Accesso riservato

Fascicolo: Processo contro Fadda Giuseppe Aldo, Pigazzi Rosina (RG. N. 66/1946)

C00/00962/01/02/00137
Processo contro Fadda Giuseppe Aldo, Pigazzi Rosina (RG. N. 66/1946)
Processo contro Fadda Giuseppe Aldo, Pigazzi Rosina (RG. N. 66/1946)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 1ª Speciale
- Presidente: Dott. Giovanni Giordano
- Giudici popolari: Pierino Suozzi, Alessandro Camuffo Cattani, Italo Malberti, Emilio Montemaggi

Procura del Re di Torino: PM: Avv. Umberto Muggia

Procedimenti collegati: originariamente il procedimento è contro Giuseppe Fadda come unico imputato; il 21.02.1946 il PM riscontrando oggettiva connessione tra il procedimento contro Fadda e quello contro sua moglie Rosina Pigazzi ne ordina l’unione.

Imputati:
n. 1 Giuseppe Aldo Fadda
n. 2 Rosina Pigazzi in Fadda

Parti lese:
4 (2 uomini, 2 donne); tipologia (status): 2 partigiani, 1 familiare di partigiano, 1 collaboratore dei partigiani: Giuseppina Garberoglio, Adamo Beltramelli, Luigi Bouc, Mariuccia Perasso.

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dall’8 settembre 1943 alla Liberazione, provincia di Torino, provincia di Como (fatti specifici agosto 1944, Bousson (TO))

Quanto all’imputato n. 1: Giuseppe Aldo Fadda
- Tipologia: collaborazionismo intelligenza con il nemico, rastrellamento, delazione
- Descrizione sintetica: accusato di intelligenza con il nemico con lo scopo di favorirlo in quanto arruolato nelle SS italiane e partecipante a rastrellamenti, violenze, perquisizioni e arresti a danno di cittadini italiani, tra cui Giuseppina Garberoglio e Adamo Beltramelli a Bousson nell’agosto 1944; accusato inoltre di aver causato l’impiccagione di Luigi Bouc in Bousson il 14.08.1944, accusandolo ingiustamente in presenza dei tedeschi di avergli ucciso i suoceri.

Quanto all’imputato n. 2: Rosina Pigazzi in Fadda
- Tipologia: collaborazionismo politico, rastrellamento, delazione
- Descrizione sintetica: accusata di collaborazionismo politico per aver fornito informazioni a reparti fascisti in azione a Bousson e per aver aggravato la posizione di Luigi Bouc, arrestato dai tedeschi, accusandolo di essere complice nell’uccisione dei genitori di Pigazzi.

Denuncia:

Quanto all’imputato n. 1: Giuseppe Aldo Fadda
- Tipologia: individuale
- Data: 16.07.1945
- Autorità ricevente: Polizia del popolo di Bousson (TO)
- Nominativo / Autorità denunciante: Giovanni Albin e Leone Bouc
- Tipologia denunciante: partigiani
- Sintesi denuncia: il 10.08.1944 furono catturati dai tedeschi in un rastrellamento in grande stile sul monte Tures insieme al fratello di Leone Bouc, Luigi Bouc. Erano tutti e tre disarmati e i tedeschi li portarono a Cesana (TO) dove si presentò loro il maresciallo delle SS italiane Fadda, il quale disse che arrivati a Sestriere (TO) si sarebbe occupato del loro caso. A Sestriere Fadda non intervenne, ma la moglie di Fadda disse a un colonnello tedesco che Albin e Leone Bouc non erano partigiani. Albin e Leone Bouc furono portati via e vennero rilasciati il 16.08.1944 mentre Luigi Bouc fu impiccato il 14.08.1944.

- Tipologia: individuale
- Data: 12.08.1945
- Autorità ricevente: Carabinieri di Cesana Torinese (TO)
- Nominativo / Autorità denunciante: Giuseppina Garberoglio
- Tipologia denunciante: parte lesa
- Sintesi denuncia: Garberoglio era fidanzata con un partigiano e spesso lo visitava in montagna portandogli ciò che era necessario e fornendo informazioni sui fascisti e sui nazisti. Nei giorni del rastrellamento a Bousson a metà agosto, Garberoglio si allontanò da casa perché era sospettata e rientrò il 19.08.1944. Il 21.08.1944 la sua casa di Bousson (TO) fu circondata da fascisti e alcuni entrarono in casa; fra loro c’era il maresciallo Fadda che chiese un paio di forbici e costrettala a sedere su una sedia le fece tagliare i capelli da uno dei militi al suo comando; Fadda le chiese se avesse notizie dei suoceri di lui, catturati dai partigiani, poi le ordinò di seguirlo e la rinchiuse in un locale dell’Incis a Cesana Torinese (TO) per due giorni, trascorsi i quali fu lasciata libera senza subire interrogatori, ma diffidata dall’allontanarsi da Bousson perché su di lei era in corso un’indagine.

- Tipologia: individuale
- Data: 12.08.1945
- Autorità ricevente: Carabinieri di Cesana Torinese (TO)
- Nominativo / Autorità denunciante: Adamo Beltramelli
- Tipologia denunciante: parte lesa
- Sintesi denuncia: il 13.08.1944 notte Fadda, insieme a 10-15 militi al suo comando, prelevò Beltramelli dalla sua abitazione conducendolo nella villa di Bousson dove aveva sede il comando e lo trattenne per una notte e un giorno sottoponendolo a continui interrogatori con minacce. Il 14.08.1944 i militi trasportarono Beltramelli in camion sulla piazza del paese e lo costrinsero ad assistere all’impiccagione di Luigi Bouc e di tale Beltrame. In seguito Beltramelli venne portato a Sestriere (TO) e consegnato ai nazisti che lo portarono a Airasca (TO) e poi in carcere a Torino, dove rimase 13 giorni. Beltramelli fu poi trasferito al campo di concentramento di Bolzano e dopo 10 giorni deportato in Austria. Fu rimpatriato per malattia il 16.11.1944. Il 13.08.1944 i militi prelevarono dall’abitazione di Beltramelli una radio, delle scarpe e diversi indumenti.

- Tipologia: collettiva
- Data: 13.08.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Carabinieri di Cesana Torinese (TO)
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Fadda è denunciato per collaborazionismo militare e intelligenza con il nemico (artt. 51 e 54 cpmg) come maresciallo delle SS italiane che ha partecipato a rastrellamenti e arresti di partigiani e in base all’art. 610 con aggravante art. 339 cp per violenze contro Giuseppina Garberoglio. Allertati i Carabinieri di Milano, dove vive Fadda, per l’arresto e la traduzione alla Questura di Torino. Allegate denunce individuali.

Quanto all’imputato n. 2: Rosina Pigazzi in Fadda
- Tipologia: individuale
- Data: 16.07.1945
- Autorità ricevente: Guardia di finanza di Bousson (TO)
- Nominativo / Autorità denunciante: Duilia Nasi, vedova Bouc
- Tipologia denunciante: familiare parte lesa
- Sintesi denuncia: Nasi denuncia Pigazzi per aver denunciato suo marito Luigi Bouc, partigiano, alle autorità fasciste repubblicane; Bouc fu impiccato a Bousson il 14.08.1944.

- Tipologia: collettiva
- Data: 16.07.1945
- Autorità ricevente: Carabinieri di Cesana Torinese (TO)
- Nominativo / Autorità denunciante: Guardia di finanza di Bousson (TO)
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Pigazzi è arrestata il 16.07.1945 dalla Guardia di finanza e denunciata per collaborazionismo sulla base della denuncia individuale di Duilia Nasi.

- Tipologia: collettiva
- Data: 17.07.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Carabinieri di Cesana Torinese (TO)
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: denunciata dai Carabinieri di Cesana in stato d’arresto per collaborazionismo per l’impiccagione di Luigi Bouc. Allegate denunce individuali e denuncia collettiva della Guardia di finanza.

Arresto:

Quanto all’imputato n. 1: Giuseppe Aldo Fadda
- Data e luogo: 08.05.1945
- Autorità procedente: CLN - Comando piazza di Canzo (CO)
Il Comando piazza di Canzo pone in stato d’arresto Fadda in ottemperanza al bando del Comando militare alleato del 02.05.1945, in base al quale Fadda si presenta ai partigiani, e lo invia alla sua abitazione di Canzo in stato d’arresto come maresciallo delle SS italiane e a disposizione del Comando piazza.
Fadda è posto in libertà per ordine del Distaccamento militare del CVL di Canzo il 28.05.1945 dopo interrogatorio del 16.05.1945 (vedi) perché niente è risultato a suo carico dagli accertamenti e anzi è risultato che Fadda era in contatto con il CVL di Erba (CO) dal dicembre 1944; inoltre ha collaborato con il comando del Distaccamento militare di Canzo dal 25.04.1945 al 30.04.1945.
Dopo questo momento Fadda si rende irreperibile.
Il PM della Corte d’Assise Speciale di Torino emette ordine di cattura l’11.12.1945, ma Fadda resta latitante (verbale di vane ricerche dell’Ufficio politico della Questura di Torino: 19.02.1946).

Quanto all’imputato n. 2: Rosina Pigazzi in Fadda
- Data e luogo: 16.07.1945, Bousson (TO)
- Autorità procedente: Guardia di finanza
Rilasciata in libertà provvisoria con ordinanza della Corte d’Assise di Torino del 04.10.1945 con ordine di presentarsi alla Questura di Milano, città dove abita Pigazzi.

Imputazioni:

Quanto all’imputato n. 1: Giuseppe Aldo Fadda
Collaborazionismo per intelligenza con il nemico art. 54 cpmg

Descrizione sintetica: accusato di intelligenza con il nemico con lo scopo di favorirlo in quanto arruolato nelle SS italiane e partecipante a rastrellamenti, violenze, perquisizioni e arresti a danno di cittadini italiani, tra cui Giuseppina Garberoglio e Adamo Beltramelli a Bousson (TO) nell’agosto 1944; accusato inoltre di aver causato l’impiccagione di Luigi Bouc in Bousson il 14.08.1944, accusandolo ingiustamente in presenza dei tedeschi di avergli ucciso i suoceri.

Posizione processuale: contumace

Difesa: Avv. Vittorio Chauvelot (d’ufficio)

Quanto all’imputato n. 2: Rosina Pigazzi in Fadda
collaborazionismo politico art. 58 cpmg

Descrizione sintetica: accusata di collaborazionismo politico per aver fornito informazioni a reparti fascisti in azione a Bousson (TO) e per aver aggravato la posizione di Luigi Bouc, arrestato dai tedeschi, accusandolo di essere complice nell’uccisione dei genitori di Pigazzi.

Posizione processuale: in libertà provvisoria, costituita in giudizio

Difesa: Avv. G.B. Magistrello (di fiducia)

Esito della sentenza:

Quanto all’imputato n. 1: Giuseppe Aldo Fadda
- Condanna: riconosciuto colpevole del delitto di cui all’art. 58 cpmg (collaborazionismo politico), anziché 54 cpmg (intelligenza con il nemico) in concorso col disposto di cui all’art. 7 Dll 159 lettera b; condanna a 8 anni di reclusione.

- Pene accessorie: interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, interdizione legale durante l’espiazione della pena, spese legali.

Quanto all’imputato n. 2: Rosina Pigazzi in Fadda
- Assoluzione/Non luogo a procedere: assolta dal reato di collaborazionismo politico (art. 58 cpmg) per non aver commesso il fatto.

- Motivazioni della sentenza: la Corte ritiene provata la responsabilità di Fadda per l’impiccagione di Luigi Bouc: l’accusa di Fadda a Bouc di essere l’uccisore dei suoi suoceri è priva di fondamento come è risultato dal procedimento (l’uccisore fu un altro partigiano che venne fucilato dai superiori per delitto ingiustificato); Bouc non era stato catturato armato e quindi si può pensare che i tedeschi non lo avrebbero ucciso se Fadda non l’avesse accusato dell’omicidio dei suoceri (la contraddizione delle testimonianze di Leone Bouc e Giovanni Albin è solo apparente perché messi a confronto i due testimoni hanno dato la stessa versione dei fatti e incolpato Fadda di aver accusato Luigi Bouc). Secondo la Corte questo fatto costituisce reato di collaborazionismo politico ex art. 58 cpmg anziché reato di intelligenza con il nemico ex art. 54 cpmg. Questo era stato il capo di imputazione scelto essendo Fadda un membro delle SS italiane, corpo i cui appartenenti «dovevano giurare fedeltà al capo dell’esercito invasore», ma la semplice appartenenza al corpo non costituisce reato di intelligenza con il nemico. Nel caso di Fadda non si tratta di collaborazionismo militare ex art. 51 cpmg perché il fatto è un’azione di polizia e non un’operazione militare diretta. Fadda è invece responsabile di collaborazionismo politico perché ha inteso aiutare il nemico per favorirne i disegni politici sul territorio invaso. La Corte non accetta la tesi difensiva secondo cui Fadda non ha agito per motivi di collaborazionismo politico ma per motivi personali (la ricerca dei suoi suoceri e la punizione dei responsabili della loro scomparsa) perché se anche Fadda avesse voluto vendicarsi per motivi personali, denunciando un partigiano ha favorito gli scopi politici dei nazisti che volevano «reprimere con ogni mezzo più brutale lo spirito partigiano diretto alla liberazione della Patria». Non è rilevante che Bouc avesse spontaneamente ammesso di essere partigiano perché fu picchiato dopo l’accusa falsa di Fadda e questa fu presumibilmente determinante per farlo impiccare; il collaborazionismo politico peraltro si sarebbe verificato anche se la conseguenza della delazione non fosse stata la morte, ma anche l’arresto o la deportazione che avrebbero avuto come conseguenza «di sottrarre un valido elemento al movimento di liberazione nazionale». Negli altri fatti (Garberoglio, Perasso, Beltramelli) si ravvisa il collaborazionismo politico «sia nel senso di favorire le mire politiche del nemico, sia nel senso di menomare la resistenza di coloro che tendevano al fine di liberare il suolo nazionale dall’invasore tedesco». La Corte ritiene tuttavia di poter concedere le attenuanti di cui all’art. 7 lettera b del Dll 159 poiché i documenti presentati dalla difesa dimostrano che Fadda collaborò attivamente alla lotta contro i tedeschi; i documenti hanno resa superflua l’ulteriore audizione di testimoni su questo punto. La Corte ritiene dunque che la pena congrua sia la pena minima di 10 anni di reclusione, tenuto conto delle particolari circostanze di indole psichica per l’uccisione dei suoceri di Fadda; applicando le attenuanti la Corte riduce la pena a 8 anni (non meno data la gravità e la molteplicità dei fatti contestati).
La Corte ritiene invece Pigazzi innocente rispetto alle accuse. Per l’episodio del ponte sul quale avrebbe fatto segnali ai fascisti per aiutarli nell’azione contro i partigiani, i testimoni hanno dato versioni discordanti sulla presenza sul ponte dell’imputata, di sua sorella o di entrambe e la teste Perasso ha dichiarato di aver sentito riferire questo episodio, ma di non avervi assistito; inoltre si è accertato che nei pressi del ponte, vicino a dove passavano i partigiani o il partigiano (le testimonianze non concordano su questo punto) diretti a Sestriere, si trovava il padre di Pigazzi che lei intendeva invitare a rientrare in casa prima che i fascisti aprissero il fuoco. Quanto all’episodio dell’impiccagione di Luigi Bouc, i testimoni Albin e Leone Bouc hanno escluso che Pigazzi abbia indicato Bouc come partigiano e hanno dichiarato che Pigazzi li salvò dai tedeschi dicendo che non erano partigiani.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
- Ricorso avanti Corte di Cassazione di Roma
Data: dato non disponibile
Promosso da: Giuseppe Fadda, Avv. Vittorio Chauvelot
- Sintesi dei motivi di impugnazione: violazione art. 475 cpp in rapporto al reato addebitato e sotto il profilo dell’obiettività dei fatti e dell’intenzionalità dell’autore: a Fadda non si può addebitare il fatto di essersi arruolato nelle SS italiane perché lo fece a causa delle sue condizioni di salute e dopo il periodo di internamento in Germania al solo scopo di poter rientrare in Italia e presso la sua famiglia mediante l’apparente fedeltà alla Rsi; fu arruolato nelle SS non per atto di volontà, ma in continuità con la sua carriera militare e con il medesimo grado ricoperto in precedenza. Inoltre l’attività delittuosa che gli si imputa è circoscritta nell’arco di pochi giorni e connessa alla violenta uccisione dei suoceri da parte di partigiani irregolari che agirono contro gli ordini e senza motivo, tanto che l’autore principale dell’uccisione fu identificato e fucilato dagli stessi partigiani. Nei giorni seguiti alla scomparsa dei suoceri Fadda e sua moglie Pigazzi che è stata assolta con formula piena hanno tentato di avere notizie su di loro e di ritrovarli chiedendo informazioni e interrogando chi poteva sapere qualcosa e aveva ispirato con le proprie accuse l’attività persecutoria contro i Fadda (episodio Garberoglio). Le motivazioni di Fadda e di sua moglie Pigazzi non erano di tipo politico o militare, ma erano esclusivamente di natura personale e privata. In parte la Corte ha riconosciuto questo modificando il capo di imputazione da art. 54 ad art. 58, ma ciò non sana l’errore della Corte. Relativamente all’accusa a Fadda di aver indicato Luigi Bouc come uccisore dei suoi suoceri, la difesa rileva che in un primo tempo le accuse erano rivolte contro Pigazzi, ma le deposizioni di Albin e di Leone Bouc hanno attestato che Pigazzi pur sapendo che Albin e Leone Bouc erano partigiani mentì ai tedeschi per salvarli e che si limitò a chiedere a Luigi Bouc se sapesse dove erano i genitori essendo egli un partigiano: Luigi Bouc portava manifestamente divisa e gradi partigiani e aveva dichiarato di essere partigiano. I testimoni Albin e Bouc erano concordi nella prima deposizione; Leone Bouc ha ripetuto la stessa versione per tre volte mentre Albin, nella sua seconda deposizione, ha iniziato a insinuare che Fadda avesse una responsabilità per l’impiccagione di Luigi Bouc. Al dibattimento Leone Bouc, che inizialmente aveva dichiarato che Fadda non parlò, quando Albin gli chiese se ricordava l’accusa di Fadda a Luigi Bouc di aver ucciso i suoi genitori ha aderito a questa versione. È stata dunque costruita una menzogna. Se anche Fadda avesse una responsabilità, che fosse mosso solo da motivi personali (la ricerca dei suoi suoceri) e non da collaborazionismo politico o militare è sostenuto dal fatto che prima della loro scomparsa e dell’impiccagione di Luigi Bouc non ci sono tracce di attività di collaborazionismo da parte di Fadda ed egli nel periodo successivo ha collaborato con la Resistenza, tanto che la Corte gli ha riconosciuto l’attenuante della lettera b dell’art. 7 del Dll 159 «la più alta e più onorifica». Fadda ha iniziato a collaborare con la Resistenza in un periodo lontano dalla certezza della sconfitta dei fascisti e dei nazisti e quindi la sua azione è stata spontanea e non basata su un calcolo di convenienza. Ciò fa decadere gli elementi obiettivi a sostegno della responsabilità di Fadda nel reato; se anche vi fossero tali elementi si doveva indagare sull’esistenza del dolo e sulle sue motivazioni (volontà di collaborare con tedeschi e fascisti o altri motivi legati alla situazione personale).

- Sentenza Corte di Cassazione:
Data: 21.06.1947
Esito: annullamento senza rinvio.
Motivazioni: il reato è estinto per amnistia.

Esecuzione della pena:

Quanto all’imputato n. 1: Giuseppe Fadda
- Carcerazione preventiva:
Nessun arresto: latitante, processato in contumacia e non rintracciato.

- Pena:
Nessuna carcerazione
Revoca mandato di cattura per intervenuta amnistia: 26.03.1947.

Quanto all’imputato n. 2: Rosina Pigazzi in Fadda
- Carcerazione preventiva: dal 16.07.1945 al 04.10.1945 (ordinanza di concessione della libertà provvisoria: 04.10.1945).

10/05/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 252. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

0


Relazioni con altri documenti e biografie

amnistia Togliatti ; arresti ; delazione ; giustizia partigiana ; imputazione collaborazionismo ; imputazione collaborazionismo politico ; imputazione intelligenza con il nemico ; internamento militare dopo l'otto settembre 1943 ; perquisizioni ; rastrellamenti ; reato collaborazionismo politico ; repressione antipartigiana ; taglio dei capelli a donne partigiane ; uccisioni di partigiani
Airasca, TO ; Austria ; Bousson, TO ; campo di transito, Bolzano, BZ ; Cesana Torinese, TO ; Germania ; monte Tures ; provincia di Como ; provincia di Torino ; Sestriere, TO
Albin, Giovanni ; Beltrame, [ ] ; Beltramelli, Adamo ; Bouc, Leone ; Bouc, Luigi ; Camuffo Cattani, Alessandro ; Chauvelot, Vittorio ; Fadda, Giuseppe Aldo ; Garberoglio, Giuseppina ; Giordano, Giovanni ; Magistrello, G. B. ; Malberti, Italo ; Montemaggi, Emilio ; Muggia, Umberto ; Nasi, Duilia, Nasi Bouc Duilia ; Perasso, Mariuccia ; Pigazzi, Rosina, Pigazzi Fadda Rosina ; Suozzi, Pierino
Cas di Torino ; Cln, Comitato di liberazione nazionale ; Comando militare alleato ; Comando piazza di Canzo ; Corte d'assise di Torino Sezione speciale sez. 1° ; Corte di Cassazione di Roma ; Cvl di Erba ; FA it. Carabinieri Reali Legione di Torino Stazione di Cesana Torinese ; FA ted. SS italiane ; GdF, Guardia di Finanza di Bousson ; Incis, Istituto nazionale per le case degli impiegati statali ; Polizia del popolo di Bousson ; Procura del Re di Torino ; Regia Questura di Milano ; Regia Questura di Torino
L'occupante tedesco nelle carte processuali. Giurisprudenza e cultura giuridica a Torino nel lungo dopoguerra giudiziario (1945-2006), 2022



Mira Roberta 11/06/2024
Colombini Chiara 11/06/2024
visualizza

Esplora livello


export xml Scarica la scheda in formato XML  Includi documenti
Come citare questa fonte. Processo contro Fadda Giuseppe Aldo, Pigazzi Rosina (RG. N. 66/1946)  in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA19535]
Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020