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Profilo biografico: Dino Gentili

Dino Gentili M
25/06/1901, Milano (MI), Italia
05/09/1984, Milano (MI), Italia
Coniugato
Dino Gentili nacque a Milano il 25 giugno 1901, da Gerolamo Sordello e Pia Ravà, famiglia ebraica di ceto borghese e di educazione laica.
I suoi genitori avevano un negozio in piazza Duomo, nello stesso edificio dove vivevano Filippo Turati e Anna Kuliscioff e dove c’era la sede della redazione di «Critica sociale». Dunque il rapporto con il socialismo fu una costante nella vita del Gentili, al quale si iscrisse nel 1918 e che fu rafforzato dai legami familiari, quando sposò la figlia di Angelo Filippetti, sindaco socialista di Milano.
Dopo l'avvento del fascismo Gentili, nel 1929, partecipò alla fondazione del movimento “Giustizia e libertà” promosso da Carlo Rosselli e fino al 1930 svolse un lavoro di collegamento tra l'Italia e Parigi, grazie al passaporto che gli fu rilasciato per poter svolgere la sua attività lavorativa, come commerciante.
Il 30 ottobre 1930, però, in seguito alla delazione di una spia, venne arrestato (con l'intero gruppo giellista) e scontò otto mesi di carcere e sino al 1936, sottoposto a stretta sorveglianza, non poté svolgere attività politica.
Nel 1937 si trasferì a Londra, entrò a far parte dell'Associazione “Italia libera” e si dedicò alla propaganda antifascista collaborando ad alcuni giornali: soprattutto col «The Tribune», del leader laburista Aneurin Bevan, con lo pseudonimo “Nicola De Luca” (dai nomi dei figli Nicoletta e Luca).
Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, nel giugno del 1940 fu internato, in quanto italiano, ma venne subito liberato, perché il suo nome risultava nell'elenco di persone per i quali il conte Carlo Sforza aveva dato garanzia di sicura fede antifascista.
Dopo un viaggio negli Stati Uniti d'America, dove si era recato per partecipare ad iniziative contro il regime, alla fine del 1941 il Gentili tornò a Londra, dove si incontrò con Emilio Lussu. Insieme cercarono di ottenere dagli inglesi la promessa di una pace non punitiva e senza sacrifici territoriali per l'Italia, promettendo che gli Italiani si sarebbero opposti al regime fascista. La missione ebbe esito negativo e il Gentili si recò negli Stati Uniti per proporre gli stessi accordi al Governo americano. Questo viaggio fu caratterizzato dal famoso "Memoriale Gentili" (anche se il testo fu redatto da Emilio Lussu e rivisto da Gaetano Salvemini), nel quale erano riversate tutte le aspirazioni del movimento antifascista. Con il Memoriale il Gentili ottenne una dichiarazione dal sottosegretario di Stato, Adolph Berle, nel novembre 1942 e, anche se non costituiva un impegno da parte del Governo statunitense, la dichiarazione pubblica del sottosegretario fu un ottimo incentivo per spingere la rivolta italiana contro il regime.
Successivamente l'attività antifascista del Gentili fu orientata al facilitare il rientro in Italia di vari esponenti del Partito d'azione, tra i quali, Alberto Cianca, Alberto Tarchiani, Aldo Garosci, Leo Valiani, Bruno Pierleoni.
Alla fine del settembre del 1943, il Gentili si trasferì a Napoli, dove s'impegnò nel movimento sindacale e contribuì in modo decisivo alla rifondazione della Confederazione generale del lavoro - CGL.
Conclusa l’esperienza nel sindacato, alla fine del 1944 Gentili si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di editore: dopo le pubblicazioni napoletane (come “Italia ignorata” e “Scritti politici e autobiografici di Carlo Rosselli”), editi sotto la dicitura “Polis”, decise di fondare una vera e propria casa editrice, le “Edizioni U” = Uomo, insieme ad un gruppo di ex partigiani provenienti dal gruppo di Giustizia e Libertà e dal Partito d’Azione (Aldo Garosci, Enrico Vallecchi, Maria Luigia Guaita, Carlo Ludovico Ragghianti e Luigi Boniforti), per pubblicare libri di autori fino ad allora proibiti nell’Italia fascista, come quelli di Gaetano Salvemini, Aldo Garosci, Leo Valiani, Carlo Levi e Franco Venturi.
Nel 1947 tornò nella sua città natale, dove fu nominato dal Ministro dell'Industria, il socialista Rodolfo Morandi, Direttore generale del settore tessile dell'United Nations relief and rehabilitation administration - UNRRA.
Con lo scioglimento del Partito d'azione, Gentili tornò nel PSI: rinsaldò i suoi legami con Riccardo Lombardi, si legò a Pietro Nenni e nel 1948 accettò la candidatura nelle liste del Fronte popolare. Inoltre, con l'espansione della sua attività imprenditoriale, poté sostenere finanziariamente il Partito, colmando non di rado anche i deficit dell'organo del partito: l'Avanti!, per il quale era Consigliere amministrativo.
L’attività professionale del Gentili ebbe sempre finalità politiche, soprattutto a livello internazionale: a Londra, negli anni dell'esilio, aveva fondato la società “Marine trading and manufacturing company” per poter continuare la sua attività politica in Europa e in America; In Italia, nel 1949, fondò una società di import-export, la “Dreyfus Gentili”, con la quale sviluppò rapporti economici con Israele, che gli permisero anche di organizzare una visita di Pietro Nenni nel paese.
Negli anni Cinquanta diede vita alla Comet, per aprire rapporti commerciali anche con la Repubblica popolare di Cina e l'Estremo Oriente. Dopo il primo viaggio in Cina nel 1954, Gentili ne compì un secondo l'anno successivo, con una delegazione economica italiana composta da rappresentanti della Fiat, della SNIA Viscosa, della Montecatini e da alcuni commercianti di seta.
Nel 1958, facendo leva sui suoi rapporti con il Labour Party, Gentili fu il principale artefice dell'incontro londinese tra il leader della sinistra laburista A. Bevan e Nenni.
Con l'espandersi della sua attività commerciale Dino Gentili intraprese un suo grande progetto: riunire in una grande società alcune tra le più importanti aziende industriali pubbliche e private. Aderirono la Fiat, la RIV, la Montedison, la SNIA Viscosa e in seguito anche la Finmeccanica: nacque così la Cogis - Compagnia generale interscambi (ottobre 1968), che estese l'attività di import-export al Sudamerica, all'Iran e ad altri paesi afro asiatici, ed aprì scambi commerciali anche con Cuba; dove Gentili si era recato all'inizio del 1966 per incontrare Fidel Castro.
Dino Gentili morì a Milano il 5 settembre 1984.



Fondi archivistici prodotti:

Gentili Dino

Bertani Annalisa
06/10/2024 15/11/2024
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Come citare questa fonte. Gentili, Dino  in Archos Biografie [IT-BP1445]
Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019