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Fascicolo: Processo contro Fieni Alfredo, Risso Victor, Rangone Giovanna (RG. N. 32/1947)

C00/00962/01/03/00028
Processo contro Fieni Alfredo, Risso Victor, Rangone Giovanna (RG. N. 32/1947)
Processo contro Fieni Alfredo, Risso Victor, Rangone Giovanna (RG. N. 32/1947)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 1ª Speciale
- Presidente: Dott. Giovanni Giordano
- Consigliere: Dott. Francesco Carasso
- Giudici popolari: Carlo Fumarola, Alessandro Camuffo Cattani, Agostino Morello, Silvio Scarpellini

Procura della Repubblica di Torino: PM: dato non disponibile

Procedimenti connessi: RG 236/46 procedimento contro Felice Beltramo, Benedetto Freni, Raffaele Zacco, Umberto Sacchelli, Victor Risso, Alfredo Fieni e Giovanna Rangone. I due procedimenti vengono collegati per la posizione di Risso imputato con Beltramo, Freni, Zacco e Sacchelli per la fucilazione di tre partigiani al poligono di tiro del Martinetto nel gennaio 1945 e con Fieni e Rangone per l’uccisione del partigiano Pietro Enrietto il 19.10.1944.

Imputati:
n. 1 Alfredo Fieni
n. 2 Victor Risso
n. 3 Giovanna Rangone

Parti lese:
1 (1 uomo); tipologia (status): 1 partigiano: Pietro Enrietto

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dall’8 settembre 1943 alla Liberazione, Torino
- Tipologia: collaborazionismo militare (art. 51 cpmg) e omicidio (art. 575 cp), rastrellamento, uccisione di partigiani
- Descrizione sintetica: Risso è accusato di collaborazionismo militare per aver partecipato a rastrellamenti e alla fucilazione di tre partigiani al poligono di tiro del Martinetto a Torino nel gennaio 1945; e di collaborazionismo militare e omicidio per la cattura e l’uccisione del partigiano Pietro Enrietto il 19.10.1944 a Torino in correità con Fieni e Rangone e con Aldo Musso, deceduto. Fieni e Rangone sono accusati di collaborazionismo militare e di omicidio per l’uccisione del partigiano Pietro Enrietto il 19.10.1944 a Torino in correità con Risso e con Aldo Musso, deceduto.

Denuncia:
- Tipologia: individuale
- Data: 26.08.1945
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Ernesto Gozzo
- Tipologia denunciante: civile
- Sintesi denuncia: Gozzo dichiara che durante la sua detenzione presso la caserma della BN di via Cernaia nell’ottobre del 1944 ha assistito alla fucilazione di un capo partigiano di nome Piero che era stato ferito dal milite della BN Rizzo [Risso] al Valentino, portato alla caserma, fatto sedere su una sedia e preso a bersaglio da tutti i militi presenti.

- Tipologia: collettiva
- Data: 21.08.1945
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo/Autorità denunciante: Questura di Torino
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Alfredo Fieni è denunciato in quanto squadrista antemarcia, iscritto al Pfr, membro della BN che ha preso parte a rastrellamenti a Castellamonte (TO). Dopo la guerra è stato catturato e si trova in un campo di concentramento nei pressi di Napoli.

- Tipologia: collettiva
- Data: 29.09.1945
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo/Autorità denunciante: Questura di Torino
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Alfredo Fieni è stato segnalato alla PS dal Comune di Torino da cui dipendeva perché sottoposto a epurazione in quanto quanto squadrista antemarcia, iscritto al Pfr, membro della BN che si è vantato di aver preso parte a rastrellamenti a Castellamonte (TO). Da indagini è risultato che Fieni era autista del comandante Musso della BN e che accompagnava Musso sul luogo dei rastrellamenti senza però prendervi parte. Non ci sono testimonianze a suo carico. Dopo la guerra è stato catturato e si trova in un campo di concentramento nei pressi di Napoli.

- Tipologia: collettiva
- Data: 30.03.1946
- Autorità ricevente: Procura del Re di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Questura di Torino
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: La Questura di Torino sulla base di indagini svolte denuncia Giovanna Rangone per ricatto a danno di Giorgio Cantamuto e per delazione a danno del marito Pietro Enrietto, delazione che ha causato l’uccisione di Enrietto e l’arresto dei partigiani Carlo Lattuada, Armando Massari, Onorato Lolli, Pietro [cognome illeggibile] e un altro di nome Armando di cui non si conosce il cognome presso l’albergo della Tesoreria in via Cristalliera; denuncia Victor Risso per aver ferito a morte Enrietto; denuncia Alfredo Fini per concorso in omicidio di Enrietto e per aver partecipato a rastrellamenti; denuncia Aldo Musso, ex capo di stato maggiore della BN Capelli, per aver ordinato l’arresto di Enrietto, arresto durante il quale l’uomo è stato ucciso. La Questura si riserva di verificare le responsabilità di Dante Massa, già condannato e detenuto, in merito all’arresto dei cinque partigiani arrestati in via Cristalliera.

- Tipologia: individuale
- Data: 10.04.1946
- Autorità ricevente: Questura di Torino
- Nominativo / Autorità denunciante: Luigia Martinengo
- Tipologia denunciante: civile
- Sintesi denuncia: La madre di Pietro Enrietto dichiara che a tradire il figlio, ucciso il 19 ottobre 1944 a Torino mentre svolgeva un servizio di collegamento con il Cln, è stata la nuora Giovanna Rangone, separata dal figlio. Martinengo espone i fatti affinché la Questura le rilasci un documento che possa servire a impedire alla nuora di ricevere il premio riservato ai familiari dei caduti. La Questura allega l’esposto alla documentazione già prodotta per il caso e inoltra al PM.

Arresto:
Quanto all’imputato n. 1: Alfredo Fieni
- Data e luogo: 14.03.1946, Torino

- Data e luogo: 25.02.1947, Torino
- Autorità procedente: PS, arresto in base all’ordine di cattura dl PM del 28.01.1947

Quanto all’imputato nn. 2 e 3: Victor Risso e Giovanna Rangone
- Nessun arresto
Ordine di cattura del PM del 31.07.1946; ordine di cattura del PM del 28.01.1947

Imputazioni: collaborazionismo militare (art. 51 cpmg); omicidio (art. 575 cp)

Descrizione: Risso è accusato di collaborazionismo militare per aver partecipato a rastrellamenti e alla fucilazione di tre partigiani al poligono di tiro del Martinetto a Torino nel gennaio 1945; e di collaborazionismo militare e omicidio per la cattura e l’uccisione del partigiano Pietro Enrietto il 19.10.1944 a Torino in correità con Fieni e Rangone e con Aldo Musso, deceduto. Fieni e Rangone sono accusati di collaborazionismo militare e di omicidio per l’uccisione del partigiano Pietro Enrietto il 19.10.1944 a Torino in correità con Risso e con Aldo Musso, deceduto.

Quanto all’imputato n.1: Alfredo Fieni
Posizione processuale: in libertà provvisoria, costituito in giudizio

Difesa: Avv. Chauvelot (di fiducia); poi Carlo Rango D’Aragona (di fiducia)

Quanto all’imputato n. 2 e 3: Victor Risso e Giovanna Rangone
Latitanti, contumaci

Difesa: Avv. Giovanni Borghesio (d’ufficio)

Esito della sentenza:
Quanto all’imputato n. 1: Alfredo Fieni
- Assoluzione/non luogo a procedere: assolto dall’accusa di omicidio per insufficienza di prove; non doversi procedere per il reato di collaborazionismo poiché estinto per amnistia.

- Provvedimenti di clemenza: amnistia 22.06.1946 (amnistia Togliatti).

Quanto all’imputato n. 2: Victor Risso
- Assoluzione/non luogo a procedere: assolto dall’accusa di omicidio di Enrietto per insufficienza di prove.

- Condanna: riconosciuto colpevole del reato di collaborazionismo militare (art. 51 cpmg) per la fucilazione di tre partigiani al poligono del Martinetto di Torino e per l’episodio di Enrietto e condannato a 24 anni di reclusione.

- Sanzioni accessorie: confisca dei beni, interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione legale durante l’espiazione della pena, pagamento delle spese processuali e quelle del mantenimento in carcere durante la detenzione preventiva; a pena espiata, libertà vigilata non inferiore a 3 anni.

- Attenuanti: art. 114 cp

Quanto all’imputato n. 3: Giovanna Rangone
- Assoluzione/non luogo a procedere: assolto dall’accusa di omicidio per insufficienza di prove; non doversi procedere per il reato di collaborazionismo poiché estinto per amnistia.

- Provvedimenti di clemenza: amnistia 22.06.1946 (amnistia Togliatti).

- Motivazioni della sentenza: la Corte non ha dubbi sul fatto che Giovanna Rangone abbia teso un tranello al marito, Pietro Enrietto, per farlo cadere nelle mani della BN; così come non ha dubbi sul fatto che Risso abbia guidato l’azione e che Fieni vi abbia partecipato. In base alle testimonianze e al dibattimento non è però possibile sciogliere altri dubbi, in particolare non è chiaro se Rangone abbia chiesto alla BN di uccidere il marito o solo di arrestarlo anche perché i testimoni a difesa hanno dichiarato che Rangone non odiava Enrietto e che apprese la notizia della sua uccisione con dolore; inoltre non è chiara l’intenzione di uccidere di Risso e dei suoi che non spararono subito a Enrietto, e anzi gli intimarono di alzare le mani e, pare, risposero al fuoco di Enrietto che sparò per primo. La Corte sottolinea che non essendo Enrietto stato ucciso sul posto, ma solo ferito, l’accusa di omicidio non sussiste. È stato chiarito, anzi, che Enrietto venne fucilato nel cortile della caserma della BN di via Cernaia dopo esservi stato portato a seguito della sparatoria con Risso, ma non è stato possibile accertare quali militi abbiano preso parte alla fucilazione, come non è stato possibile accertare il numero e il tipo di ferite riportate da Enrietto durante la sparatoria con Risso.
Pertanto Fieni, Risso e Rangone vanno assolti dall’accusa di omicidio per insufficienza di prove. Inoltre nel caso di Fieni e Rangone il reato di collaborazionismo risulta estinto per amnistia essendo venuta a mancare la causa ostativa per omicidio. Risso invece va condannato per il reato di collaborazionismo per il primo capo di imputazione a lui ascritto, cioè la fucilazione di tre partigiani al Martinetto; inoltre nel suo caso resta il dubbio che, essendo incaricato della cattura di Enrietto, abbia logicamente partecipato al plotone di esecuzione presso la caserma Cernaia. L’amnistia non può essere applicata per via delle uccisioni dei partigiani. La Corte concede a Risso le attenuanti ex art. 114 cp. Risso non ha diritto a condono perché latitante.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
Dato non disponibile
[una sentenza della Corte di Cassazione del 15.12.1948 dichiara inammissibile il ricorso di Risso]

Esecuzione della pena:
Quanto all’imputato n.1: Alfredo Fieni

- Carcerazione preventiva:
dal 14.03.1946 al 24.05.1946 (Concessione di libertà provvisoria su ordinanza del 23.05.1946 della Corte d’Assise sezione speciale)

dal 25.02.1947 al 26.02.1947 (secondo arresto) liberato per ordine di scarcerazione

Quanto all’imputato n.2: Victor Risso
- Carcerazione preventiva: nessuna carcerazione

- Pena: nessuna detenzione
ordinanza Corte d’Assise di Torino 28.09.1954 che riduce la pena di Risso a 2 anni di reclusione.
declaratoria Corte d’Assise d’Appello di Torino 07.03.1967 che dichiara il reato di collaborazionismo militare estinto per amnistia e cessata l’esecuzione della pena di Risso.

24/06/1947
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 272. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

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Colombini Chiara 11/06/2024
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Come citare questa fonte. Processo contro Fieni Alfredo, Risso Victor, Rangone Giovanna (RG. N. 32/1947)  in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA19536]
Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020