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Fascicolo: Processo contro Romussi Gastone (RG. N. 96/1947)

C00/00962/01/03/00017
Processo contro Romussi Gastone (RG. N. 96/1947)
Processo contro Romussi Gastone (RG. N. 96/1947)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 2ª Speciale
- Presidente: Dott. Salvatore Romano
- Giudice: Agostino Morello
- Giudici popolari: Fortunato Bessone, Fulvio Momigliano, Carlo Masino, Francesco Vigliano

Procura della Repubblica di Torino: PM: Avv. Fortini

Procedimento riunito/connesso: Cas di Ivrea, RG n. 50/45 (sentenza del 06.021946); sentenza annullata con rinvio dalla Suprema Corte di Cassazione (16.05.1947), RG 2026

Imputati:
n. 1 Gastone Romussi

Parti lese:
6 (6 uomini); tipologia (status): 4 partigiani, 2 dato non disponibile: Enrico Levi, Luigi Giachino, Orazio Lazzarotto, Enrico Cuaz, Marcello Cortelli, Alessandro Prola

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dal settembre 1944 alla Liberazione, Aosta
- Tipologia: tortura; furto
- Descrizione sintetica: avere inflitto torture a Giachino Luigi, arrestato e interrogato nel settembre 1944 prima dal col. Benedetti poi da Romussi, Gonfalone e Pipia; avere compiuto violenze ai danni dell’ing. Enrico Levi, partigiano, durante l’interrogatorio, a seguito del suo arresto, presso la ex caserma della milizia fascista “Cesare Battisti” (13.09.1944), e ai danni di Orazio Lazzarotto detenuto dai militari dell’Upi (30.11.1944); avere derubato di L. 10.000 Alessandro Prola, in occasione dell’arresto dello stesso e della perquisizione dell’abitazione (05.01.1945).

Denuncia:
- Tipologia: individuale
- Data: 22.05.1945
- Autorità ricevente: Commissione di Epurazione di Aosta
- Nominativo denunciante: Enrico Levi
- Tipologia denunciante: parte lesa
- Sintesi denuncia: Levi denuncia di essere stato arrestato, minacciato e percosso dal capitano Romussi dell’Upi

- Tipologia: individuale
- Data: 25.05.1945
- Autorità ricevente: Questura di Aosta
- Nominativo denunciante: Enrico Cuaz
- Tipologia denunciante: parte lesa
- Sintesi denuncia: Romussi viene denunciato alle autorità per aver torturato il partigiano Orazio Lazzarotto, a seguito del suo arresto, nelle prigioni dell’Upi site alla caserma Scapaccino; per aver torturato e minacciato Enrico Cuaz e il geom. Cortelli.

- Tipologia: collettiva
- Data: 09.06.1945
- Autorità ricevente: Procura di Aosta
- Autorità denunciante: Cln – Questura di Aosta
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Romussi è denunciato in quanto capitano della Gnr, trasferito ad Aosta e assegnato all’Upi; e per avere preso parte a rastrellamenti e perquisizioni domiciliari, dando prova di indole violenta.

Arresto:
Romussi si costituisce dopo la sentenza di primo grado [data imprecisata]

Imputazioni:
Capo 1°: collaborazionismo politico art. 58 cpmg;
Capo 2° furto art. 624 CP; altro (art. 110 e 625 CP);
Capo 3°: lesioni art. 582 CP, altro (art. 585 e art. 577 CP)

Descrizione:
Capo 1°: per avere collaborato con il tedesco invasore, nei territori di Aosta e Ivrea dopo l’08.09.1943 e sino al 26.04.1945, prestando servizio quale capitano della Gnr dell’Upi di Aosta, partecipando a scopo di lucro a rastrellamenti e arresti di patrioti, perquisizioni domiciliari; sottoponendo a sevizie efferate gli arrestati; fra gli altri gli ingegneri Levi e Giachino, Lazzarotto Orazio, Cuaz Enrico e geometra Cortelli;
Capo 2°: per essersi impossessato di L. 10.000, il 05.01.1945 a mano armata e in unione ad altri militari, in danno e senza il consenso di Prola Alessandro, al fine di trarne profitto ingiusto;
Capo 3°: per avere, in Aosta e in Ivrea, in epoche imprecisate dopo l’08.09.1943 e fino all’aprile 1945, e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, usato violenza e minaccia ai prigionieri di guerra Lazzarotti Orazio, Cuaz Enrico, Enrico Levi, geometra Cortelli, per costringerli a dare informazioni che avrebbero compromesso gli interessi delle formazioni partigiane a cui appartenevano.

Posizione processuale: detenuto, costituito in giudizio

Difesa: Avv. Vecchi, di Ivrea, di fiducia

Esito della sentenza:
- Non luogo a procedere: applicazione di amnistia

- Motivazioni della sentenza: alla luce della sentenza della Corte di Cassazione, la Corte di Torino è chiamata a giudicare se sussistano lo scopo di lucro e le sevizie particolarmente efferate, quali cause ostative all’applicazione dell’amnistia. La Corte stabilisce che le cause preclusive dell’amnistia non sono rimaste provate. In merito al furto ai danni di Prola e allo scopo di lucro, la Corte ritiene che non siano emerse prove atte ad attestare la colpevolezza di Romussi; inoltre, lo stesso non avrebbe mai dimostrato tendenze a delinquere contro la proprietà e comunque la perquisizione non mostra intento collaborazionista. In merito alle sevizie, Romussi risulta estraneo al caso Lazzarotto. Era invece presente quando fu percosso l’ing. Giachino; la Corte però ritiene che non si sia trattato di sevizie particolarmente efferate.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
Nessuna impugnazione

Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: nessuna [contumace]

- Pena: dal 29.11.1946 [comunicazione in carcere del mandato di cattura] al 13.10.1947
Durata prevista della detenzione: 25 anni [sentenza Cas di Aosta]
Durata effettiva della detenzione: 1 anno

- Provvedimenti di clemenza: amnistia (DP 22 giugno 1946 n. 4)
13/10/1947
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 278. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

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Celli Lidia 05/06/2024
Colombini Chiara 05/06/2024
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Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020