Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dall’8 settembre 1943 sino alla Liberazione, Torino
- Tipologia: delazione, collaborazionismo politico
- Descrizione sintetica: accusata di aver favorito il tedesco invasore nei suoi disegni politici mediante denuncia alle autorità nazifasciste di persone appartenenti al movimento di resistenza, tra cui il capo partigiano Vincenzo Fogliati, nonché mediante informazioni sui movimenti delle formazioni patriottiche.
Denuncia:
- Tipologia: collettiva
- Data: 30.06.1945
- Autorità ricevente: ufficio del PM presso la Cas di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Questura di Torino, ufficio politico
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: sospetto collaborazionismo
Arresto:
- Data e luogo: 11.06.1945, Torino
- Autorità procedente: Polizia del Popolo di Torino (Cln di Torino)
- Sintesi verbale: accusata di aver denunciato partigiani all’Ufficio Politico centrale
Descrizione: imputata di collaborazionismo politico per aver favorito il tedesco invasore nei suoi disegni politici mediante denuncia alle autorità nazifasciste di persone appartenenti al movimento di Resistenza, tra cui il capo partigiano Vincenzo Fogliati, nonché mediante informazioni sui movimenti delle formazioni patriottiche.
Posizione processuale: detenuta, costituita in giudizio
Difesa: Avv. Carlo Baravalle (di fiducia)
Esito della sentenza:
- Assoluzione: insufficienza di prove
- Motivazioni della sentenza: l’unica circostanza specifica emersa dalle risultanze dell’istruttoria è quella che la Borgato avrebbe denunciato in questura la famiglia Fogliati allo scopo di cacciarli dall’alloggio che questi avevano preso da lei in subaffitto. L’imputata ha sostenuto che il commissario Cunzi, che la interrogò, era già al corrente dell’attività partigiana svolta dai figli della signora Fogliati, e che fu lui a fare i loro nomi. Non vi è motivo, secondo la Corte, di dubitare della spontaneità di queste affermazioni e si può pertanto ritenere che l’imputata non si presentò volontariamente in questura. Inoltre, in considerazione all’importante opera svolta dalla famiglia Fogliati nel movimento di Liberazione (Vincenzo Fogliati era un capo partigiano, la sorella fu arrestata nel 1943 dalle SS tedesche, la moglie dall’Upi di via Asti), è probabile che il commissario Cunzi fosse già a conoscenza delle condizioni della famiglia Fogliati, e che quindi abbia ritenuto di trattenere la madre Rosalia per usarla come esca per catturare i figli. La corte ritiene che non si sia raggiunta la prova che la Borgato abbia fornito volontariamente informazioni utili alla questura sul conto della famiglia Fogliati.
Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
non risultano impugnazioni.
Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: da 11.06.1945 a 06.10.1945
- Pena: nessuna pena da scontare.
06/10/1945
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 237. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)", busta D CSA 32, fascicolo d, n. 87.
Come citare questa fonte. Processo contro Borgato Maria (RG. N. 123/1945) in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA17259]