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Fascicolo: Processo contro Teppa Caterina e Ballesio Zaverio (RG. N. 72/1946)

C00/00962/01/02/00086
Processo contro Teppa Caterina e Ballesio Zaverio (RG. N. 72/1946)
Processo contro Teppa Caterina e Ballesio Zaverio (RG. N. 72/1946)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 3ª Speciale
- Presidente: Dott. Paolo Del Mastro
- Giudici popolari: Marino Marini, Mario Capra, Dino De Bernardi, Iginio Monzeglio

Procura del Re di Torino: PM: Dott. Modestino Pedroni

Imputati:
n. 1: Caterina Teppa
n. 2: Zaverio Ballesio

Parti lese:
1 (1 uomo); tipologia (status): 1 partigiano: Antonio Garbolino.

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dall’8 settembre 1943 alla Liberazione, provincia di Torino (fatto specifico dicembre 1944 San Maurizio Canavese (TO))
- Tipologia: collaborazionismo politico art. 58 cpmg, delazione
- Descrizione sintetica: accusati di collaborazionismo in correità per avere favorito i disegni politici del nemico mediante delazione: nel dicembre 1944 hanno denunciato al Battaglione Nembo di San Maurizio Canavese (TO) Antonio Garbolino come autore di un prelevamento di tabacco a favore dei partigiani, causandone l’arresto e la fucilazione.

Denuncia:

Quanto all’imputato n.1: Caterina Teppa

- Tipologia: individuale
- Data: 30.06.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Caterina Garbolino
- Tipologia denunciante: familiare parte lesa
- Sintesi denuncia: Garbolino denuncia Caterina Teppa e sua madre Delfina Raglia per aver denunciato al Battaglione fascista Nembo di stanza a San Maurizio Canavese (TO) il nipote Antonio Garbolino e Zaverio Ballesio per aver prelevato dalla loro tabaccheria un chilo di tabacco per i partigiani. Garbolino era stato invitato da Ballesio a prelevare il tabacco presso la rivendita di Raglia e Teppa. In seguito alla denuncia di Teppa e Raglia, furono arrestati dal comando della Nembo Ballesio e Giuseppe Garbolino, padre di Antonio Garbolino perché questi era assente. Ballesio fu interrogato e rilasciato perché addossò l’intera colpa del prelevamento a Garbolino. Il padre di Garbolino fu rilasciato perché Ballesio promise che il figlio Antonio Garbolino si sarebbe presentato al comando. Ballesio si recò a casa di Antonio Garbolino e gli disse di presentarsi. Caterina Garbolino si recò da Ballesio, il quale la tranquillizzò dicendo che Antonio Garbolino sarebbe stato anche lui interrogato e poi rilasciato e che in caso contrario avrebbe accompagnato lui stesso la zia Caterina Garbolino al comando. Antonio Garbolino si presentò, ma non fu rilasciato. La denunciante si recò da Ballesio, il quale le disse che non l’avrebbe accompagnata al comando per non essere nuovamente arrestato e che il nipote Antonio Garbolino era trattenuto per altre accuse oltre a quella del prelievo di tabacco. Le zie di Garbolino si recarono al comando della Nembo e videro il nipote malandato per le percosse subite nell’ufficio del tenente Monti nel quale videro anche Teppa; secondo loro Teppa assistette a interrogatorio e percosse di Garbolino. Garbolino parlò con la zia Mariuccia Garbolino e le raccontò quanto era successo. Tornando a casa le sorelle Garbolino incontrarono il padre di Ballesio e gli dissero che suo figlio si era comportato male; l’uomo rispose di non parlare perché altrimenti sarebbero emerse accuse più gravi a carico del nipote. Antonio Garbolino fu trasferito a Ciriè (TO) il 30.01.1945 in carcere e il 01.02.1945 fu prelevato con altri quattro uomini e portato all’ospedale di Caselle Torinese (TO) e fu fucilato con gli altri da fascisti della Nembo di San Maurizio Canavese e della Folgore di Ciriè per vendicare l’uccisione di un milite della Folgore. Nell’aprile 1945 Caterina Garbolino incontrò Raglia e Ballesio e si lamentò con loro per quello che avevano fatto. Entrambi risposero che se Garbolino fosse stato più onesto e fosse stato educato diversamente niente gli sarebbe successo. La denunciante cita come testimoni Raimondo Bersisa, Felice Vallero e Pietro Vietti Ramus, arrestati dai fascisti e detenuti con il nipote Antonio Garbolino.

- Tipologia: collettiva
- Data: 14.09.1945
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Questura di Torino
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Teppa e Raglia sono denunciate quali collaborazioniste e delatrici sulla base della denuncia di Caterina Garbolino. Allegati: denuncia di Garbolino; interrogatorio di Teppa e Raglia; dichiarazioni dei testimoni partigiani Raimondo Bersisa e Felice Vallero detenuti con Garbolino.

Quanto all’imputato n. 2: Zaverio Ballesio

- Tipologia: individuale
- Data: 24.04.1945 e dichiarazione s.d.
- Autorità ricevente: Comando polizia partigiana 4ª Divisione Garibaldi
- Nominativo / Autorità denunciante: Caterina Garbolino
- Tipologia denunciante: familiare parte lesa
- Sintesi denuncia: il 06.01.1945 fascisti della Nembo arrestarono il partigiano Antonio Garbolino, nipote della denunciante, e lo portarono al comando a San Maurizio Canavese (TO). Caterina Garbolino si recò con la sorella Mariuccia al comando fascista per intervenire a favore del nipote e vide in una stanza Caterina Teppa che assisteva all’interrogatorio di Antonio Garbolino, condotto con percosse e insulti. Antonio Garbolino era accusato di aver prelevato 100 pacchetti di sigarette per il gruppo partigiano di Burlando presso il negozio di Teppa e di altre cose. Antonio Garbolino quando poté parlare con le zie disse che Teppa lo aveva denunciato. Il 01.02.1945 Garbolino fu fucilato dai fascisti a Caselle Torinese (TO). Quando Caterina Garbolino incontrò la madre di Caterina Teppa le disse che era responsabile della morte del nipote e la donna rispose che se Antonio Garbolino fosse stato educato meglio niente gli sarebbe successo. Il giorno dell’arresto del nipote una persona disse a Caterina Garbolino che Zaverio Ballesio aveva addossato tutta la responsabilità per il prelievo delle sigarette a Garbolino. Incontrando il padre di Ballesio, Caterina Garbolino gli disse che suo figlio aveva incolpato Antonio Garbolino di tutto e Giovanni Ballesio le rispose di tacere se non voleva accadesse altro. Qualche tempo prima di essere fucilato, Antonio Garbolino stesso confermò che Zaverio Ballesio lo aveva accusato di tutto. Quando nell’aprile 1945 Caterina Garbolino incontrò Ballesio e gli disse di vergognarsi perché aveva causato la fucilazione di Antonio Garbolino, Ballesio rispose che se Garbolino fosse stato più onesto non l’avrebbero ucciso. Da queste parole Caterina Garbolino deduce che siano Teppa e Ballesio i responsabili della morte del nipote Antonio Garbolino.

Arresto:

Quanto all’imputato n. 1: Caterina Teppa
- Data e luogo: 05.09.1945
- Autorità procedente: Questura di Torino
Con Caterina Teppa viene arrestata anche la madre Delfina Raglia, la quale viene posta in libertà provvisoria dal PM presso la Corte d’Assise di Torino con ordinanza del 02.10.1945 per la tenuità dei fatti a lei contestati; con ordinanza del PM del 14.03.1945 è ordinata l’archiviazione del procedimento contro Raglia perché dall’istruttoria è risultato che non ha partecipato in alcun modo ai fatti per i quali sono indagati Teppa e Ballesio.

Quanto all’imputato n. 2: Zaverio Ballesio
- Nessun arresto.
Il 26.10.1945 nel trasmettere al PM il verbale di interrogatorio di Ballesio davanti ai Carabinieri di Ciriè (TO) del 01.09.1945 la Questura di Torino riporta che il comando dei Carabinieri non ha potuto accertare le responsabilità di Ballesio nell’uccisione di Garbolino, anche se resta un mistero perché Ballesio sia stato subito rilasciato e Garbolino invece fucilato. L’Ufficio politico della Questura ha lasciato Ballesio a piede libero non essendo emersi a suo carico elementi specifici a riprova delle sue responsabilità.

Imputazioni: collaborazionismo politico art. 58 cpmg

Descrizione: accusati di collaborazionismo in correità per avere favorito i disegni politici del nemico mediante delazione: nel dicembre 1944 hanno denunciato al Battaglione Nembo di San Maurizio Canavese (TO) Antonio Garbolino come autore di un prelevamento di tabacco a favore dei partigiani, causandone l’arresto e la fucilazione.

- Imputato n. 1: Caterina Teppa
Posizione processuale: in libertà provvisoria, costituita in giudizio

Difesa: Avv. Guido Mancini [cognome non chiaro; non chiaro se d’ufficio o di fiducia]

- Imputato n. 2: Zaverio Ballesio
Posizione processuale: libero, costituito in giudizio

Difesa: Avv. Carlo Zini

Esito della sentenza:
- Assoluzione/non luogo a procedere: assolti dal reato di collaborazionismo politico per non aver commesso il fatto.

- Motivazioni della sentenza: la Corte ritiene che non siano stati gli imputati a denunciare Garbolino e a provocarne l’arresto e la conseguente fucilazione: attraverso le dichiarazioni dei testimoni (Capra e Nicolotto) è accertato che i militi della Nembo rimproverarono la madre di Caterina Teppa per aver omesso di denunciare il prelevamento di tabacco dalla sua rivendita da parte dei partigiani e che arrestarono Teppa al posto della madre a causa delle cattive condizioni di salute di quest’ultima. Il fatto che i fascisti rimproverassero Teppa e Raglia per l’omessa denuncia del prelevamento di tabacco da parte dei partigiani basta a escludere che siano state le due donne a denunciare Garbolino. Non è provato che le dichiarazioni rese da Teppa al distaccamento della Nembo abbiano aggravato la posizione di Garbolino, né che Teppa sia stata presente all’interrogatorio e alle percosse. La zia di Antonio Garbolino, Caterina Garbolino, ha dichiarato di aver visto Teppa nella stanza del comando dove veniva interrogato e percosso suo nipote ma, quando le si è chiesto di precisare, ha dichiarato di aver visto la Teppa uscire dagli uffici e non di averla vista nella stessa stanza con il nipote. Se anche Teppa fosse stata fatta entrare nella stanza dove era Antonio Garbolino per metterli a confronto, non è detto che abbia aggravato la posizione di Garbolino. Nel dichiarare al tenente Monti che erano stati effettivamente Garbolino e Ballesio a prelevare il tabacco dal suo esercizio, Teppa si attenne alle indicazioni datele da Ballesio e Garbolino prima di andare al comando (deposizione Nicolotto) perché sapevano che era inutile e forse dannoso per loro negare, visto che ormai il fatto era noto in paese e ai fascisti. Quindi va escluso che sia Teppa la denunciante, anche perché i partigiani Varetto e Martinetto hanno dichiarato che Teppa era favorevole ai partigiani e sia lei che sua madre più volte consegnarono senza difficoltà tabacco alle formazioni. Per quanto riguarda Ballesio, può essere sospetto il fatto che lui fu subito rilasciato dai fascisti mentre Garbolino fu trattenuto e poi fucilato, ma il diverso trattamento può essere spiegato con il precedente arresto armato di Garbolino (testimonianza Nicolotto) e con gli altri addebiti contestatigli dai fascisti oltre al prelevamento di tabacco (testimonianza Vallino). Il fatto che Ballesio sia stato arrestato esclude che sia stato lui a denunciare il prelevamento del tabacco. In ogni caso il prelevamento non è stato il motivo della fucilazione (testimonianza Vallino). Inoltre il prelevamento non era autorizzato dai comandi partigiani (testi Martinetto e Varetto), tant’è vero che Garbolino lo offrì in vendita a civili (teste Bonicotto) e ciò avvalora l’ipotesi che qualcuno in paese si sia risentito per essere rimasto senza tabacco e abbia denunciato Ballesio e Garbolino alla Nembo.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
Nessuna impugnazione.

Esecuzione della pena:

Quanto all’imputato n.1: Caterina Teppa:
- Carcerazione preventiva: dal 05.09.1945 al 16.01.1946 (ordinanza del PM di concessione della libertà provvisoria per la tenuità dei fatti).

Quanto all’imputato n.2: Zaverio Ballesio:
- nessuna carcerazione.

30/04/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 253. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

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Mira Roberta 01/06/2023
Colombini Chiara 01/06/2023
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Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020