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Fascicolo: Processo contro Bradashia Draga (RG. N. 86/1946)

C00/00962/01/02/00023
Processo contro Bradashia Draga (RG. N. 86/1946)
Processo contro Bradashia Draga (RG. N. 86/1946)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 1ª Speciale
- Presidente: Dott. Livio Enrico
- Giudici popolari: Pierino Suozzi, Giovanni Rigo, Alessandro Camuffo Cattani, Italo Malberti, Mario Amedeo

Procura del Re di Torino: PM: avv. Ettore Moscone


Imputati:
n. 1: Draga Bradashia

Parti lese:
1 (1 uomo); tipologia (status): 1 partigiano: Luigi Romero.

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: 05.01.1944, Torino
- Tipologia: collaborazionismo politico, delazione
- Descrizione sintetica: accusata di collaborazionismo politico con nazisti e fascisti per essersi arruolata nelle Ausiliarie della Rsi e per aver svolto opera di delazione facendo arrestare il partigiano Luigi Romero dai fascisti della Gnr di via Asti il 05.01.1944.

Denuncia:
- Tipologia: collettiva
- Data: 12.07.1945
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Ufficio politico, Questura di Torino
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: l’Ufficio politico della Questura riassume la denuncia di Romero e le dichiarazioni dei testimoni che allega. La donna denunciata da Romero con il nome di Carla è stata identificata in Draga Bradashia, proveniente dalla Slovenia, senza fissa dimora con recapito in via Montiglio 5 a Torino presso Elena Capirone. L’ufficio segnala che risulta irreperibile.

- Tipologia: individuale
- Data: 10.05.1945
- Autorità ricevente: Commissariato sezionale Dora, Polizia del popolo, Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Luigi Romero
- Tipologia denunciante: parte lesa
- Sintesi denuncia: Romero dichiara che il 05.01.1944 si recò nel negozio di parrucchiera in piazza Vittorio Veneto per utilizzare il telefono. Nel negozio erano presenti due donne: una si stava facendo pettinare, l’altra, alla quale Romero chiese una sigaretta, cominciò a parlare con lui, dicendogli che aveva un buon profumo. Romero rispose che era profumo di montagna. La donna gli chiese poi cosa fosse il medaglione che aveva in mano e Romero rispose che era la medaglia degli alpini di montagna. Iniziarono a conversare tutti e tre e Romero parlando dell’uccisione del federale di Cuneo si lasciò sfuggire delle parole che fecero capire alle due donne che era un partigiano. Una delle due donne (Romero non sa precisare quale, ma ricorda che era bionda e presume fosse quella già servita) entrò nella cabina telefonica prima di uscire dal negozio. Quando uscì dal negozio Romero vide la donna che era uscita per prima dal negozio parlare con un milite fascista e una volta entrato nel portone di casa sua fu fermato dal milite che gli puntò contro la pistola e insieme ad un carabiniere lo condusse alla caserma di via Asti. In via Asti Romero rivide le due donne. I fascisti lo interrogarono sui partigiani di Corio Canavese, lo minacciarono e per spaventarlo lo denudarono; gli promisero di lasciarlo libero se avesse parlato. Fu rilasciato il 06.01.1944. Una delle due donne è stata fermata (allude a Emilia Caserio secondo la denuncia della Questura del 12.07.1945 accompagnata dallo stesso Romero al commissariato Dora il 10.05.1945), ma Romero non ricorda se è quella che telefonò e uscì per prima dal negozio.

- Tipologia: individuale
- Data: 10.05.1945
- Autorità ricevente: Commissariato sezionale Dora, Polizia del popolo, Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Pietro Romero
- Tipologia denunciante: civile, familiare parte lesa (padre di Luigi Romero)
- Sintesi denuncia: Romero dichiara che il 05.01.1944 la parrucchiera di piazza Vittorio Veneto lo informò che il figlio era stato fermato dai fascisti e portato in via Asti. Romero si recò con la moglie in via Asti per avere notizie del figlio, ma gli dissero che non era lì e di andare in Questura. Il giorno 06.01.1944 mattina lo mandarono a chiamare da via Asti e gli dissero che avrebbero rilasciato il figlio, ma lo diffidarono dal far andare il figlio con i partigiani, minacciando di fucilazione lui e la moglie. Il figlio fu rilasciato qualche ora dopo.

Arresto:
Il 02.08.1945 il PM presso la Corte d’Assise straordinaria di Torino emette un ordine di cattura, ma Bradashia risulta irreperibile.

Imputazioni: collaborazionismo politico art. 58 cpmg

Descrizione: accusata di collaborazionismo politico per aver favorito i disegni dei nazisti e dei fascisti, in particolare arruolandosi nelle Ausiliarie della Repubblica sociale e favorendo con la sua delazione l’arresto del partigiano Luigi Romeo.

Posizione processuale: contumace, irreperibile

Difesa: Avv. Luigi Giaccone (d’ufficio)

Esito della sentenza:
- Condanna: riconosciuta colpevole di collaborazionismo politico in relazione all’art. 58 del cpmg; condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione.

- Sanzioni accessorie: interdizione dai pubblici uffici per 5 anni; pagamento spese legali.

- Attenuanti: altre attenuanti ex artt. 114 cp e 62bis cp.

- Motivazioni della sentenza: la Corte è convinta pienamente che la responsabile della delazione sia stata Draga Bradashia che era ausiliaria presso il comando fascista di via Asti. Lo provano i testimoni che l’hanno vista telefonare e l’hanno vista in divisa. Bradashia è colpevole del reato di collaborazionismo politico secondo l’art. 58 cpmg perché la delazione ai danni di un partigiano è un atto di collaborazionismo che favorisce l’obiettivo di nazisti e fascisti di debellare i partigiani. La Corte concede le attenuanti generiche per le condizioni di vita dell’imputata e perché è incensurata; inoltre, la delazione contro un solo partigiano e in un solo caso è un atto di minima importanza nell’opera di collaborazionismo politico. Di conseguenza la pena di dieci anni di reclusione viene ridotta a 4 anni e 6 mesi. La richiesta della difesa di considerare il fatto un tentativo di reato è respinta perché con la delazione e l’arresto di Romero il reato è di fatto consumato.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
- Ricorso avanti Corte di Cassazione di Roma:
Data: 23.05.1946
Promosso da: Draga Bradashia, Avv. Luigi Giaccone
- Sintesi dei motivi di impugnazione: violazione art. 58 cmpg perché non sono stati contestati all’imputata specificatamente i disegni politici e perché la Corte non ha considerato il tentativo di reato (secondo la difesa il fatto che Romero sia stato rilasciato il giorno dopo il fermo rende il reato un tentativo di reato).

- Sentenza Corte di Cassazione:
Data: 28.01.1947
Esito: annullamento senza rinvio
Sintesi della sentenza: reato estinto per amnistia

Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: ordine di cattura emesso dal PM 02.08.1945; irreperibile; processata in contumacia

- Pena: detenzione, pena non scontata per irreperibilità
Data inizio detenzione: 22.05.1946
Data scarcerazione: 28.01.1947
Durata prevista della detenzione: 4 anni e 6 mesi
Durata effettiva della detenzione: 8 mesi (non scontati)

- Provvedimenti di clemenza: amnistia Togliatti, sentenza Cassazione 28.01.1947 (la Cassazione con la sentenza di annullamento senza rinvio revoca l’ordine di cattura emesso il 02.08.1945).
22/05/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 253. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

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Relazioni con altri documenti e biografie




Mira Roberta 13/02/2023
Colombini Chiara 13/02/2023
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Come citare questa fonte. Processo contro Bradashia Draga (RG. N. 86/1946)  in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA17671]
Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020