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Fascicolo: Processo contro Isca Melchiorre (RG. N. 6/1946).

C00/00962/01/02/00090
Processo contro Isca Melchiorre (RG. N. 6/1946).
Processo contro Isca Melchiorre (RG. N. 6/1946)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 1ª Speciale

Composizione del Collegio:
Presidente: Dott. Livio Enrico
Giudici popolari: Federico Favaro, Gino Pelazza, Mario Sosio de Rosa, Giorgio Ceresa

Procura del Re di Torino:
PM: Avv. Muggia

Imputati:
n. 1: Melchiorre Isca

Parti lese:
5 (3 uomini, 2 donne), tipologia (status): civile (5): Iride Actis, Calogero Ferracane, Pietro Bosco, Margherita Boasso, Vincenzo Trifiletti

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dal 1944 al luglio-agosto 1945, Torino
- Tipologia: collaborazionismo, truffa e usurpazione di titolo
- Descrizione sintetica:
a) aver collaborato con il tedesco invasore a Torino, presentando denuncia alla Brigata nera A. Capelli nel febbraio 1945 contro Iride Actis, quale disfattista e favoreggiatrice dei partigiani;
b) aver con più azioni consecutive del medesimo disegno criminoso in giorni imprecisati dell’anno 1944 e del luglio-agosto 1945 a Torino, indotto in errore Pietro Bosco, Enzo Trifiletti, Margherita Boasso con artifici e raggiri, cioè spacciandosi per ingegnere del Genio civile e colonnello del Genio militare incaricato delle pratiche per la confisca e vendita dei beni dei fascisti, e facendosi così consegnare rispettivamente lire 150000, 130000 e 30000 di cui traeva ingente profitto con rilevante danno degli stessi; nonché avere compiuto atti diretti in modo non equivoco a ottenere un ingiusto profitto in danno di Calogero Ferracane, a cui chiedeva somme di denaro con il pretesto di ottenere il rimpatrio del figlio internato in Germania e senza raggiungere l’intento per circostanze indipendenti dalla sua volontà;
c) essersi qualificato contrariamente al vero, nelle medesime circostanze di tempo e di luogo di cui al precedente capo e in esecuzione del medesimo disegno criminoso, quale ingegnere del Genio civile e colonnello del Genio militare, allo scopo di poter commettere il reato di cui al capo precedente.

Denuncia:
- Tipologia: 1), 2) individuale
- Data: 1) 24.05.1945; 2) 03.09.1945
- Autorità ricevente: 1) Questura di Torino; 2) ufficio politico
- Nominativo / Autorità denunciante: 1) Iride Actis; 2) Calogero Ferracane
- Tipologia denunciante: 1), 2) parte lesa
- Sintesi denuncia: 1) per essere stata denunciata alla Brigata nera A. Capelli e per aver subito per questo una perquisizione dalla Brigata nera stessa; 2) per essere stato truffato da Isca, il quale gli chiese soldi per far rientrare suo figlio dalla Germania.

Arresto:
- Data e luogo: 06.10.1945, Torino
- Autorità procedente: dato non disponibile

Imputazioni:
Capo 1°: collaborazionismo politico art. 58 cpmg;
Capo 2°: truffa (art. 81, art. 640 e 61 cp);
Capo 3°: usurpazione di titoli (art. 81, art. 498, art. 61 cp).

Descrizione:
Capo 1°: aver collaborato con il tedesco invasore a Torino, presentando denuncia alla Brigata nera A. Capelli nel febbraio 1945 contro Iride Actis, quale disfattista e favoreggiatrice dei partigiani.
Capo 2°: aver con più azioni consecutive del medesimo disegno criminoso in giorni imprecisati dell’anno 1944 e del luglio-agosto 1945 a Torino, indotto in errore Pietro Bosco, Enzo Trifiletti, Margherita Boasso con artifici e raggiri, cioè spacciandosi per ingegnere del Genio civile e colonnello del Genio militare incaricato delle pratiche per la confisca e vendita dei beni dei fascisti, e facendosi così consegnare rispettivamente lire 150000, 130000 e 30000 di cui traeva ingente profitto con rilevante danno degli stessi; nonché avere compiuto atti diretti in modo non equivoco a ottenere un ingiusto profitto in danno di Calogero Ferracane, a cui chiedeva somme di denaro con il pretesto di ottenere il rimpatrio del figlio internato in Germania e senza raggiungere l’intento per circostanze indipendenti dalla sua volontà;
Capo 3°: essersi qualificato contrariamente al vero, nelle medesime circostanze di tempo e di luogo di cui al precedente capo e in esecuzione del medesimo disegno criminoso, quale ingegnere del Genio civile e colonnello del Genio militare, allo scopo di poter commettere il reato di cui al capo precedente.

Posizione processuale: detenuto, costituito in giudizio

Difesa: Avv. Avonto (d’ufficio), poi sostituito dall’Avv. Francesco Camoletto e dall’Avv. Oreste Gennaro (di fiducia).

Esito della sentenza:
- Assoluzione / non luogo a provvedere: assoluzione per insufficienza di prove per il reato di collaborazionismo politico.

- Condanna: pena detentiva di 7 anni (assegnato a una colonia agricola per anni tre).

- Sanzioni accessorie: multa di 6000 lire, interdizione perpetua dai pubblici uffici e legale durante la pena, pagamento delle spese processuali, pubblicazione della sentenza a spese dell’imputato sui giornali “Sempre avanti” e “Popolo nuovo” di Torino.

- Motivazioni della sentenza: la Corte non ritiene provato il dolo specifico necessario per integrare il delitto di collaborazionismo politico. Per quanto riguarda il reato di truffa e quello di usurpazione di titoli, la Corte li ritiene ampiamente provati dalle prove portate e discusse durante il dibattimento. La Corte ritiene necessario attribuire, per il reato di truffa, l’aggravante del valore rilevante e quella della recidiva.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
- Ricorso avanti Corte di Cassazione (non specificato):
Data: 04.04.1946
Promosso da: l’imputato, Avv. Francesco Camoletto e avv. Oreste Gennaro
- Sintesi dei motivi di impugnazione presentati dall’imputato:
1) violazione dell’art. 49 cp perché la Corte d’assise di Torino, sezione speciale, non ha competenza a giudicare sui reati di truffa e usurpazione di titoli; 2) violazione dell’art. 475 n. 3 cpp perché manca la motivazione per cui non sono stati presi in esame le discolpe del ricorrente in ordine agli addebiti di truffa; 3) violazione dell’art. 475 n. 3 cpp in relazione all’art. 61 n. 5 cp: non vengono prese in esame le ragioni in relazione alla potenzialità economica delle parti offese;
4) violazione dell’art. 475 n. 3 cpp in relazione all’art. 133 cp: non è stata presa in esame nella gradazione della pena la pericolosità del ricorrente.

- Sentenza Corte di Cassazione:
N.: 4545
Data: 17.10.1947
Esito: rigetto del ricorso e pagamento di una somma di 5000 lire alla Cassa delle ammende
Sintesi della sentenza: dato non disponibile

Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: dal 06.10.1945 al 03.04.1946

- Pena: dal 03.04.1946 al dato non disponibile
Durata prevista detenzione: 7 anni
Durata effettiva detenzione: dato non disponibile

Provvedimenti di clemenza: nessuno.
03/04/1948
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 247. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

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Carinci Ada 09/06/2023
Colombini Chiara 03/10/2023
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Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020