940 (gli scrive in merito a certe onorificenze relative alla campagna spagnola), dove si legge: “Non ho dimenticato certamente la nostra straordinaria ma simpatica avventura in occasione delle truppe legionarie a Santander”.
1939 in luglio rimpatria (con il grado di tenente colonnello della Giustizia militare) e in ottobre riprende servizio presso l’ufficio stralcio del Corpo di truppe volontarie, presso il Tribunale militare di Napoli.
1940 in giugno è richiamato sotto le armi e assegnato alla sezione giustizia militare dello Stato Maggiore, dove rimane fino all’8 settembre 1943. In questi anni è il capo e si direbbe il factotum (per scarsità di altro personale) dell’ufficio giudiziario presso lo Stato Maggiore. Diventa colonnello.
1943 risulta congedato l’8 settembre.
1945 dopo la Liberazione è sottoposto a inchiesta che lo solleva subito da ogni sospetto di collaborazione con i nazifascisti, ma gli infligge un provvedimento disciplinare perché ha giurato per la Repubblica sociale italiana. Nel suo ricorso Del Prato chiarisce che dopo l’8 settembre si era reso irreperibile e aveva ignorato la nomina delle autorità saloine, che lo avevano assegnato al Tribunale militare dell’Aquila. A ridosso della liberazione di Roma aveva dovuto riemergere e giurare alla RSI, perché era braccato dai tedeschi, ma non aveva mai collaborato, anzi essersi dato alla macchia per tanti mesi alla fin fine aveva ostacolato il normale funzionamento del Tribunale dell’Aquila, sempre in attesa del suo arrivo: un boicottaggio per assenza. Per alcuni mesi si era nascosto nella capitale presso l’istituto femminile don Guanella a San Pancrazio, posto sotto la protezione della Santa Sede. Lo avevano raggiunto anche moglie e figlio, sfollati da Napoli. La circostanza era confermata da Giorgio Andreoli, esponente della Democrazia cristiana romana (assessore comunale all’epoca del ricorso di Del Prato). Era stato un periodo di sofferenze, anche sul piano economico: aveva dovuto vendere beni propri e di famiglia per mantenersi in clandestinità. Per tutte queste ragioni, e per le norme sull’amnistia, pretendeva che il provvedimento disciplinare fosse annullato.
1946 riprende servizio il 10 giugno. Il suo reintegro era già stato sollecitato più volte dal procuratore generale militare Umberto Borsari. In novembre è addetto, come viceprocuratore militare, all’ufficio procedimenti penali contro i criminali di guerra tedeschi, presso la Procura generale militare della Repubblica.
1947 il 20 gennaio Borsari raccomanda la promozione di Del Prato al grado superiore; tra i giudizi lusinghieri che esprime, spicca questo: “Nell’esercizio delle sue attribuzioni, che richiedono entrambe il possesso di doti giuridiche notevoli e la prima altresì speciali doti di avvedutezza e di tatto per i necessari contatti con le altre autorità italiane e con quelle alleate, il Del Prato fa buona prova”. Nello stesso anno il ricorso di Del Prato è accolto ed è accordata la nomina a procuratore militare della Repubblica.
1947-1961 a partire dal dicembre 1947 esercita (con incarico biennale di volta in volta rinnovato) le funzioni di giudice militare di sorveglianza, con sfera di competenza su tutto il territorio nazionale.
Nel 1956 è giudice istruttore del Tribunale militare di Bologna.
Nel 1960 proscioglie gli ex ufficiali tedeschi coinvolte nell’eccidio di Cefalonia.
1961-1963 dal marzo 1961, e per gli ultimi due anni di carriera, Del Prato dirige l’ufficio del pubblico ministero militare presso il Tribunale militare territoriale di Roma.
Una proposta di promozione onoraria fa pensare che nel 1970 fosse ancora in vita.

- Onorificenze, elogi, altri encomi
Nella documentazione di servizio, spicca l’elogio relativo al servizio a Zara che riceve in un rapporto personale (mancano gli estremi, ma tra 1921 e 1923):

“Si dimostrò ufficiale intelligente, colto, attivo, dotato di uno spirito superiore di disciplina e di un altro senso di responsabilità. Diede prove luminose di tali sue qualità nei momenti difficili e dolorosi della questione Dalmata-Fiumana (dicembre 1920), esercitando con grande serenità le sue funzioni in gravosissimi processi d’indole politica-militare, in un ambiente appassionato come quello di Zara. Con la sua opera seppe così contribuire a mantenere alto il prestigio della Giustizia Militare e dell’Autorità dello Stato, dimostrando altissimo il senso del proprio dovere e di saper sacrificare ogni suo personale sentimento al comandamento della Patria”.

- Fonti e bibliografia
Archivio Centrale dello Stato, Procura generale militare
http://www.guidageneralearchivistato.beniculturali.it/document.aspx?uri=hap:localhost/repertori/SP112260
Crescenzo Guarino, Kappler e Raeder a Gaeta scrivono le loro memorie, “La Nuova Stampa”, 15 agosto 1953.
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/08/09/cefalonia-morto-unico-imputato-la-strage.html

- Revisione della scheda a cura di Giovanni Focardi


Relazioni con altri documenti e biografie


Filippo Benfante
29/06/2023 29/06/2023
visualizza

Visualizza i contributi lasciati su questo documento

Come citare questa fonte. Del Prato, Carlo  in Archos Biografie [IT-BP1435]
Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019