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Fascicolo: Processo contro Ciavorella Bianca (RG. N. 155/1945)

C00/00962/01/01/00043
Processo contro Ciavorella Bianca (RG. N. 155/1945)
Processo contro Ciavorella Bianca (RG. N. 155/1945).

Organo giudicante: Corte d’Assise Straordinaria di Torino – Sez 2°
- Presidente: Dott. Giovanni Rostan
- Giudici popolari: Ottorino Agostinetti, Igino Monzeglio, Angelo Corrado, Armando Ferrero

Procura del Re di Torino: PM: Dott. Giovanni Durando

Imputati:
n. 1 Bianca Ciavorella

Parti lese:
3 uomini; tipologia (status): 3 partigiani: Rinaldo Vair, Luigi Bonardo, Angelo Patrito.

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dall’ottobre del 1943 sino alla Liberazione
- Tipologia: propaganda, repressione antipartigiana
- Descrizione sintetica: accusata di aver favorito i disegni politici del nemico facendo propaganda per i nazi-fascisti con i quali manteneva continuo contatto e in particolare nella sua qualità di infermiera presso l’ospedale Molinette collaborando strettamente alla sorveglianza di tre partigiani ivi degenti, e cioè Luigi Bonardo, Rinaldo Vair e Angelo Patrito.

Denuncia:
- Tipologia: collettiva
- Data: 22.05.1945
- Autorità ricevente: Polizia del Popolo di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Maria Cagnassone, Giovanna Cerrutti e Alessandro Rocci
- Tipologia denunciante: soggetti terzi
- Sintesi denuncia: il Rocci denuncia la Ciavorella per aver in sua presenza insultato e dileggiato i partigiani e per averlo minacciato: riferisce che in seguito al racconto di un padre circa l’uccisione del figlio partigiano a Coazze, l’accusata negò che il fatto fosse accaduto e sostenne che anche fosse successo i repubblicani avrebbero dovuto fare la stessa cosa al padre, così non sarebbe andato a riportarlo. La Cagnassone riferisce che la Ciavorella il 25 aprile disse davanti a lei che se i telefoni avessero funzionato avrebbe bloccato l’insurrezione; la Cerrutti afferma che la Ciavorella le aveva detto di recarsi spesso in via Asti.

Imputazioni: collaborazionismo politico art. 58 cpmg

Descrizione: imputata di collaborazionismo politico per aver favorito i disegni politici del nemico facendo propaganda per i nazi-fascisti con i quali manteneva continuo contatto e in particolare nella sua qualità di infermiera presso l’ospedale Molinette collaborando strettamente alla sorveglianza di tre partigiani ivi degenti, e cioè Luigi Bonardo, Rinaldo Vair e Angelo Patrito.

Posizione processuale: detenuta, costituita in giudizio

Difesa: Avv. Casella (di fiducia).

Esito della sentenza:
- Assoluzione / non luogo a provvedere: insufficienza di prove

- Motivazioni della sentenza: le testimonianze all’udienza hanno dimostrato che la Ciavorella era di ferventi sentimenti fascisti, che si esprimeva in modo offensivo nei confronti del movimento partigiano e che si vantava di avere conoscenze in via Asti. Non risulta tuttavia che queste vanterie corrispondessero a una reale attività punibile ai sensi di legge. Le testimonianze dei tre partigiani hanno sollevato numerosi sospetti, ma nessuno di loro ha chiarito circostanze capaci di accertare che la Ciavorella avesse aiutato i militi nella loro attività di piantonamento. Non vi sono dunque prove sufficienti a carico dell’imputata.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
Non risultano impugnazioni.

Esecuzione della pena:
Nessuna pena da scontare.

16/10/1945
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 239. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)", busta D CSA 32, fascicolo e, n. 93.

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De Luna Barbara 24/11/2022
Colombini Chiara 18/10/2023
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Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020