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Fascicolo: Processo contro Biagioni Atos (RG. N. 181/1946)

C00/00962/01/02/00078
Processo contro Biagioni Atos (RG. N. 181/1946)
Processo contro Biagioni Atos (RG. N. 181/1946)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 3a Speciale
- Presidente: Dott. Comm. Nello Naldini
- Giudice: Dott. Mario Carassi
- Giudici popolari: Olivo Ostinelli, Giuseppe Forno, Carlo Ferreri, Ausonio Rossi, Pollione Villabruna

Procura della Repubblica di Torino: PM: Dott. Aubert

Imputati:
n. 1: Atos Biagioni

Parti lese:
14 (14 uomini); tipologia (status): 5 partigiani, 2 congiunti di partigiani, 7 civili (o dato non disponibile): Eliodoro Piol, Egidio Rebecchi, Secondo Simioli, Edoardo Arlorio, Ciro Giordano, Giuseppe Leone, Mario Bogge, Mario Neirotti, Farca, Arduino Piol, Natale Bruno, Cesare Rey, Giovanni Lazzarotti, Antonio Farsella.

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dall’8 settembre 1943 alla Liberazione, provincia di Torino
- Tipologia: collaborazionismo, rastrellamento, furto, repressione antipartigiana
- Descrizione sintetica:
1°: aver commesso, dopo l’8 settembre nei luoghi della provincia di Torino, quale brigadiere della Gnr, fatti diretti a favorire le operazioni militari del nemico tedesco e a nuocere alle operazioni delle forze armate dello Stato italiano. Tra i quali:
a) avere partecipato con altri tre elementi non identificati della Gnr, il 06.04.1944 nel corso di un rastrellamento, all’eccidio dei partigiani Mario Bogge, Farca, Mario Neirotti e Arduino Piol;
b) avere partecipato al principio del maggio 1944 in Rivoli, alla cattura di Giuseppe Leone, sottoposto per più giorni a efferate torture, per iniziativa di esso Biagioni;
c) avere partecipato in concorso con suoi dipendenti non identificati, il 31.05.1944 in Rivoli, alla cattura dei partigiani Ciro Giordano, Icilio Rebecchi e Secondo Simioli, con susseguenti barbare sevizie protratte senza tregua per più giorni e concluse con la consegna dei catturati ai tedeschi, che li deportarono in Germania;
d) avere partecipato alla testa di altri armati rimasti sconosciuti, in data successiva in Rivoli, alla cattura di Eliodoro Piol, da esso Biagioni sottoposto a barbare torture e mutilazioni e quindi ucciso nei dintorni di Rivoli;
e) avere percosso violentemente con i suoi dipendenti, in occasione della cattura del Piol, la moglie e il figlio quattordicenne del Piol stesso; avere distrutto, a fine agosto 1944, mediante incendio il mobilio di casa Piol, asportando vari quintali di grano e di fagioli e una bicicletta;
f) essere stato autore delle delazioni che determinarono in Rivoli gli arresti dei partigiani Edoardo Arlorio e Cesare Rey;
g) avere partecipato alla cattura del partigiano Natale Bruno poi fucilato dai nazifascisti al colle della Maddalena.
2°: avere approfittato della situazione creata dal fascismo, in concorso con vari individui non identificati, a Rivoli con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, introducendosi in casa d’abitazione e impossessandosi degli oggetti di cui al capo 1° e) per trarne profitto, e parimenti di quadri e tappeti della famiglia Avigdor di Rivoli.

Denuncia:
- Tipologia: 1) collettiva; 2), 3), 4) individuale;
- Data: 1) 26.08.1945; 2)12.07.1945 e 25.08.1945; 3) 10 o 12. 07.1945; 4) 12.07.1945
- Autorità ricevente: 1) Procura del Re di Torino; 2), 3), 4) dato non disponibile, ma trasferite alla Procura dall’Ufficio politico della Questura di Torino
Nominativo / Autorità denunciante: 1) Carabinieri di Rivoli; 2) Edoardo Arlorio; 3) Vittorio Farsella; 4) Cesare Rey
- Tipologia denunciante: 1) autorità italiana; 2) parte lesa; 3) civile; 4) partigiano
- Sintesi denuncia:
1) per aver partecipato ai rastrellamenti nella valle di Susa, a Rivoli e nelle zone limitrofe; per aver arrestato i giovani di Rivoli facendoli deportare in Germania; per aver ucciso Mario Bogge, Arduino Piol, Mario Neirotti e Farca nella località Mortera nella zona di Giaveno; per aver arrestato e ucciso il partigiano Natale Bruno; per aver arrestato e torturato fino alla morte Eliodoro Piol non essendo riuscito ad arrestare i figli partigiani; per aver saccheggiato l’abitazione della famiglia Piol; per aver commesso efferati delitti abusando del grado e dell’ascendente che aveva sugli ufficiali della Gnr e per aver compiuto furti e angherie (sono denunciate anche la moglie e la figlia per aver coadiuvato i reati di Biagioni);
2) per aver fatto arrestare due volte il denunciante; per aver ucciso Neirotti, Bogge, Farca, Piol, Natale Bruno (partigiano); per aver fatto arrestare i fratelli Simioli successivamente deportati in Germania; per aver partecipato ai rastrellamenti compiuti nella zona;
3) per aver minacciato di uccidere il fratello Antonio (Nuccio) Farsella, partigiano e perseguitato politico.
4) per averlo denunciato più volte il denunciante, provocando i suoi arresti durante i quali fu anche picchiato; per averlo minacciato a mano armata; per aver tentato di farlo fucilare.

Arresto:
- Data e luogo: 11.06.1945
- Autorità procedente: dato non disponibile
Fermato da alcuni uomini che lo consegnano ai Carabinieri di S. Miniato, viene predisposto l’internamento nel campo di concentramento di Coltano dopo l’interrogatorio. Quando viene richiesto il trasferimento da Pisa a Torino, emerge la sparizione di Biagioni.

Imputazioni:
- Capo 1°: collaborazionismo militare art. 51 cpmg;
- Capo 2°: concorso in furto aggravato art. 3 dll 05.10.1945 n. 625, 81, 110, 624, 625 n.1 e 5 cp.

Descrizione:
- Capo 1°: aver commesso, dopo l’8 settembre nei luoghi della provincia di Torino, quale brigadiere della Gnr, fatti diretti a favorire le operazioni militari del nemico tedesco e a nuocere alle operazioni delle forze armate dello Stato italiano. Tra i quali:
a) avere partecipato con altri tre elementi non identificati della Gnr, il 06.04.1944 nel corso di un rastrellamento, all’eccidio dei partigiani Mario Bogge, Farca, Mario Neirotti e Arduino Piol in Mortera di Giaveno;
b) avere partecipato al principio del maggio 1944 in Rivoli, alla cattura di Giuseppe Leone, sottoposto per più giorni a efferate torture, per iniziativa di esso Biagioni;
c) avere partecipato in concorso con suoi dipendenti non identificati, il 31.05.1944 in Rivoli, alla cattura dei partigiani Ciro Giordano, Icilio Rebecchi e Secondo Simioli, con susseguenti barbare sevizie protratte senza tregua per più giorni e concluse con la consegna dei catturati ai tedeschi, che li deportarono in Germania;
d) avere partecipato alla testa di altri armati rimasti sconosciuti, in data successiva in Rivoli, alla cattura di Eliodoro Piol, da esso Biagioni sottoposto a barbare torture e mutilazioni e quindi ucciso nei dintorni di Rivoli;
e) avere percosso violentemente con i suoi dipendenti, in occasione della cattura del Piol, la moglie e il figlio quattordicenne del Piol stesso; avere distrutto mediante incendio, a fine agosto 1944, il mobilio di casa Piol, asportando vari quintali di grano e di fagioli e una bicicletta;
f) essere stato autore delle delazioni che determinarono in Rivoli gli arresti dei partigiani Edoardo Arlorio e Cesare Rey;
g) avere partecipato alla cattura del partigiano Natale poi fucilato dai nazifascisti al colle della Maddalena.
- Capo 2°: avere approfittato della situazione creata dal fascismo, in concorso con vari individui non identificati, a Rivoli con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, introducendosi in casa d’abitazione e impossessandosi degli oggetti di cui al capo 1° e) per trarne profitto, e parimenti di quadri e tappeti della famiglia Avigdor di Rivoli.

Posizione processuale: latitante, contumace

Difesa: Avv. Guglielmo Fontana (d’ufficio)

Esito della sentenza:
- Condanna: pena di morte

- Sanzioni accessorie: confisca dei beni, pagamento delle spese

- Motivazioni della sentenza: la Corte ritiene provata senza alcun dubbio la responsabilità di Biagioni in tutti i reati a lui imputati. Allo stesso tempo risulta provata l’intensità del dolo.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
- Ricorso avanti Corte di Cassazione di Roma:
Data: 16.11.1951
Promosso da: Lidia Bertolo Biagioni, Avv. Franco Mariani
- Sintesi dei motivi di impugnazione: sentenza emessa in un clima incandescente; sentenza basata su deposizioni in cui sono stati ignorati volontariamente alcuni fatti con il palese obiettivo di delineare il Biagioni come un capo rastrellatore e seviziatore di partigiani, mentre, in realtà, non ebbe alcuna autorità o possibilità di comando; buona parte delle testimonianze contengono supposizioni personali e ipotesi; le dichiarazioni allegate in cui Biagioni viene descritto come uomo moralmente portato a fare del bene; disponibilità di diversi testimoni dell’accusa a rilasciare nuove deposizioni che scagionerebbero Biagioni.

- Sentenza Corte di Cassazione:
N.: 15108
Data: 06.05.1952
Esito: rigettato
Sintesi della sentenza: le nuove prove presentate non annullano in alcun modo quelle presentate durante il processo davanti alla Corte di Assise Sezione speciale di Torino, che delineano Biagioni come un persecutore di partigiani, seviziatore e partecipe di omicidio.

Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: dal 11.06.1945 a (dato non disponibile perché Biagioni scompare)

- Pena: condanna a morte

- Provvedimenti di clemenza: nessuno
15/10/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 260. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

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Carinci Ada 22/05/2023
Colombini Chiara 22/05/2023
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Come citare questa fonte. Processo contro Biagioni Atos (RG. N. 181/1946)  in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA18228]
Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020