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Profilo biografico: Enrico Santacroce

Enrico Santacroce M
30/05/1910, Chiasso (), Svizzera
30/12/1974, Roma (RM), Italia
Nasce il 30 maggio 1910 a Chiasso, da Nicola (vivente nel 1946) e Bianco Evelina (già morta nel 1940). Il padre, originario di Lanciano, lavorava per la dogana e per ragioni di lavoro si sposta di frequente: nel gennaio 1922 la famiglia (pare che Enrico avesse molti fratelli) si stabilisce a La Spezia proveniente da Livorno.
Sposato il 20 maggio 1940 a La Spezia, con Gemila Accetta (nata a Gaeta, di Fulgenzio Giovanni e Forte Ida Ergilda Maria, 24 anni al momento del matrimonio). Hanno due figli: Giorgio, nato a La Spezia il 6 aprile 1941 (che seguirà le orme del padre: https://www.treccani.it/enciclopedia/giorgio-santacroce/; m. 2017); Franca, nata a Viareggio il 27 aprile 1946.
Morto a Roma il 30 dicembre 1974.

- Studi e attività accademica
Laureato in giurisprudenza a Pisa (entro il 1931). Diploma in scienze corporative.
1936 Tiene lezioni di diritto costituzionale fascista, di diritto corporativo e di scienze delle finanze al primo corso della scuola di perfezionamento della MVSN in Parma.
1940-41 Incaricato dell’insegnamento di diritto e procedura penale militare presso l’Università di Firenze.
1953-1957 Incaricato dell’insegnamento di diritto e procedura penale militare presso la Scuola ufficiale dei carabinieri in Roma (nel 1951 aveva rinunciato, per ragioni di tempo e di salute, allo stesso incarico offertogli presso l’Accademia e Scuola di Applicazione della Guardia di Finanza).

- Carriera
1929 soldato volontario, frequenta la scuola allievi ufficiali di complemento di Pola.
1930 è sottotenente di complemento (artiglieria).
1932-1934 entra nella magistratura ordinaria, dopo aver vinto concorso per uditore di pretura (1932); passa poi anche il concorso per uditore di tribunale (1934). Svolge servizio come vice pretore reggente della pretura di Montecchio Emilia, è in servizio anche alla pretura di Lodi, al tribunale di Genova (La Spezia) e a quello di Pistoia (sua ultima sede nella magistratura ordinaria prima di passare a quella militare).
1935 16 giugno, in seguito a concorso entra in servizio nella magistratura militare come sostituto avvocato militare, assegnato al Tribunale marittimo militare a La Spezia con le funzioni di giudice istruttore.
1937 il 21 marzo parte per l’Africa Orientale Italiana, destinato al Tribunale di guerra di Addis Abeba; poi, presta servizio presso il Tribunale di guerra di Gondar, sezione di Dessié e, infine, è assegnato all’Ufficio Giustizia Militare A.O.I. ad Addis Abeba.
1939 dopo essere rientrato in Italia a fine 1938 in licenza, viene definitivamente congedato dal servizio in colonia e riassegnato in aprile al Tribunale marittimo militare a La Spezia.
1940 10 giugno è richiamato alle armi.
1941 in ottobre è assegnato al costituendo Tribunale di guerra di Tripolis (Grecia), con funzioni di procuratore militare.
1943-1945 a fine agosto 1943 è previsto il suo trasferimento da Tripolis al Tribunale di guerra di Atene, dove giunge proprio l’8 settembre. Non ha il tempo di occupare il suo ufficio, è preso prigioniero dai tedeschi e deportato in Germania. Nella relazione che presenta una volta rientrato in Italia, nell’estate 1945, ricostruisce l’esatta cronologia della sua prigionia nei campi di: “Skokken (Posnania)” (in altra relazione “Schokken presso Posen”) dal 29 settembre al 12 ottobre 1943; “Lemberg (Polonia)” dal 15 al 30 ottobre 1943; “Tschestochau” (Polonia)” dal 2 novembre 1943 all’8 agosto 1944; “Nurnberg (Germania)” (in altra relazione Norimberga-Langwayer) dal 10 agosto 1944 al 3 febbraio 1945; “Grosse Hesepe (Germania)” dal 5 febbraio al 5 aprile 1945. Il campo di Gross Hesepe, in prossimità del confine con l’Olanda, viene liberato dalle truppe canadesi. La notizia della sua liberazione viene comunicata alla famiglia l’8 maggio 1945. Il 31 maggio 1945 Santacroce è incaricato, dai comandi del campo di Gross Hesepe e di quelli limitrofi di Fullen e Versen, di svolgere una missione presso le autorità civili e militari italiane. Parte quindi dalla Germania il 4 giugno e giunge a Napoli il 10 luglio 1945.
1945-1946 rientrato in Italia, Santacroce deve far fronte ad accuse di collaborazionismo e delazione nei confronti dei tedeschi mosse dal collega magistrato militare Mario De Dominicis (fu Augusto, nato a Foligno il 25 maggio 1900), che pure era in Grecia l’8 settembre, scampato alla deportazione grazie a contatti con l’ELAS presso cui trova rifugio. De Dominicis presenta la sua relazione il 30 luglio 1945, indirizzandola al procuratore generale militare, come da sua richiesta scritta e protocollata il 28 luglio. Il 16 febbraio 1946 Santacroce è pienamente scagionato, a fronte delle altre testimonianze raccolte, tutte a suo favore, e della parziale ritrattazione di De Dominicis. La formula della sentenza di assoluzione – firmata da Giovanni Porru, presidente della commissione, e dai due membri Renato Viglietta e Alberto Bernardi – attira l’attenzione del procuratore generale Borsari. Nel supplemento di indagine che ne segue è il magistrato militare Mario Berutti a ricostruire l’esatta sequenza dei fatti, classificando la vicenda come un equivoco.
1946 marzo, è richiamato in servizio, assegnato al Tribunale supremo militare di Roma, con funzioni di consigliere relatore, che conserva anche dopo la promozione a procuratore militare. È designato giudice istruttore nel procedimento relativo alla difesa di Roma l’8 settembre e quindi giudice relatore nel collegio costituito per giudicare Rodolfo Graziani.
1953 è nominato nella commissione del Ministero della Difesa-Esercito per lo studio dell’applicazione dell’art. 103 della Costituzione, per armonizzare la legislazione militare italiana ai principi della Comunità europea di difesa.
1956 il 24 agosto è nominato consigliere relatore titolare del T supremo militare.
1958 il 6 febbraio è nominato procuratore generale militare della Repubblica carica che mantiene sino alla morte (avvenuta alla fine del 1974). Come è noto, in questa veste è responsabile dell’archiviazione dei fascicoli relativi ai crimini di guerra tedeschi in Italia.
1972 partecipa al Congresso nazionale di diritto penale (Saint-Vincent, 19-22 giugno).
1974 il 9-10 agosto è presente alla distruzione (incinerazione) dei dossier personali illegalmente raccolti dall’ex-SIFAR, operazione che si svolge in circa 24 ore di lavoro continuato. Pochi giorni dopo comincia ad accusare uno stato di malessere e problemi polmonari da cui non si riprenderà più: ricoverato in novembre, muore alla fine dell’anno. La vedova e i figli ottengono il riconoscimento di morte legata a cause di servizio: la fatica delle 24 ore di lavoro senza interruzione, le condizioni ambientali (con alternanza di forte calore e freddo) e, infine, l’inalazione di fumi tossici provocati dalla combustione hanno contribuito a minare il fisico già indebolito.

- Onorificenze, encomi, altre segnalazioni
Cavaliere della Corona d’Italia (1941). Due croci al merito di guerra (1953). Dal luglio 1953 consigliere della Corte suprema del Nastro azzurro; ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (1953), quindi commendatore (1957) e grand’ufficiale (1960) dello stesso Ordine.
Nel 1936 lettera di elogio di Ovidio Ciancarini che ha ricevuto le sinossi dei corsi tenuti da Santacroce alla scuola di perfezionamento per ufficiali della Milizia volontaria di sicurezza nazionale in Parma.
Nel 1949 encomio per come ha svolto le sue funzioni nel processo per la mancata difesa di Roma.

- Fonti e bibliografia
Archivio Centrale dello Stato, Procura generale militare, fascicolo personale.
Archivio Centrale dello Stato, Ministero di grazia e giustizia, 2° versamento.
Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti, fascicolo personale.

Antonio Repaci, Il processo Graziani, “Il movimento di Liberazione in Italia”, 17/18, 1952;
Mimmo Franzinelli, Le stragi nascoste. L’armadio della vergogna: impunità e rimozione dei crimini di guerra nazifascisti, 1943-2001, Mondadori, Milano 2002;
Franco Giustolisi, L’Armadio della vergogna, Nutrimenti, Roma 2004.

- Revisione della scheda a cura di Giovanni Focardi.


Relazioni con altri documenti e biografie


Filippo Benfante
29/06/2023 29/06/2023
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Come citare questa fonte. Santacroce, Enrico  in Archos Biografie [IT-BP1439]
Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019