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Fascicolo: Processo contro Meda Agostino (RG. N. 87/1946)

C00/00962/01/02/00107
Processo contro Meda Agostino (RG. N. 87/1946)
Processo contro Meda Agostino (RG. N. 87/1946)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 3ª Speciale
- Presidente: Dott. Carlo Delmastro
- Giudice a latere: Dott. Mario Carassi
- Giudici popolari: Carlo Bossola, Carlo Tedeschi, Aldo Guerraz, Mario Sosio De Rosa, Remo Rosa

Procura del Re di Torino: PM: Dott. Ettore Moscone

Imputati:
n. 1 Agostino Meda

Parti lese:
5 (5 uomini); tipologia (status): 3 civili, 2 militari: Bruno Quintagliè, Villani, 1 militare non identificato, Igino Mongiano, Alfredo Sella.

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dall’8 settembre 1943 alla Liberazione, Torino (fatti specifici 16.12.1943, Torino)
- Tipologia: collaborazionismo politico, perquisizioni, arresti
- Descrizione sintetica: accusato di collaborazionismo per aver favorito i disegni politici del nemico partecipando con altri rimasti sconosciuti a perquisizioni, estorsioni e arresti; accusato del delitto di estorsione aggravata (artt. 110-61 n.2 – 629 cap cp e 3 Dl 27.07.1944 n. 159) per essersi fatto consegnare merce per il valore di 86.000 lire da Igino Mongiano e due sacchi a pelo e 10.000 lire da Alfredo Sella minacciandoli con le armi insieme a un maresciallo nazi-fascista rimasto sconosciuto il 16.12.1943 a Torino.

Denuncia:
- Tipologia: individuale
- Data: 15.01.1946
- Autorità ricevente: 808° Battaglione CS, Stato Maggiore Regio Esercito, Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Alfredo Sella
- Tipologia denunciante: civile, parte lesa
- Sintesi denuncia: il 16 dicembre 1943 Meda si presentò nel suo negozio in borghese e armato insieme a un maresciallo in divisa della Milizia con diverse decorazioni; Meda disse di essere un agente della Polizia federale (di cui mostrò la tessera), incaricato di eseguire una perquisizione nel negozio per trovare eventualmente scarpe e cuoio che potessero servire alla forze armate. Al termine della perquisizione Meda e il maresciallo sequestrarono a Sella due sacchi a pelo del valore di alcune migliaia di lire. Meda disse a Sella che se fosse stato disposto a versargli del denaro da dare al maresciallo e agli uomini fuori dal negozio, avrebbe fatto in modo che fossero requisiti solo i sacchi a pelo e che Sella non avrebbe avuto problemi in futuro. Sella, impaurito dalla pistola che Meda aveva in mano e per evitare guai nel futuro, propose 10.000 lire, ma Meda disse che non bastavano: prese le 10.000 lire e concordò di passare a ritirare altre 5.000 lire due giorni dopo. Finita la perquisizione Sella e Mongiano (il cui negozio era stato perquisito e a cui era stata sequestrata della merce) furono condotti in corso Fiume, ma furono rilasciati subito perché il maggiore che doveva interrogarli non era presente. In seguito Sella fu chiamato al comando di corso Fiume e fu ricevuto da Meda nel suo ufficio. Meda lo trattò con cordialità e gli disse che in via amichevole intendeva chiudere le pratiche di Sella e di Mongiano (dicendo questo strappò alcuni fogli). Poi gli diede delle caramelle mostrando che in ufficio aveva molti cioccolatini, caramelle e biscotti.

- Tipologia: individuale
- Data: 15.01.1946
- Autorità ricevente: 808° Battaglione CS, Stato Maggiore Regio Esercito, Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Igino Mongiano
- Tipologia denunciante: civile, parte lesa
- Sintesi denuncia: il 16 dicembre 1943 Meda si presentò nel suo negozio insieme a un maresciallo in divisa della Milizia o della Gnr con diverse decorazioni e armato; Meda, che era in borghese, disse di essere un agente della Polizia federale (di cui mostrò la tessera), incaricato di eseguire una perquisizione nel negozio per trovare eventualmente merce detenuta irregolarmente o che potesse servire alla forze armate. Mongiano non sa dire se Meda fosse o meno armato. Al termine della perquisizione furono sequestrati a Mongiano diversi tagli di seta, pezze di foderame, tagli di stoffa, matassine di lana, un interno di pelliccia di agnello e 30 chili di farina, per un valore complessivo di circa 86.000 lire. Meda e il maresciallo presero per loro i tagli di stoffa per abiti da uomo e l’interno di pelliccia, e lasciarono l’altra merce che avrebbero provveduto a far ritirare. Prima di perquisire il negozio di Mongiano Meda e il maresciallo avevano perquisito quello di fronte di Sella e qui, oltre alla merce, si erano fatti consegnare anche del denaro. Mongiano e Sella furono condotti alla sede della Milizia in corso Fiume, ma furono subito rilasciati perché il maggiore che doveva interrogarli non era presente. In seguito Mongiano fu portato da uomini armati in auto al comando di corso Fiume e fu ricevuto da Meda nel suo ufficio. Meda lo trattò con cordialità e gli disse che in via amichevole intendeva chiudere la pratica di Mongiano (dicendo questo strappò alcuni fogli). Poi gli diede delle caramelle mostrando che in ufficio aveva molti cioccolatini, caramelle e biscotti. Al termine dell’incontro Meda accompagnò Mongiano in negozio e Meda fece ritirare con un autocarro la merce che aveva sequestrato. A gennaio del 1944 Mongiano riuscì a riottenere dall’ufficio politico investigativo dell’ispettorato della I zona di via Asti parte della merce (per un valore di circa 25.000 lire).

- Tipologia: individuale
- Data: 05.02.1946
- Autorità ricevente: 808° Battaglione CS, Stato Maggiore Regio Esercito, Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Bruno Quintagliè
- Tipologia denunciante: civile, parte lesa
- Sintesi denuncia: Meda, insieme ad altri due individui, arrestò Quintagliè dopo l’8 settembre 1943.

- Tipologia: collettiva
- Data: 05.03.1946
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: 315ª sezione FSS Torino – Sicurezza Militare Inglese
- Tipologia denunciante: autorità alleata
- Sintesi denuncia: Meda è denunciato per collaborazionismo con i nazi-fascisti alla Corte d’Assise di Torino dopo autorizzazione dell’Headquarters 2 District General Staff Intelligence.

- Tipologia: collettiva
- Data: 18.04.1946
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Stato Maggiore del Regio Esercito, ufficio I 2ª sezione, Centro CS Torino
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Meda è denunciato per sospetto CS [controspionaggio?] e collaborazionismo con i nazi-fascisti, per due furti, per concussione e porto abusivo di distintivi e decorazioni militari. Su richiesta del comando militare alleato 315ª sezione FSS l’ufficio denunciante ha arrestato Meda e ha iniziato le indagini da cui è risultato che Meda non è colpevole di attività informativa, ma è colpevole di collaborazionismo e di reati comuni.

Arresto:
- Data e luogo arresto: 28.12.1945, Torino
- Autorità procedente: Ufficio I 2ª sezione Stato Maggiore Regio Esercito Centro CS di Torino (su richiesta del comando militare alleato 315ª sezione FSS della sicurezza britannica che dopo le indagini alleate su di lui come agente nemico affidate al Centro CS di Torino dell’esercito italiano lo denuncia alla Corte d’Assise italiana)

Imputazioni: collaborazionismo politico art. 58 cpmg

Descrizione: accusato di collaborazionismo per aver favorito i disegni politici del nemico partecipando con altri rimasti sconosciuti a perquisizioni, estorsioni e arresti; accusato del delitto di estorsione aggravata (artt. 110-61 n.2 – 629 cap cp e 3 Dl 27.07.1944 n. 159) per essersi fatto consegnare merce per il valore di 86.000 lire da Igino Mongiano e due sacchi a pelo e 10.000 lire da Alfredo Sella minacciandoli con le armi insieme a un maresciallo nazi-fascista rimasto sconosciuto il 16.12.1943 a Torino.

Posizione processuale: detenuto, costituito in giudizio

Difesa: Avv. Giovanni Avonto; avv. Ugo Capuccio (di fiducia)

Esito della sentenza:
- Assoluzione/non luogo a procedere: assoluzione dal reato di collaborazionismo art. 58 cpmg per insufficienza di prove.

- Condanna: condanna per reato di estorsione art. 629 cp esclusa l’aggravante dell’art. 61 n.2. Pena detentiva 7 anni

- Sanzioni accessorie: multa in denaro [30.000 lire, lettura congetturale], interdizione legale durante l’espiazione della pena, sospensione della patria potestà, interdizione perpetua dai pubblici uffici, pagamento spese legali.

- Motivazioni della sentenza: la Corte ritiene che Meda vada assolto per insufficienza di prove dal reato di collaborazionismo che secondo l’accusa è relativo al fermo di Bruno Quintagliè e a quello dei due ufficiali dei bersaglieri presso l’Albergo Bologna. Nel primo caso al dibattimento lo stesso Quintagliè ha detto che Meda era presente al suo arresto, ma a chiedere i documenti a Quintagliè e ad arrestarlo furono i due individui che erano con Meda e non Meda stesso, il quale anzi cercò di far liberare Quintagliè. Nel secondo caso le deposizioni in dibattimento dei testimoni Ghiduzzi e Borio sono contrastanti: Ghiduzzi vide Meda quando questi andò a cercare i due ufficiali per controllare se avessero i documenti in regola, ma Ghiduzzi era assente quando i due furono portati via; Borio ha visto invece Meda far arrestare i due ufficiali e accompagnarli alla Casa littoria. Non risulta quindi certa la responsabilità di Meda nell’arresto. L’appartenenza di Meda alla Polizia federale non è in dubbio (egli fu visto negli uffici di corso Fiume), ma il solo appartenere a un corpo della Rsi non costituisce reato di collaborazionismo come definito nell’art. 58 del cpmg secondo il quale occorre un atto di favoreggiamento volontario compiuto in piena coscienza per favorire i disegni del nemico. Meda va però ritenuto colpevole per il secondo capo di imputazione per l’estorsione ai danni di Mongiano e Sella a fini di arricchimento personale, infatti la seta o la pelliccia sequestrate non potevano servire alle forze armate (non si tratta quindi di collaborazionismo politico o economico). Non c’è aggravante ex art. 62 cp perché Meda è assolto dal reato di collaborazionismo; non si possono concedere le attenuanti ex artt. 62 e 114 cp perché un danno di oltre 80.000 lire non si può definire di speciale tenuità e perché Meda è stato il primo a esercitare un’azione intimidatoria su Mongiano e Sella (mostrando la tessera della Polizia federale che era nota per le violenze e le malversazioni sui cittadini) ed è stato lui a perquisire i negozi e sequestrare la merce quindi non si può dire che ha svolto un’opera di minima importanza. La Corte ritiene infine di non poter concedere le attenuanti generiche perché Meda ha dalla sua solo alcuni atti di assistenza a sbandati dopo l’8 settembre 1943 e cioè prima di entrare a far parte della Polizia federale. Vista la gravità dei fatti e la personalità dell’imputato, che è privo di scrupoli, la Corte ritiene giusta la condanna a 7 anni di reclusione con le conseguenze di legge.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
- Ricorso avanti Corte di Cassazione di Roma
Data: 29.05.1946
Promosso da: Agostino Meda, Avv. Ugo Capuccio, avv. Giovanni Avonto (nell’ottobre 1946 Meda nomina difensore in aggiunta Mario Pittaluga)
- Sintesi dei motivi di impugnazione:
Contraddittorietà motivazioni: la sentenza riconosce che Meda fece parte della Polizia federale e che eseguì una requisizione di merce insieme a un maresciallo della Rsi e che la merce fu portata negli uffici della Polizia e in seguito restituita, ma la Corte non ritiene ricorra a carico dell’imputato l’ipotesi di collaborazionismo economico; vi è quindi un contrasto fra le premesse poste e le conseguenze giuridiche dedotte. Il reato di collaborazionismo economico rientra nel decreto di amnistia visto che la Corte ha riconosciuto che non vi fu scopo di lucro e che la merce fu restituita. L’accusa di Sella non è attendibile perché non ripetuta in udienza e perché a chiedere e riscuotere il denaro non fu Meda, poi arrestato per motivi politici e attività antinazifascista, ma il maresciallo Giachino che continuò a far parte delle SS italiane a servizio di quelle tedesche dell’Albergo Nazionale e su cui pende procedimento penale per collaborazionismo [dalla documentazione risulta però che Giachino fu colui che arrestò il maresciallo che era con Meda di cui non si sa il nome].
- Mancata concessione delle attenuanti: in considerazione delle sofferenze patite da Meda detenuto per più di tre mesi nelle carceri di Torino e poi tredici mesi in campo di concentramento per detenuti politici a Mauthausen come provato dai documenti, la Corte avrebbe dovuto concedere le attenuanti di cui all’art. 62bis cp.
Relativamente all’estorsione, riconosciute le attenuanti, la Corte avrebbe dovuto verificare l’equivalenza tra le attenuanti e l’aggravante o la prevalenza delle attenuanti sull’aggravante e non vi è dubbio che nel caso la attenuante prevale sull’aggravante.
Per questi motivi la difesa chiede l’annullamento della sentenza con o senza rinvio.
In altro documento la difesa presenta la dichiarazione dell’Arciconfraternita di San Giovanni decollato e patronato per i liberati dal carcere di Torino, già prodotta in dibattimento, da cui risulta che Meda fu portato in carcere il 18.12.1943 e vi rimase a disposizione dei tedeschi nel I braccio fino al 13.03.1944 per motivi politici. Il documento (unico perché non esiste il registro matricola dei detenuti arrestati dai tedeschi che non usavano il registro matricola ufficiale) dimostra che Meda non poteva essere presente al ritiro delle 5.000 lire perché già in carcere e dimostra che Meda non fu arrestato per una presunta infedeltà verso i tedeschi, ma per motivi politici. Ciò è attestato anche dai documenti del campo di concentramento di Mauthausen e del Comitato assistenza rimpatriati dell’Alto Adige e dalle dichiarazioni dei superstiti Nino Bonelli e Giulio Stucchi. Meda fu dunque arrestato perché riconosciuto colpevole di attività avversa ai nazifascisti, mentre il maresciallo Giachino, arrestato perché sorpreso a ritirare l’assegno di 5.000 lire di Sella, fu poi rilasciato e poté continuare a svolgere la sua attività di collaboratore dei nazifascisti fino alla Liberazione ed è ora imputato per collaborazionismo. Per questo motivo si chiede l’annullamento della sentenza e l’assoluzione con formula piena di Meda.

- Sentenza Corte di Cassazione:
Data: 24.02.1947
Esito: rigetto

Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: dal 28.12.1945 al 29.05.1946

Pena: dal 29.05.1946 al dato non disponibile
Durata prevista della detenzione: 7 anni
Durata effettiva della detenzione: dato non disponibile.

29/05/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 253. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

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Relazioni con altri documenti e biografie

amnistia Togliatti ; arresti ; concussione ; controspionaggio ; estorsione aggravata ; imputazione collaborazionismo politico ; perquisizioni ; porto abusivo di distintivi e decorazioni militari
albergo Bologna, Torino, TO ; albergo Nazionale, piazza CLN 254, Torino, TO ; campo di concentramento, Mauthausen, Germania ; casa Littoria [oggi palazzo Campana], via Carlo Alberto 10, Torino, TO ; caserma Alessandro La Marmora, via Asti 22, Torino, TO ; corso Fiume, Torino, TO
Avonto, Giovanni ; Bonelli, Nino ; Borio, Giacomo ; Bossola, Carlo ; Capuccio, Ugo ; Carassi, Mario ; Delmastro, Carlo ; Ghiduzzi, Vincenzo ; Giachino, [ ], maresciallo Giachino ; Guerraz, Aldo ; Meda, Agostino ; Mongiano, Igino ; Moscone, Ettore ; Pittaluga, Mario ; Quintagliè, Bruno ; Rosa, Remo ; Sella, Alfredo ; Sosio De Rosa, Mario ; Stucchi, Giulio ; Tedeschi, Carlo ; Villani, [ ]
Arciconfraternita della Misericordia Torino ; Comitato assistenza rimpatriati Alto Adige ; Corte d'assise di Torino Sezione speciale sez. 3° ; Corte di Cassazione di Roma ; FA it. Stato Maggiore Esercito Ufficio I Sez. 2 (Centro CS Torino) ; FA it. Stato Maggiore Esercito Ufficio I Sez. 2 (Centro CS Torino) Btg. 808° ; FA ted. Formazioni SS ; FA ted. SS italiane ; FSS Torino Sez. 315ª Sicurezza militare inglese ; Gnr, Guardia nazionale repubblicana ; Headquarters 2° District General Staff Intelligence ; Patronato per i liberati dal carcere Torino ; Procura del Re di Torino ; Rsi, Repubblica sociale italiana ; Upi, Ufficio politico investigativo
L'occupante tedesco nelle carte processuali. Giurisprudenza e cultura giuridica a Torino nel lungo dopoguerra giudiziario (1945-2006), 2022



Mira Roberta 31/10/2023
Colombini Chiara 31/10/2023
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Come citare questa fonte. Processo contro Meda Agostino (RG. N. 87/1946)  in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA18638]
Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020