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Fascicolo: Processo contro Giai Vincenzo (RG. N. 176/1946)

C00/00962/01/02/00037
Processo contro Giai Vincenzo (RG. N. 176/1946)
Processo contro Giai Vincenzo (RG. N. 176/1946)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 1ª Speciale
- Presidente: Dott. Luigi Motta
- Giudice: Dott. Salvatore Romano
- Giudici popolari: Ferdinando Salvati, Filippo Luciani, Tullio Molinari, Enrico Offidani, Antonio Civetta

Procura della Repubblica di Torino: PM: Dott. Ettore Moscone

Imputati:
n. 1: Vincenzo Giai

Parti lese:
3 (3 uomini); tipologia (status): 3 partigiani: Domenico Giraudo, Giorgio Giraudo, Giuseppe Gianoglio.

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, Pinerolo (TO)
- Tipologia: collaborazionismo militare
- Descrizione sintetica: aver collaborato con il tedesco invasore, quale brigadiere della Brigata Nera di Pinerolo, dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, partecipando a numerosi rastrellamenti, eseguendo arresti di partigiani, tra cui i fratelli Giorgio e Domenico Giraudo, sottoponendoli a sevizie particolarmente efferate e maltrattamenti.

Denuncia:
Tipologia: 1) collettiva; 2) individuale
Data: 1) 16.02.1946; 2) 30.10.1945
Autorità ricevente: 1) Procura del Re di Torino; 2) Cln 45ª Divisione alpina “Sergio Toja” Nominativo / Autorità denunciante: 1) Questura di Torino; 2) Domenico Giraudo
Tipologia denunciante: 1) autorità; 2) parte lesa
Sintesi denuncia: 1) aver interrogato, picchiato e minacciato di morte Domenico Giraudo perché accusato di aver ucciso il milite della Brigata Nera Della Croce e aver malmenato e torturato Giorgio Giraudo; 2) aver interrogato e picchiato duramente il denunciante.

Arresto:
latitante

Imputazioni: collaborazionismo militare art. 51 cpmg

Descrizione: aver collaborato con il tedesco invasore, quale brigadiere della Brigata Nera di Pinerolo, dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, partecipando a numerosi rastrellamenti, eseguendo arresti di partigiani, tra cui i fratelli Giorgio e Domenico Giraudo, sottoponendoli a sevizie particolarmente efferate e maltrattamenti.

Posizione processuale: latitante, contumace

Difesa: Avv. Carlo Rango D’Aragona (d’ufficio)

Esito della sentenza:
- Condanna: pena detentiva di 12 anni

- Sanzioni accessorie: interdizione dai pubblici uffici, libertà vigilata per tre anni, confisca dei beni, pagamento delle spese processuali.

- Motivazioni della sentenza: la Corte ritiene che il reato commesso da Giai rientri nell’art. 58 cpmg e non nell’art. 51. Inoltre, ritiene che la colpevolezza di Giai sia stata provata senza alcun dubbio durante il dibattimento e la fase istruttoria.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
- Ricorso avanti Corte di Cassazione di Roma:
Data: 06.12.1946
Promosso da: Vincenzo Giai, Avv. Antonio Parisi
- Sintesi dei motivi di impugnazione: mancata motivazione in ordine all’applicazione dell’art. 3 del dp 22.06.1946 n. 4; violazione art. 2 del dp 22.06.1946 n. 4 in quanto non esistono cause ostative.

- Sentenza Corte di Cassazione:
N.: 355
Data: 03.09.1947
Esito: rigetto. Dichiara condonati 5 anni dei 12 stabiliti dalla Corte d’assise sezione speciale di Torino.
Sintesi della sentenza: solo estratto

Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: dato non disponibile

- Pena: dato non disponibile

- Provvedimenti di clemenza: ordinanza del 15.06.1948 della Corte d’appello di Torino che dichiara condonato un altro terzo della pena di reclusione per applicazione del dp 09.02.1948 n. 32
16/10/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 260. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

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Carinci Ada 03/03/2023
Colombini Chiara 03/03/2023
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Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020