Luigi
Biffi Gentili
M
16/03/1913, Torino (TO), Italia
04/08/1962, Faenza (RA), Italia
Nato a Torino il 16 marzo 1913, di Giovanni e di Ida Pescarmona. Il padre, di una famiglia di origine faentina, era stato consigliere di Cassazione e presidente di sezione del Tribunale di Torino tra le due guerre.
Ha un fratello, studente al terzo anno di ingegneria nel 1942.
Il 30 giugno 1941 sposa Giovanna Marciante (di Vincenzo e Teresa Piana, Torino, 1918-2023).
Tre figli: Ornella (1942-1945), Vincenzo (detto Enzo) (1945) e Giovanni Maria (detto Nanni) (1947).
Morto a Faenza il 4 agosto 1962.
- Studi e attività di insegnamento
Nel 1935 si laurea in giurisprudenza a Bologna, con una tesi su “La magnifica comunità di Fiemme”.
Nel 1949 gli viene affidato un corso d’insegnamento di materie giuridiche riservato a ufficiali dei Carabinieri di recente nomina.
- Carriera
1938 “Figlio di un valoroso quanto modesto magistrato” (così in un rapporto del 1955), Luigi Biffi Gentili entra in magistratura ordinaria come uditore giudiziario a Torino. È iscritto al PNF dal 24 maggio 1935.
1939 passa alla procura di Alessandria, con funzioni di sostituto. In settembre è richiamato alle armi.
1940 Congedato dall’esercito (secondo alcuni documenti già in maggio, secondo altri presta servizio “sul fronte occidentale”, quindi oltre lo scoppio della guerra).
1941-1942 Richiamato alle armi il 13 gennaio, è tenente di artiglieria nel 25° reggimento incorporato alla divisione di fanteria “Assietta”, che opera prima sulla “frontiera orientale” e quindi (agosto 1941) passa in Sicilia. Biffi Gentili è capo del “nucleo P” della sezione operazioni e servizi.
Nell’agosto 1941 è assegnato al Tribunale di guerra di Lubiana, dove svolge funzioni di sostituto procuratore. Dal gennaio al maggio 1942 il suo superiore è Enrico Macis, che al termine del servizio gli rilascia un’ottima valutazione che si conclude così:
Di tratto signorile e costantemente corretto, anche nelle posizioni di necessaria intransigenza che il suo ufficio comportava, egli ha avuto il più encomiabile zelo al servizio, collaborando validamente a fronteggiare le esigenze eccezionali del periodo bellico, che sono ancora più avute nella provincia di Lubiana.
Sin dai primi mesi del 1942 Biffi Gentili cerca di ottenere il trasferimento al tribunale militare di Torino “per gravi motivi familiari”. Anche la moglie, a Torino “in avanzata gravidanza” (la prima figlia, Ornella, nasce in giugno), sollecita raccomandazioni, tra cui quella che sembra essere decisiva di un “cugino” di Biffi Gentili, Giuseppe Vogliotti, a sua volta magistrato ed ex magistrato militare (da identificarsi presumibilmente con Giuseppe Giovanni Vogliotti, classe 1870, consigliere di corte d’Appello a Torino tra le due guerre).
Il trasferimento è infine accordato e prende servizio al Tribunale militare di Torino nel maggio 1942. Ricopre dapprima le funzioni di giudice relatore, quindi (dal settembre) quelle di sostituto procuratore.
Nel suo rapporto datato 31 dicembre 1942 il procuratore militare Oreste Trotta scrive tra le altre cose:
Appassionato cultore delle discipline giuridiche, il Biffi Gentili si è tosto dedicato con fervore allo studio del diritto penale militare in modo da acquistarne in brevissimo tempo ampia e sicura padronanza congiunta a criteri di umana e serena giustizia.
Di condotta morale e ineccepibile, di sani principi politici, il Biffi Gentili si rivela magistrato ed Ufficiale eccellente, giacché consapevole delle finalità e delle esigenze della giustizia di guerra, sa comporre mirabilmente le necessità del diritto con i temperamenti che l’opportunità del caso singolo possono consigliare.
1943 Congedato per ragioni di salute il 21 aprile, rientra nella magistratura ordinaria dove intanto era stato nominato giudice aggiunto (sin dal settembre 1941) e aveva ottenuto il trasferimento da Alessandria a Torino (novembre 1942).
Il 2 settembre il suo nome (storpiato in Biffi-Gentile) è compreso nell’elenco dei magistrati torinesi che secondo Flamel (Dino Segre, ovvero Pitigrilli) “hanno palesemente avversato il fascismo, rivoltandosi contro le sue angherie verniciate di legalità” (Flamel, I mandarini, “La Gazzetta del Popolo”, Torino, 2 settembre 1943; vedi anche la scheda Berutti, Mario).
Dopo l’8 settembre 1943 presumibilmente collabora con la Resistenza, ma resta al suo posto nel tribunale di Torino (dall’ottobre 1944 è sostituto procuratore). Di quel periodo restano poche notizie nel verbale del Consiglio giudiziario che lo valuta nel 1955 per l’ammissione al concorso per la promozione a magistrato di Corte d’Appello:
una particolare segnalazione è doverosa per il suo lodevolissimo comportamento nel turbinoso periodo 1943-1945, durante cioè l’occupazione tedesca ed i bombardamenti da cui fu gravemente colpita la città di Torino.
Poiché, nonostante lo spiegabile ed inevitabile sfollamento di funzionari, il Dr. Biffi Gentili non ebbe per nulla a diminuire il suo eccezionale rendimento, attendendo, come in periodo normale, alla istruzione e definizione di procedimenti, anche molto gravi ed importanti che difficilmente, proprio in simili contingenze, da altri sarebbero curati. E per meglio dedicarsi al suo lavoro, si adattò pure alla scomodità ed al pericolo della permanenza continua, di giorno e di notte, in ufficio. Dai capi della Corte con nota 2-3 maggio 1945, si ebbe un meritato elogio per la coraggiosa opera da lui spiegata nelle giornate della liberazione.
1945-1956 Al momento della Liberazione è applicato alla Procura generale di Torino (vi resta fino al 1951). A fine maggio 1945 muore la figlia Ornella, che non ha nemmeno tre anni. Poche settimane dopo nasce il secondo figlio, Vincenzo (ma noto come Enzo).
Nell’estate 1945 segue almeno due procedimenti contro collaborazionisti celebrati dalla Corte d’Assise straordinaria di Torino, con il ruolo di pubblico ministero.
Si distingue in numerosi processi seguiti con interesse anche dalle colonne di cronaca nera dei quotidiani. È particolarmente apprezzato dai superiori il lavoro che nel 1954-1955 svolge nel processo contro il prof. Carlo Migliardi, ex direttore della ditta farmaceutica Schiapparelli, condannato per traffico di stupefacenti (la materia delicata rende il processo di interesse nazionale, è discusso anche in sede di governo e parlamento).
1956-1962 Nel gennaio 1956 è promosso (al secondo tentativo) magistrato di Corte d’Appello e dal marzo regge temporaneamente la procura d’Aosta. Rientra quindi a Torino come procuratore aggiunto (nell’agosto 1956 è il primo presidente di Cassazione Ernesto Eula a caldeggiare il suo richiamo nel capoluogo piemontese in tale ruolo)
Muore a Faenza, presumibilmente nella casa di famiglia, nell’agosto 1962 “dopo lunga malattia” (“Stampa Sera”, 5-6 agosto 1962).
Tra gli ultimi incartamenti che gli passano per le mani c’è la denuncia che gli presentò Guido Fubini il 13 maggio 1961, contro Giovanni Durando, magistrato del tribunale di Asti e direttore del giornale “La Voce della giustizia”. Fubini contestava “vilipendio di culto ammesso nello stato mediante vilipendio di chi lo professa, ingiuria e diffamazione a mezzo della stampa, propaganda razzista a mezzo della stampa, propugnazione della soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione a mezzo stampa” in seguito a due articoli pubblicati da Durando sul suo giornale, a margine del processo Eichmann.
Biffi Gentili chiese al Giudice istruttore decreto di non doversi promuovere l’azione penale per tutti i reati eccezion fatta per quelli di vilipendio di culto ammesso e di diffamazione a mezzo stampa. La richiesta, curiosamente caratterizzata da riferimenti alla «nostra religione» (la religione cattolica) da parte di un magistrato di uno stato laico, e di considerazioni sulla «razza» del querelante, fu accolta dal Giudice istruttore (Fubini 1996, p. 99).
Il processo si celebra a Genova nel dicembre 1961 e ha protagonisti notevoli: Durando è difeso d’ufficio da Alfredo Biondi (futuro ministro della Giustizia); tra le parti civili, con Fubini, ci sono Irma Levi Della Torre, Luciano Segrè, Marietta Foa Levi, Primo Levi, Laura Vita, Leonardo De Benedetti, Roberto Terracini, Lia Terracini e altri ancora. Avvocati della parte civile Vittorio Negro e Bianca Guidetti Serra. Durando è assolto (sentenza confermata in Appello, nel 1963, e in Cassazione, nel 1964) (Fubini 1996).
Dopo la morte del marito, la moglie Giovanna si impegna nella vita politica locale (nel 1970 diventa consigliera comunale, eletta nelle fila del Partito repubblicano, nel 1974 assessora al Personale, alla Cultura e al Teatro Stabile). Anche i figli Giovanni ed Enzo (critico d’arte e negli anni 2000 direttore del Museo internazionale di arti applicate oggi-Miaao di Torino) entrano in politica, dapprima nel Pri in seguito nel Psi, finché le loro carriere sono stroncate da uno scandalo per corruzione scoppiato all’inizio del 1983 (Enzo era allora vicesindaco nella giunta Pci-Psi guidata dal sindaco Diego Novelli).
- Fonti e bibliografia
Archivio Centrale dello Stato (ACS), Procura generale militare, 1 S, b. 6, fasc. 72
ACS, Ministero di Grazia e Giustizia (MGG), fascicoli personali dei magistrati, 4° versamento, 84025
MGG, Graduatorie, 1943 e 1948
MGG, Ruolo anzianità, 1960
Archivio storico dell’Università di Bologna, fascicoli degli studenti.
È morto Luigi Biffi-Gentili procuratore della Repubblica, “Stampa Sera”, 6-7 agosto 1962.
1945-1985. Donne e governo della città, Consiglio Comunale di Torino-Archivio Storico della Città di Torino, Torino 2001 (per un profilo biografico di Giovanna Marciante Biffi Gentili)
Allegra Alacevich, Le donne del partito repubblicano in Piemonte: presenze torinesi e assenze territoriali, in Donne e politica. La presenza femminile nei partiti politici dell’Italia repubblicana. Torino, 1945-1990, a cura di Maria Teresa Silvestrini, Caterina Simiand, Simona Urso, Franco Angeli, Milano 2005, pp. 561-618.
Edmondo Bruti Liberati, Magistratura e società nell’Italia repubblicana, Laterza, Roma-Bari 2018, pp. 222-223 (notizie sullo scandalo torinese del 1983 e sul processo ai figli di Biffi Gentili).
Guido Fubini, Lungo viaggio attraverso il pregiudizio, presentazione di Marina Jarre, Rosenberg & Sellier, Torino 1996, pp. 97-103 (cap. “Un gerundio”).
Marcello Longhin, La Sala Rossa ricorda Giovanna Marciante Biffi Gentile, “CittAgorà”, 23 aprile 2023.
Daniele Pipitone, Il PRI nel consiglio comunale di Torino (1945-1993), “Annali della Fondazione Ugo La Malfa”, XXVII, 2012, pp. 65-81 (per notizie sull’attività politica di Giovanna Marciante Biffi Gentili e di Enzo Biffi Gentili).