Processo contro Bongiovanni Maria e Gabbiati Giovanna (RG. N. 68/1946)
C00/00962/01/02/00093
Processo contro Bongiovanni Maria e Gabbiati Giovanna (RG. N. 68/1946)
Processo contro Bongiovanni Maria e Gabbiati Giovanna (RG. N. 68/1946)
Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 1ª Speciale
- Presidente: Dott. Giovanni Giordano
- Giudici popolari: Francesco Della Valle, Pierino Suozzi, Alessandro Camuffo Cattani, Italo Malberti
Procura del Re di Torino: PM: Avv. Ettore Moscone
Imputati:
n. 1 Maria Bongiovanni
n. 2 Giovanna Teresa Gabbiati
Parti lese:
3 (1 uomo, 2 donne); tipologia (status): 3 civili: Lidia Rosso, Giuseppe Nalli, Ester Pittatore.
Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: 1944, Moncalieri (TO)
- Tipologia: collaborazionismo politico, delazione
- Descrizione sintetica:
Quanto alle imputate n. 1 e n. 2: Maria Bongiovanni e Giovanna Gabbiati
Accusate di collaborazionismo politico per aver denunciato alla Gnr di via Asti a Torino, che li arrestò, Lidia Rosso, per aver bruciato il gagliardetto del Fascio di Moncalieri il 26.07.1943, e Giuseppe Nalli e Ester Pittatore, per aver gettato i distintivi fascisti il 26.07.1943.
Quanto all’imputata n. 1: Maria Bongiovanni
Bongiovanni è accusata anche di aver denunciato Pittatore e Rosso come antifasciste alla Gnr di Moncalieri nel novembre 1944.
Denuncia:
Quanto alle imputate n. 1 e n. 2: Maria Bongiovanni e Giovanna Gabbiati
- Tipologia: individuale
- Data: 07.05.1945
- Autorità ricevente: Comando di polizia presso il Comando piazza di Moncalieri (TO)
- Nominativo / Autorità denunciante: Lidia Rosso
- Tipologia denunciante: parte lesa
- Sintesi denuncia: il 20.04.1944 Rosso fu arrestata da agenti di PS dell’Ufficio di polizia del castello di Moncalieri e portata prima alle carceri mandamentali e poi a Torino in via Asti con l’accusa di aver bruciato il gagliardetto del Fascio di Moncalieri il 26.07.1943. Furono arrestati anche la figlia di Rosso, Ester Pittatore, e il suo fidanzato (ora marito) Giuseppe Nalli accusati di aver gettato i distintivi da giovane italiana di Pittatore dalla finestra, distintivi che caddero sul terrazzo della vicina di casa Giovanna Gabbiati. Gabbiati, insieme a Maria Bongiovanni, altra inquilina dell’edificio, presero i distintivi e li portarono alla caserma di via Asti denunciando Rosso, Pittatore e Nalli. In un confronto tra Pittatore e le denuncianti, Gabbiati e Bongiovanni dissero all’inquirente che Pittatore aveva gettato i distintivi in faccia a loro dicendo con disprezzo «To’, fascistona!». Rosso cita come testimoni della presenza di Gabbiati e Bongiovanni in via Asti Antonia Busso, Maddalena Bauducco, Pina Boffa, Costanza Rossi che si erano recate in via Asti per avere notizie dei loro parenti lì detenuti. Come testimoni che videro lei e sua figlia in stato di detenzione in via Asti Rosso cita Pasquale Bosco, Domenica Bonino, Celestina Lionet e la levatrice Devalle che era detenuta in via Asti. Rosso fu trattenuta dal 20 al 22.04.1944 e Pittatore dal 20 al 27.04.1944. Dopo la detenzione si ammalarono e dovettero ricorrere alle cure mediche. Bongiovanni aveva denunciato Rosso già nel 1941 per aver parlato male di Mussolini con una vicina di casa e per averla invitata ad ascoltare Radio Londra. Rosso fu chiamata all’Ufficio politico della Questura per essere interrogata e, in seguito, Rosso, la denunciante Bongiovanni e la vicina di casa con cui aveva parlato Rosso furono chiamate davanti alla Commissione per il confino. Le indagini svolte dal comandante dei Carabinieri maresciallo Giovanni Molinario evitarono che Rosso fosse assegnata al confino. Gabbiati e Bongiovanni continuarono a perseguitare Rosso tacciandola di essere anti-italiana e antifascista e la sera del 31.01.1944 mandarono da lei due militi fascisti che entrarono in casa con i fucili spianati e le intimarono di andare al castello di Moncalieri visto che aspettava con ansia l’arrivo degli inglesi. Rosso raccontò ai due militi i diversi episodi di persecuzione subiti da parte di Gabbiati e Bongiovanni e i due militi si convinsero che le accuse erano frutto di vendette personali. Rosso e sua figlia hanno vissuto anni di apprensione per le persecuzioni di Bongiovanni e Gabbiati con la paura di essere arrestate e mandate al confino o in un campo di concentramento in Germania.
- Tipologia: collettiva
- Data: 09.09.1945
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Questura di Torino
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Bongiovanni e Gabbiati sono accusate di aver fatto arrestare Lidia Rosso, sua figlia Ester Pittatore e il fidanzato di questa Giuseppe Nalli per aver bruciato il gagliardetto del Fascio di Moncalieri il 26.07.1943. Bongiovanni denunciò Rosso anche nel 1941 per aver parlato male di Mussolini e Rosso fu proposta per il confino di polizia.
Descrizione:
Quanto alle imputate n. 1 e n. 2: Maria Bongiovanni e Giovanna Gabbiati
Accusate di collaborazionismo politico per aver denunciato alla Gnr di via Asti a Torino, che li arrestò, Lidia Rosso, per aver bruciato il gagliardetto del Fascio di Moncalieri il 26.07.1943, e Giuseppe Nalli e Ester Pittatore, per aver gettato i distintivi fascisti il 26.07.1943.
Quanto all’imputata n. 1: Maria Bongiovanni
Bongiovanni è accusata anche di aver denunciato Pittatore e Rosso come antifasciste alla Gnr di Moncalieri nel novembre 1944.
Posizione processuale:
Quanto all’imputata n. 1: Maria Bongiovanni
Libera, costituita in giudizio
Difesa: Avv. Alessandro Talucchi (di fiducia)
Quanto all’imputata n. 2: Giovanna Gabbiati
Libera, costituita in giudizio
Difesa: Avv. Eugenio Giordano (di fiducia)
Esito della sentenza:
- Assoluzione/Non luogo a procedere: assolte dal reato di collaborazionismo politico per insufficienza di prove.
- Motivazioni della sentenza: la Corte ritiene provato che Bongiovanni e Gabbiati si recarono in via Asti, perché chiamate a presentarsi, e confermarono le accuse contro Rosso, Pittatore e Nalli relativamente alla questione dei distintivi, mentre non sapevano dell’incendio del gagliardetto. Non è stato però provato che siano state le imputate a denunciare. Quanto ai motivi si tratta di sfogo di sentimenti di vendetta e non è certo che le imputate abbiano voluto favorire i disegni politici del nemico, ovvero non c’è prova certa sul dolo. Si assolve pertanto per insufficienza di prove.
Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
- Ricorso avanti Corte di Cassazione di Roma
Data: 07.06.1946
Promosso da: Giovanna Gabbiati, Avv. Eugenio Giordano
- Sintesi dei motivi di impugnazione: la Corte non ha motivato perché ha assolto con formula dubitativa.
- Sentenza Corte di Cassazione:
Data: 06.05.1947
Esito: inammissibilità
Motivazioni: il ricorso è inammissibile per difetto di specificità dei motivi.
Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: nessuna
- Pena: nessuna.
09/05/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 252. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".
Come citare questa fonte. Processo contro Bongiovanni Maria e Gabbiati Giovanna (RG. N. 68/1946) in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA18559]