C00/00962/01/02/00095
Processo contro Zamana Oreste (RG. N. 85/1946)
Processo contro Zamana Oreste (RG. N. 85/1946)
Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 1ª Speciale
- Presidente: Dott. Giovanni Giordano
- Giudice a latere: Dott. Efisio Marrè
- Giudici popolari: Pierino Suozzi, Alessandro Camuffo Cattani, Mario Amedeo, Italo Malberti, Emilio Montemaggi
Procura del Re di Torino: PM: Avv. Giovanni Durando
Imputati:
n. 1 Oreste Zamana
Parti lese:
11 (7 uomo, 4 donne); tipologia (status): 1 civile, 3 collaboratori dei partigiani, 4 partigiani (di cui 2 anche ebrei), 4 ebrei, 1 partigiano o collaboratore dei partigiani: Adele Lovera, Alessandra Gremigni, Renato Treves, Luciano Treves, Salvatore Segre, Alberto Segre, Emilio Bo, Pasquale Javarone, Clio Marini, Marini (fratello di Clio), Angela Belvisio in Domenichini.
1 collettività: ditta Vara
Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dall’8 settembre 1943 al giugno 1944, Torino (fatti specifici dicembre 1943, Torino)
- Tipologia: collaborazionismo politico, delazioni, rastrellamenti, operazioni di polizia, arresti
- Descrizione sintetica: accusato di collaborazionismo politico in concorso con il padre Amedeo Zamana per aver favorito i disegni politici del nemico invasore partecipando a rastrellamenti e operazioni di polizia per conto delle SS, collaborando all’arresto di Clio Marini [erroneamente indicata come Elio Mioni], Adele Lovera, Alessandra Gremigni, Renato Treves, Luciano Treves, Salvatore Segre, Alberto Segre, gli ultimi quattro dei quali sono stati deportati in Germania e sono scomparsi. Accusato inoltre di aver concorso al furto per trarne profitto di mobili di Treves, di vestiti di Bo, di un triciclo e di una macchina da scrivere della ditta Vara.
Denuncia:
- Tipologia: collettiva
- Data: 25.05.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Cln Comando piazza di Torino
- Tipologia denunciante: Cln/partigiani
- Sintesi denuncia: Il Comando piazza di Torino denuncia Amedeo Zamana e Oreste Zamana come persone al servizio delle SS dell’Albergo Nazionale come informatori. Li definisce loschi e venali e dichiara che si sono infiltrati nelle formazioni partigiane per raccogliere informazioni e organizzare arresti con l’inganno, causando l’arresto e la morte di diversi partigiani. L’attività degli Zamana è stata scoperta verso la fine di giugno del 1944 e il padre Amedeo Zamana è stato ucciso in un agguato, mentre il figlio Oreste è rimasto ferito a una gamba ed è stato ricoverato all’ospedale e curato; in seguito è scomparso. Si è scoperto recentemente che abita in via Verolengo con la famiglia e che si è inserito tra le file comuniste sperando di coprire il suo «passato di traditore e assassino». Il Comando piazza chiede l’arresto di Oreste Zamana.
- Tipologia: individuale
- Data: 31.08.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Giacomo Treves
- Tipologia denunciante: civile, familiare parte lesa
- Sintesi denuncia: Treves denuncia Amedeo Zamana per aver fatto arrestare suo genero Salvatore Segre e il figlio di lui Alberto Segre, deportati e deceduti a Mauthausen, e i nipoti di Treves, Luciano e Renato Treves, deportati e non ancora tornati a casa. Zamana fingeva di essere un partigiano alle dipendenze del tenente Bo e utilizzava come base per le sue azioni la sua abitazione di piazza Bazzani 36 e Treves ritiene che il figlio di Zamana fosse complice nella sua attività. Treves indica come persone che possono dare informazioni sul conto della famiglia Zamana il portiere di via Thesauro 2 dove la moglie di Amedeo Zamana gestiva un negozio, Leone Treves, Eugenia Treves in Segre, Ludovico Cases che fu arrestato insieme a sua moglie da Zamana e poi rilasciato. Treves indica anche come complici di Zamana, oltre al figlio Oreste, Augusto Demichelis, e un certo Francesco che faceva da fattorino di Segre. Demichelis faceva parte delle SS tedesche dell’Albergo Nazionale e anche sua moglie pare fosse una spia e andasse armata alla ricerca di partigiani nella zona di Celle Enomondo (AT).
- Tipologia: individuale
- Data: 15.10.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Eugenia Treves in Segre
- Tipologia denunciante: ebrea, familiare parte lesa
- Sintesi denuncia: nella sua deposizione in istruttoria accusa Amedeo e Oreste Zamana come responsabili della denuncia e dell’arresto del marito Salvatore Segre e del figlio Alberto Segre; sono corresponsabili il fattorino della ditta in cui lavorava Salvatore Segre, Francesco Galante, che era a conoscenza delle intenzioni di Zamana e non avvertì Segre, e Demichelis che partecipò all’arresto d’accordo con Zamana e Galante.
- Tipologia: individuale
- Data: 15.10.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Leone Treves
- Tipologia denunciante: ebreo, familiare parte lesa
Sintesi denuncia: nella sua deposizione in istruttoria accusa Amedeo Zamana e suo figlio Oreste Zamana di essere i maggiori responsabili dell’arresto dei figli Renato e Luciano Treves, poi deportati a Mauthausen e dispersi.
- Tipologia: individuale
- Data: 18.10.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Emilio Bo
- Tipologia denunciante: civile, parte lesa
- Sintesi denuncia: nella sua deposizione in istruttoria Bo denuncia Oreste Zamana per furto, appropriazione indebita, violazione di domicilio e collaborazionismo con i tedeschi.
- Tipologia: collettiva
- Data: 07.11.1945
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Ufficio politico Questura di Torino
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Oreste Zamana è denunciato come collaboratore dei tedeschi, appartenente alle SS dell’Albergo Nazionale di Torino, criminale di guerra, delatore, persecutore e seviziatore di partigiani ed ebrei. Si allegano le denunce individuali e le dichiarazioni delle parti lese e dei testimoni.
- Tipologia: individuale
- Data: 14.11.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: ditta Vara nella persona dell’amministratore unico Giuseppe Battistini
- Tipologia denunciante: civile
- Sintesi denuncia: Amedeo Zamana, che apparteneva alle SS italiane, con il pretesto che la ditta Vara era di capitale prevalentemente ebraico, minacciò personalmente l’amministratore e operò soprusi nei confronti della ditta stessa, asportando mobili, attrezzatura, ecc. per tornaconto personale con il pretesto della politica. Il figlio di Zamana, Oreste, collaborò con il padre in questa attività e sequestrò personalmente un triciclo e una macchina da scrivere.
Arresto:
- Data e luogo arresto: 20.10.1945, Torino
- Autorità procedente: Questura di Torino
Imputazioni:
- Capo 1°: collaborazionismo politico art. 58 cpmg;
- Capo 2°: furto art. 624, 61 n. 5 cp.
Descrizione:
- Capo 1°: Oreste Zamana è accusato di collaborazionismo politico in concorso con il padre Amedeo Zamana per aver favorito i disegni politici del nemico invasore partecipando a rastrellamenti e operazioni di polizia per conto delle SS, collaborando all’arresto di Clio Marini [erroneamente indicata come Elio Mioni], Adele Lovera, Alessandra Gremigni, Renato Treves, Luciano Treves, Salvatore Segre, Alberto Segre, gli ultimi quattro dei quali sono stati deportati in Germania e sono scomparsi.
- Capo 2°: accusato inoltre di aver concorso al furto per trarne profitto di mobili di Treves, di vestiti di Bo, di un triciclo e di una macchina da scrivere della ditta Vara.
- Posizione processuale: detenuto, costituito in giudizio
- Difesa: Avv. Vittorio Chauvelot (di fiducia)
Esito della sentenza:
- Assoluzione/non luogo a procedere: assoluzione per insufficienza di prove dal secondo capo di imputazione (furto).
- Condanna: condanna per reato di collaborazionismo politico art. 58 cpmg; pena detentiva 2 anni, 11 mesi e 18 giorni
- Sanzioni accessorie: pagamento spese legali
- Attenuanti:
attenuanti generiche ex art. 62bis cp
altre attenuanti ex art. 114 cp
- Motivazioni della sentenza: la Corte ritiene accertata la responsabilità di Oreste Zamana per il primo capo di imputazione (collaborazionismo politico) per la collaborazione con il padre Amedeo Zamana e specialmente per gli arresti di Clio Marini (tentativo di darle una pistola per aggravare la sua posizione), Adele Lovera (scorta armata fino all’Albergo Nazionale dopo l’arresto effettuato dal padre Amedeo Zamana), Alessandra Gremigni (mancato avviso alla madre di Alessandra Gremigni dell’imminente arresto della Gremigni stessa), per aver fatto credere a Alberto Segre e ai Treves di voler andare tra i partigiani con loro, traendoli in inganno, per aver consegnato alle carceri 5 partigiani per ordine di suo padre, per essere stato presente agli interrogatori di Emilio Bo all’Albergo Nazionale e aver consegnato all’Albergo Nazionale il biglietto che la sorella di Bo Antonietta scrisse per lui e diede a Oreste Zamana [erroneamente la Corte scrive che Antonietta Bo fu arrestata e accompagnata all’Albergo Nazionale da Oreste Zamana, ma Antonietta Bo nella sue deposizioni non dice di essere stata arrestata, ma di essere andata all’Albergo per vedere il fratello]. Inoltre Oreste Zamana ha confessato a Javarone davanti a testimoni dopo la pubblicazione dell’articolo (solo il teste Tarantini ha dichiarato che Oreste Zamana disse di condannarlo nel caso fosse colpevole di qualcosa, ma non ammise la colpevolezza chiedendo una condanna, ma la Corte ritiene che il teste sia indulgente per i favori ricevuti dall’imputato durante la detenzione in via Asti). L’amputazione della gamba subita da Oreste Zamana non è una prova di partecipazione a rastrellamenti poiché dalla documentazione clinica risulta che fu dovuta a incidente e stritolamento e frattura della gamba. Provata la materialità della collaborazione, la Corte ritiene provato anche il dolo perché Oreste Zamana prestò la sua collaborazione volontariamente e coscientemente. L’aiuto prestato ai partigiani dopo la morte del padre non modifica quanto fatto in precedenza come collaborazione volontaria e consapevole del favore ai disegni politici del nemico. L’aiuto prestato ai partigiani da Oreste Zamana, che risulta pure provato, vale per la concessione delle attenuanti ex art. 62bis cp, mentre la partecipazione minima alla preparazione e all’esecuzione degli arresti (prevalentemente attribuibili al padre Amedeo Zamana) e le pressioni ricevute dal padre gli valgono la concessione delle attenuanti ex art. 114 cp. La pena inflitta è calcolata partendo dal minimo di pena di 10 anni e applicando le attenuanti.
Per il secondo capo di imputazione (furto) invece la Corte ritiene che non si siano raggiunte le prove a carico di Oreste Zamana e in virtù di tale giudizio non è necessario accogliere la richiesta della difesa di sentire ulteriormente il teste Battistini (ditta Vara che subì un furto di materiale attribuito a Zamana).
Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
- Ricorso avanti Corte di Cassazione di Roma
Data: 29.05.1946
Promosso da: Oreste Zamana, Avv. Vittorio Chauvelot
- Sintesi dei motivi di impugnazione: violazione art. 475 cpp per contradditoria e manchevole motivazione sul dolo perché Oreste Zamana fu costretto a collaborare dal timore che gli incuteva suo padre e dalle minacce che questi aveva rivolto ai suoi amici; la collaborazione non fu pertanto libera. E non fu volontaria; infatti Oreste Zamana era a favore del movimento partigiano, tanto che in un primo tempo cercò di unirsi ai partigiani in montagna e solo quando fu costretto a tornare a Torino e fu sotto l’influenza del padre collaborò, per tornare ad aiutare i partigiani non appena il padre fu ucciso. Il PM infatti ha chiesto l’assoluzione per insufficienza di prove sul dolo e la stessa conclusione avrebbe dovuto raggiungere la Corte.
- Sentenza Corte di Cassazione:
Data: 23.04.1947
Esito: annullamento senza rinvio
Motivazioni: reato estinto per amnistia
Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: dal 20.10.1945 al 29.05.1946
Pena: dal 29.05.1946 al 04.07.1946 (su ordinanza di concessione della libertà provvisoria del PM del 04.07.1946 perché il reato è estinto per l’amnistia Togliatti)
Durata prevista della detenzione: 2 anni, 11 mesi, 18 giorni
Durata effettiva della detenzione: 1 mese, 5 giorni
Provvedimenti di clemenza: amnistia Togliatti.
29/05/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 253. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".
Come citare questa fonte. Processo contro Zamana Oreste (RG. N. 85/1946) in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA18561]