Accesso riservato

Fascicolo: Processo contro Cameran Erina (RG. N. 60/1946)

C00/00962/01/02/00021
Processo contro Cameran Erina (RG. N. 60/1946)
Processo contro Cameran Erina (RG. N. 60/1946)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 1ª Speciale
- Presidente: Dott. Luigi Motta
- Giudici popolari: Gino Pelazza Giorgio Cerasa, Albino Monticelli, Mario Sosio De Rosa

Procura del Re di Torino: PM: Avv. Ettore Moscone

Imputati:
n. 1: Erina Cameran

Parti lese:
2 (1 uomo, 1 donna); tipologia (status): 1 partigiano, 1 antifascista: Piera Chiappello, Baracchin

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: febbraio 1944, Torino
- Tipologia: collaborazionismo politico, delazione
- Descrizione sintetica: accusata di collaborazionismo per aver favorito l’arresto di Piera Chiappello come fornitrice di armi ai partigiani e per aver favorito i disegni politici del nemico.

Denuncia:
- Tipologia: individuale
- Data: 31.10.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino [dato non chiaro]
- Nominativo / Autorità denunciante: Piera Chiappello
- Tipologia denunciante: parte lesa, antifascista, familiare di partigiano (figlio: capitano e commissario politico, mutilato)
- Sintesi denuncia: dopo la scarcerazione dal confino di polizia, dove trascorse 4 anni come antifascista, rientrò a Torino e, non avendo una abitazione, chiese ospitalità a Cameran, dietro pagamento delle spese per il vitto. Non appena Cameran capì che si trattava di una ex confinata politica cercò di mandarla via in quanto pericolosa. Chiappello era in contatto con i partigiani e procurava loro armi; il 1° febbraio 1944 diede appuntamento al partigiano Baracchin in casa di Cameran per consegnargli una pistola. Baracchin le diede il suo indirizzo alla presenza di Cameran. Secondo Chiappello, Cameran lo denunciò alle SS tedesche e italiane perché era contraria ai partigiani. Nella notte del 2 febbraio Baracchin fu arrestato nella sua abitazione e il 3 febbraio due agenti in borghese, fingendosi partigiani, si presentarono con Baracchin a casa di Cameran per incontrare Chiappello e chiederle di fornire loro delle armi. Chiappello rispose che non aveva armi da fornire e i due le puntarono contro la pistola, accusandola di essere partigiana, minacciandola e ordinandole di confessare. Secondo Chiappello, Cameran intervenne ridendo e chiedendo di non ucciderla in casa sua per non spaventare sua figlia. Quando i due fascisti dissero a Cameran che Chiappello non aveva armi, Cameran mostrò loro una valigetta di Chiappello contenente lettere dell’ambasciata americana di Roma per dimostrare che Chiappello mentiva. I due la arrestarono e dissero a Cameran che suo marito Giuseppe Urban doveva seguirli, ma aggiunsero che sarebbe stato presto rilasciato. Uscendo strinsero la mano a Cameran soddisfatti e baciarono la figlia. Chiappello, Baracchin e Urban furono portati all’Albergo Nazionale e interrogati da tedeschi e italiani. Prima di mezzogiorno Urban fu rilasciato, mentre Chiappello e Baracchin furono trattenuti faccia al muro fino alle 15. Chiappello fu picchiata dai tedeschi e portata in carcere con Baracchin. Dopo 4 mesi di carcere fu deportata nel campo di concentramento di Ravensbrück. Ignora la sorte di Baracchin.

- Tipologia: collettiva
- Data: 17.11.1945
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Questura di Torino
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: denunciata a piede libero per sospetta delazione originata però non da motivi politici, ma da leggerezza; la Questura ripercorre i fatti e le diverse deposizioni e conclude che sia probabile che a denunciare Chiappello sia stata Cameran perché temeva le sanzioni per chi ospitava appartenenti al movimento partigiano; non sono però emerse prove e pertanto dopo il fermo la rilascia; allegata la denuncia di Piera Chiappello e le deposizioni dei testimoni.

Arresto:
- Data e luogo: 04.11.1945, Torino: fermo e rilascio il 14.11.1945, denunciata a piede libero
- Autorità procedente: agenti di PS, Questura di Torino

Imputazioni: collaborazionismo politico art. 58 cpmg

Descrizione: accusata di collaborazionismo per aver favorito l’arresto di Piera Chiappello come fornitrice di armi ai partigiani e per aver favorito i disegni politici del nemico.

Posizione processuale: libera, costituita in giudizio

Difesa: Avv. Vittorio Giulio (di fiducia)

Esito della sentenza:
- Assoluzione/non luogo a provvedere: assolta per non aver commesso il fatto

- Motivazioni della sentenza: la Corte ritiene che non siano emerse prove contro Cameran, che i rapporti fra Cameran e Chiappello fossero buoni, che Chiappello abbia avuto un comportamento imprudente parlando apertamente della sua attività e delle sue idee politiche anche presso la bottiglieria Olivetti, frequentata da uno dei due militi delle SS italiane che la arrestarono, che se Cameran avesse voluto farla arrestare avrebbe potuto farla prendere non in casa sua, ma alla bottiglieria Olivetti o in uno dei viaggi di Chiappello in visita al figlio, così da non rischiare conseguenze.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
Nessuna impugnazione.

Esecuzione della pena:
Fermata da agenti di PS e trattenuta dal 04.11.1945 al 14.11.1945; denunciata a piede libero
02/04/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 252. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

0


Relazioni con altri documenti e biografie




Mira Roberta 13/02/2023
Colombini Chiara 13/02/2023
visualizza

Esplora livello


export xml Scarica la scheda in formato XML  Includi documenti
Come citare questa fonte. Processo contro Cameran Erina (RG. N. 60/1946)  in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA17665]
Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020