C00/00962/01/03/00029
Processo contro Bianchi Giovanni (RG. N. 40/1947)
Processo contro Bianchi Giovanni (RG. N. 40/1947)
Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 2ª Speciale
- Presidente: Dott. Aurelio Cialente
- Consigliere: Dott. Mario Carassi
- Giudici popolari: Emilio Montemaggi, Marino Marini, Davide Dallosta, Roberto De Giorgis, Mario De Rosa
Procura della Repubblica di Torino: PM: Avv. Alfredo Aubert
Giudizio di rinvio:
1° grado Corte d’Assise sez. speciale di Novara, sentenza 25.10.1945: ritenuto colpevole di collaborazionismo politico per aver partecipato a rastrellamenti, per essersi appropriato durante i rastrellamenti di oggetti altrui e per aver minacciato a mano armata dei cittadini antifascisti; condannato a 18 anni di reclusione.
Ricorso in Cassazione «per difetto di motivazione circa l’elemento oggettivo del collaborazionismo dal quale l’imputato andava assolto non valendo a concretarlo i distinti reati di minaccia»; per non adeguata motivazione circa la misura della pena inflitta; per non aver tenuto conto di particolari circostanze che avrebbero potuto determinare la concessione delle attenuanti generiche.
Sentenza Cassazione 05.02.1947: annullamento sentenza «per la misura della pena e in quanto all’accertamento del fine di lucro nel reato di collaborazionismo agli effetti dell’eventuale applicazione dell’amnistia» 22.06.1946 (Togliatti); rinvio alla Corte d’Assise sez. speciale di Torino.
Imputati:
n. 1 Giovanni Bianchi
Parti lese:
5 (1 uomo, 3 donne, 1 collettività); tipologia (status): 4 civili: Caterina Obezzi, Artemio Dalleolle, Giuseppina Bassani, Ofelia Fedele.
1 collettività: civili della provincia di Novara
Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: dall’8 settembre 1943 alla Liberazione, provincia di Novara
- Tipologia: collaborazionismo politico (art. 58 cpmg) e concorso formale, reato continuato (art. 81 cp), rastrellamento, furto, minacce
- Descrizione sintetica: accusato di collaborazionismo politico per aver contrastato l’attività dei volontari della Libertà «in esecuzione di un unico disegno criminoso con il tedesco invasore» e fra l’altro come milite della Gnr partecipato a rastrellamenti e a scontri cruenti con forze del Cvl da maggio a settembre 1944, nello specifico a Ghemme (NO), Gozzano (NO) e Cerano (NO) sottraendo oggetti e beni da abitazioni di privati cittadini allo scopo di trarne un profitto; per aver minacciato con armi numerosi cittadini di Novara (fra cui Caterina Obezzi, Giuseppina Bassani, Artemio Dalleolle e Ofelia Fedele) approfittando dell’essere un milite della GNR; per aver appartenuto alle SS italiane successivamente al settembre del 1944.
Denuncia:
- Tipologia: collettiva
- Data: 12.05.1945
- Autorità ricevente: Questura di Novara
- Nominativo/Autorità denunciante: comando 11ª brigata Della Vecchia
- Tipologia denunciante: partigiani
- Sintesi denuncia: Bianchi è arrestato e confessa di essere stato membro della Muti, della BN di Novara e delle SS italiane. Ha partecipato a rastrellamenti a Intra (NO, oggi VB) e Gozzano (NO) con uccisione di partigiani; è stato iscritto al Pfr. Il partigiano Franco Dalle Donne che abita nel cortile dell’amante di Bianchi lo ha visto tornare diverse volte da rastrellamenti e raccontare cosa aveva fatto con i suoi compagni contro i partigiani. Bianchi ha minacciato a mano armata diverse persone.
- Tipologia: individuale
- Data: s.d. [ma 1945]
- Autorità ricevente: Questura di Novara
- Nominativo/Autorità denunciante: Giuseppina Bassani (e Caterina Obezzi)
- Tipologia denunciante: civile, parte lesa
- Sintesi denuncia: Bassani denuncia Bianchi come appartenente alla Muti, poi alla BN e appartenente alle SS italiane che ha partecipato a molti rastrellamenti nei mesi da maggio a settembre 1944 nelle zone di Torino, Intra, Trecate (NO), ecc. Bianchi ha dichiarato di aver preso parte a una sparatoria a Trecate. Bianchi spaventava Bassani e i suoi vicini di casa sparando spesso nel cortile dell’abitazione di Bassani. Un giorno che Bassani lo riprese per questo comportamento, Bianchi la mise contro il muro insieme alla figlia di 14 mesi dichiarandosi fascista e minacciando di ucciderle (avrebbe strappato il cuore a lei o alla bambina e l’avrebbe dato da mangiare a Bassani). Dichiara che Bianchi era un grande propagandista fascista e antipartigiano e si vantava di aver ucciso un partigiano del quale aveva preso la giacca di pelle che definiva davanti agli altri «pelle di un partigiano». La denuncia è confermata da Caterina Obezzi che era presente ai fatti.
- Tipologia: individuale
- Data: s.d. [ma 1945]
- Autorità ricevente: Questura di Novara
- Nominativo/Autorità denunciante: Caterina Obezzi
- Tipologia denunciante: civile, parte lesa
- Sintesi denuncia: Obezzi denuncia Bianchi come fascista «spietato e delinquente» che ha partecipato a molti rastrellamenti e ha svolto propaganda antipartigiana e nazifascista. Bianchi spaventava Obezzi e i suoi vicini di casa. Ha minacciato Obezzi direttamente dicendole che voleva mettere le bombe «nel sedere» della figlia e farle saltare la casa e incendiarla.
- Tipologia: individuale
- Data: s.d. [ma 1945]
- Autorità ricevente: Questura di Novara
- Nominativo/Autorità denunciante: Artemio Dalleolle
- Tipologia denunciante: civile, parte lesa
- Sintesi denuncia: Dalleolle denuncia Bianchi perché più volte ha minacciato lui, la moglie e la figlia, spaventandoli e dicendo che avrebbe fatto saltare in aria l’esercizio di Dalleolle accusandolo di proteggere i partigiani.
- Tipologia: collettiva
- Data: 10.07.1945
- Autorità ricevente: Procura del Re di Novara
- Nominativo/Autorità denunciante: Questura di Novara
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Bianchi è denunciato come criminale di guerra come membro della Muti, della BN e delle SS italiane; per aver partecipato a diversi rastrellamenti nelle zone di Intra, Trecate, Domodossola (NO, oggi VB), Tavigliano [VC, oggi BI], Torino, Fossano (CN). Parte di questi rastrellamenti fu effettuata con il capitano Vampa e il tenente Monti e nei mesi da maggio a settembre del 1944. Quando rientrava dai rastrellamenti Bianchi raccontava dell’uccisione di partigiani e si è vantato di aver preso la giacca di un partigiano. Durante i rastrellamenti approfittava del «terrore che dilagava» per derubare gli abitanti e depositava il frutto delle rapine presso la sua amante Maria Garzia di «pessima moralità». Bianchi terrorizzava spesso i vicini di casa e gli altri abitanti del suo rione con minacce. A ottobre del 1944 fu inviato in Germania «in quanto ciecamente credente nella sua meschina fede, operava con tutte le sue energie per il defunto regime». Il figlio era anch’egli membro della BN. Bianchi è definito «elemento notoriamente considerato delinquente abituale, quindi pericoloso sotto ogni aspetto, ferocissimo contro la Causa Partigiana, eccessivamente nazifascista, attivo ed instancabile propagandista».
- Tipologia: collettiva
- Data: 14.08.1945
- Autorità ricevente: Procura del Re di Novara
- Nominativo/Autorità denunciante: Questura di Novara
- Tipologia denunciante: autorità italiana
- Sintesi denuncia: Bianchi è denunciato per minaccia a mano armata, perché ha intimorito e minacciato di uccidere specialmente i bambini, sulla base delle denunce individuali presentate dai suoi vicini di casa Artemio Dalleolle, Caterina Obezzi e Giuseppina Bassani; allegate le denunce individuali di Dalleolle, Obezzi e Bassani e i verbali di interrogatorio.
Arresto:
- Data e luogo: 12.05.1945, Novara
- Autorità procedente: partigiani (11ª brigata Della Vecchia)
Descrizione: accusato di collaborazionismo politico per aver contrastato l’attività dei volontari della Libertà in esecuzione di un unico disegno criminoso con il tedesco invasore e fra l’altro come milite della Gnr partecipato a rastrellamenti e a scontri cruenti con forze del Cvl da maggio a settembre 1944, nello specifico a Ghemme (NO), Gozzano (NO) e Cerano (NO) sottraendo oggetti e beni da abitazioni di privati cittadini allo scopo di trarne un profitto; per aver minacciato con armi numerosi cittadini di Novara (fra cui Caterina Obezzi, Giuseppina Bassani, Artemio Dalleolle e Ofelia Fedele) approfittando dell’essere un milite della Gnr; per aver appartenuto alle SS italiane successivamente al settembre del 1944.
Posizione processuale: detenuto, costituito in giudizio
Difesa: Avv. Giuseppe Barberi (di fiducia)
Esito della sentenza:
- Assoluzione/non luogo a procedere: non doversi procedere per il reato di collaborazionismo poiché estinto per amnistia.
- Provvedimenti di clemenza: amnistia 22.06.1946 (amnistia Togliatti).
- Motivazioni della sentenza: i testimoni escussi hanno confermato le deposizioni del precedente dibattimento davanti alla Corte di Novara, insistendo soprattutto sulle minacce, ma non potendo precisare in cosa consistessero gli oggetti prelevati da Bianchi durante i rastrellamenti, fatta eccezione per delle cibarie e per una giacca da partigiano. Una testimone ha dichiarato che nel sacco di Bianchi vi era solo biancheria sporca che egli diede alla teste perché la lavasse. La Corte ritiene pertanto che dalle azioni di collaborazionismo ascritte a Bianchi sia da escludere il fine di lucro e che cibo e indumenti riportati da Bianchi dalle zone rastrellate siano solo frutto di isolate e sporadiche razzie compiute durante i rastrellamenti. Poiché l’attività collaborazionista di Bianchi non è stata guidata dal fine di lucro cade la causa ostativa all’applicazione dell’amnistia.
Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
Nessuna impugnazione
Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: dal 13.05.1945 al 25.10.1945
- Pena: dal 25.10.1945 al 16.05.1947
Durata prevista della detenzione: 18 anni
Durata effettiva della detenzione: 1 anno, 6 mesi e 21 giorni
- Provvedimenti di clemenza: amnistia 22.06.1946 (amnistia Togliatti)
16/05/1947
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 272. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".
Come citare questa fonte. Processo contro Bianchi Giovanni (RG. N. 40/1947) in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA19537]