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Fascicolo: Processo contro Giacinta Piana (RG. N. 33/1946)

C00/00962/01/02/00056
Processo contro Giacinta Piana (RG. N. 33/1946)
Processo contro Giacinta Piana (RG. N. 33/1946)
Organo giudicante:
Corte d’Assise di Torino – Sez. 2ª Speciale

Presidente: Dott. Guglielmo Angiolillo
Giudici popolari: Aldo Guerraz, Maggiorino Bonino, Alfredo Fiorioli, Francesco Della Valle

Procura del Re di Torino:
P.M.: Dott. Alfredo Aubert

Imputati:
n. 1: Giacinta Piana

Parti lese:
2 (2 uomini); tipologia (status): 2 partigiani: Albino Gallo, Luciano Berton.

Principali fatti contestati nel processo:
Data e luogo del fatto: gennaio 1945, provincia di Torino.
Tipologia: collaborazionismo militare, delazione
Descrizione sintetica: accusata di collaborazionismo militare per aver favorito le operazioni militari del nemico fornendo al comando militare tedesco, tramite il commissario di PS Beniamino Maselli, informazioni dettagliate sulle forze partigiane e sulla loro dislocazione nella zona di Val della Torre (TO), dove fu effettuato un rastrellamento da forze nazi-fasciste in cui restarono uccisi dei partigiani.

Denuncia:
- Tipologia: collettiva
- Data: 22.10.1945
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Questura di Torino
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: l’01.10.1945 la Questura ha arrestato Giacinta Piana sulla base di una dichiarazione resa in interrogatorio il 15.06.1945 da Luigi Nicoli, detenuto per collaborazionismo, che è allegata alla denuncia. Nicoli ha dichiarato che il 06.01.1945 fu incaricato dal comando tedesco di prendere accordi con il commissario fascista Maselli e di organizzare il rastrellamento nella zona di Val della Torre recandosi sul posto. Il commissario Maselli gli disse di andare non sul posto ma da Piana, alla sua scuola di taglio in piazza Vittorio, perché Piana aveva una casa a Val della Torre. Piana era una collaboratrice di Maselli e diede a Nicoli un piano della situazione partigiana che Nicoli cambiò completamente [NB: dall’interrogatorio si capisce che lo cambiò allo scopo di ingannare i tedeschi perché era stato costretto a collaborare con loro dopo il suo arresto nel novembre 1944] e presentò l’08.01.1945 al comando tedesco. Dopo il rastrellamento Nicoli subì un’inchiesta perché il piano si era rivelato falso. Dopo aver interrogato Piana la Questura denuncia la donna come collaborazionista e informatrice per favoreggiamento dei disegni politici e militari del nemico invasore, per aver fornito informazioni sulla dislocazione dei gruppi partigiani e delle vie di accesso alla zona di Val della Torre a Nicoli inviatole da Beniamino Maselli, dirigente dell’Ufficio politico della Questura fascista repubblicana, provocando così un rastrellamento nella zona in cui furono uccisi dei partigiani. Piana nutriva sentimenti fascisti e risentimento verso i partigiani che si erano insediati in casa sua a Val della Torre con violenza, come da lei stessa dichiarato.

Arresto:
Data e luogo: 01.10.1945, Torino
Autorità procedente: Questura di Torino
Data e luogo: 01.10.1945, Torino
Autorità procedente: Questura di Torino

Imputazioni:
Imputazioni: collaborazionismo militare art. 51 cpmg
Descrizione: accusata di collaborazionismo militare per aver favorito le operazioni militari del nemico fornendo al comando militare tedesco, tramite il commissario di PS Beniamino Maselli, informazioni dettagliate sulle forze partigiane e sulla loro dislocazione nella zona di Val della Torre, dove fu effettuato un rastrellamento da forze nazi-fasciste in cui restarono uccisi dei partigiani.

- Posizione processuale: detenuto, costituito in giudizio

- Difesa: Avv. Michele Barosio e Dino Bardessono (di fiducia).

Esito della sentenza:
- Esito: Assoluzione/non luogo a procedere: assolta dall’accusa di collaborazionismo militare (art. 51 cpmg) perché il fatto non costituisce reato.

- Motivazioni della sentenza: la Corte ritiene accertato che Piana fornì a Maselli solo informazioni sull’ubicazione della sua casa. I testimoni partigiani che hanno deposto al dibattimento hanno dichiarato che Piana li aiutava e che loro stessi le dissero di dire che avevano occupato casa sua con la violenza per evitare che la casa che serviva a loro come base fosse incendiata.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
Nessuna impugnazione.

Esecuzione della pena:
Carcerazione preventiva: dal 01.10.1945 al 11.03.1946
Il 28.11.1945 l’avvocato difensore di Piana chiede che le sia concessa la libertà provvisoria perché la madre è gravemente malata (allega certificato medico). Il 30.01.1946 il cognato di Piana, Giovanni Lobera, presenta una nuova richiesta di libertà provvisoria, date le gravi condizioni di salute della madre dell’imputata. Vista la gravità dei fatti ascritti all’imputata e che il processo è fissato per l’11.03.1946 il 06.02.1946 il PM respinge la richiesta.

11/03/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 236. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

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Mira Roberta 08/05/2023
Colombini Chiara 08/05/2023
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Come citare questa fonte. Processo contro Giacinta Piana (RG. N. 33/1946)  in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA18106]
Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020