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Fascicolo: Processo contro Prono Carlo (RG. N. 241/1946)

C00/00962/01/02/00144
Processo contro Prono Carlo (RG. N. 241/1946)
Processo contro Prono Carlo (RG. N. 241/1946)

Organo giudicante: Corte d’Assise di Torino – Sez. 1ª Speciale
- Presidente: Dott. Livio Enrico
- Giudice: Dott. Salvatore Romano
- Giudici popolari: Alessandro Camuffo Cattani, Vittorio Laborante, Arnolfo Scali, Agostino Morello, Giuseppe Forno

Procura della Repubblica di Torino: PM: Avv. / Dott. dato non disponibile

Imputati:
n. 1 Carlo Prono

Parti lese:
10 (8 uomini, 2 donne); tipologia (status): 1 partigiano, 1 congiunto di partigiano, 8 civili: Gino Benedetti, Goriziano Raga, Remo Gaida, madre di Remo Gaida [non nominata], Martino De Filippi Cardellin, Mario Fano, Mario Baccarlino, Elmo Cura Stura [in atti anche Eleno], Elfrida De Filippi, Marco Pastore.

Principali fatti contestati nel processo:
- Data e luogo del fatto: tra l’aprile e il luglio 1944, provincia di Torino
- Tipologia: rastrellamento; repressione antipartigiana, furto, saccheggio, tortura
- Descrizione sintetica: quale tenente comandante di un reparto dei Moschettieri delle Alpi dell’esercito fascista repubblicano, avere commesso fatti diretti a favorire le operazioni militari del nemico tedesco, organizzando ed eseguendo rastrellamenti di partigiani culminati in cattura, spoliazioni di case, violenze e sevizie anche su innocenti cittadini: in particolare, il 24 aprile 1944 in frazione Calea di Lessolo, catturando quali favoreggiatori dei partigiani vari giovani, tra i quali Gino Benedetti e Goriziano Raga, e mettendo a sacco la casa di Remo Gaida; il 23 luglio 1944 in Rueglio, catturando, per lo stesso motivo, tre persone, tra i quali Martino De Filippi Cardellin (che sottoponeva a sevizie particolarmente efferate, consistenti, tra l’altro, nell’avvolgimento del capo con una corda progressivamente rinserrata, in ustione all’addome e ai piedi, in trafitture alle palme delle mani, in brutali percosse, che provocarono grave malattia ed invalidità permanente), Eleno Cura Stura (liberato il giorno successivo senza conseguenze) e Elfrida De Filippi, (che aveva dato da mangiare a due agenti provocatori travestiti da partigiani, che fu arrestata, interrogata e minacciata, e costretta a firmare una dichiarazione contro De Filippi); irrompendo nell’abitazione dell’Ing. Mario Fano e di Fausta Fano (Grosso 14.04.1944), ebrei, dalla quale asportava argenteria, servizi e capi di vestiario, e di Mario Baccarlino (Novareglia, aprile 1944), dalla quale asportava provviste alimentari.

Denuncia:
- Tipologia: individuale
- Data: 22.07.1945
- Autorità ricevente: Legione territoriale dei Carabinieri reali di Torino, stazione di Vico Canavese
- Nominativo denunciante: Dott. Mario Fano
- Tipologia denunciante: parte lesa
- Sintesi denuncia: il 14.04.1944 il comandante Prono e i suoi uomini si presentarono a casa del denunciante ritirando due bauli chiusi.

- Tipologia: individuale
- Data: 20.08.1945
- Autorità ricevente: Ufficio di polizia giudiziaria, Corte di Assise Straordinaria di Ivrea
- Nominativo denunciante: Goriziano Raga
- Tipologia denunciante: parte lesa
- Sintesi denuncia: il 20.04.1944, Prono e i moschettieri delle Alpi entrarono nell’abitazione del denunciante, che fu prelevato e portato in carcere. Durante lo spostamento, allo stesso e a Gino Benedetti furono tagliati i capelli con un coltello.

- Tipologia: individuale
- Data: 15/04/46
- Autorità ricevente: Procura Generale della Corte di Assise di Ivrea
- Nominativo denunciante: Marco Pastore
- Tipologia denunciante: parte lesa
- Sintesi denuncia: Carlo Prono, già detenuto nelle locali carceri, guidò il Battaglione Moschettieri delle Alpi nel rastrellamento del 17.07.1944, agendo violenza contro gli abitanti.

Arresto:
- Data e luogo: 18.05.1945, Capostrada di Firenze
- Autorità procedente: Carabinieri di Capostrada di Firenze

Imputazioni: collaborazionismo militare art. 51 cpmg

Descrizione: quale tenente comandante di un reparto dei “Moschettieri delle Alpi” dell’Esercito fascista repubblicano, avere commesso fatti diretti a favorire le operazioni militari del nemico tedesco, organizzando ed eseguendo rastrellamenti di partigiani culminati in cattura, spoliazioni di case, violenze e sevizie anche su innocenti cittadini: in particolare, il 24 aprile 1944, in frazione Calea di Lessolo, catturando quali favoreggiatori dei partigiani vari giovani, tra i quali Gino Benedetti e Goriziano Raga, e mettendo a sacco la casa di Remo Gaida; il 23 luglio 1944 in Rueglio, catturando, per lo stesso motivo, tre persone, tra le quali Martino De Filippi Cardellin, che sottoponeva a sevizie particolarmente efferate, consistenti, tra l’altro, nell’avvolgimento del capo con una corda progressivamente rinserrata, in ustione all’addome ed ai piedi, in trafitture alle palme delle mani, in brutali percosse, che provocarono grave malattia ed invalidità permanente; irrompendo nell’abitazione dell’Ing. Mario Fano (Crosso 14.04.1944) dalla quale asportava argenteria, servizi e capi di vestiario, e di Mario Baccarlino (Novareglia, aprile 1944), dalla quale asportava provviste alimentari.

Posizione processuale: detenuto, costituito in giudizio

Difesa: Avv. Francesco Fiore, Avv. Eugenio Pettiti, di fiducia

Esito della sentenza:
- Condanna: reato di collaborazionismo politico (art. 58 cpmg) e non militare, pena detentiva fino a 10 anni; applicazione di condono (anni 5)

- Sanzioni accessorie: interdizione pubblici uffici; confisca dei beni; pagamento spese legali

- Attenuanti: generiche art. 62 bis CP

- Motivazioni della sentenza: la Corte ritiene che sia comprovato il reato di collaborazionismo, ma politico e non militare (art. 58 cpmg). Il fatto avvenuto presso l’abitazione della sig. Fano integra gli estremi del delitto di collaborazionismo politico con il nemico, sia tedesco sia fascista, tra i cui obiettivi compare la persecuzione razziale. Quanto avvenuto a Calea, invece, integra gli estremi di collaborazionismo politico col nemico in quanto oggettivamente contribuiva a distruggere le forze partigiane e a diminuire la resistenza dei cittadini, e soggettivamente rivela l’intenzione dell’imputato di favorire il nemico. Il fatto più grave – rastrellamento di Rueglio – trova conferma nelle prove presentate. La Corte ritiene di non dover mettere in dubbio la testimonianza di De Filippi, pur ritrattata e pur tenendo conto delle condizioni di salute del teste, alcolizzato e in stato di indigenza; anzi ritiene che proprio queste circostanze spieghino il tentativo postumo di salvare l’imputato. Infatti, altri testi hanno confermato che Prono fu il solo ufficiale che comandò l’azione. Anche questa accusa integra gli estremi del delitto di collaborazionismo politico. La Corte ritiene che le sevizie particolarmente efferate impediscano l’applicazione dell’amnistia; trattandosi di un padre di famiglia incensurato, che ha dimostrato qualche sentimento di comprensione e di moderazione, e di ravvedimento, la Corte ritiene di accordargli le circostanze attenuanti generiche.

Impugnazioni/Giudizio di rinvio:
- Ricorso avanti Corte di Cassazione di Roma
Promosso da:
Avv. Guglielmo Gillio
- Sintesi dei motivi di impugnazione: omessa motivazione in ordine alla responsabilità materiale del ricorrente; errore di diritto circa la mancata applicazione dell’amnistia anche sotto il profilo della omessa motivazione.

- Sentenza Corte di Cassazione:
N.: dato non disponibile
Data:16.10.1947
Esito: rigetto
Sintesi della sentenza: rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento di L.4000 a favore della cassa delle ammende.

Esecuzione della pena:
- Carcerazione preventiva: dal 18.05.1945 al 10.12.1946

- Pena: dal 10.12.1946 al 02.03.1948
Durata prevista della detenzione: anni 8
Durata effettiva della detenzione: 1 anno, 2 mesi, 20 giorni

- Provvedimenti di clemenza: condono, DP 22 giugno 1946, n. 4 (10/12/46); condono, DP 9 febbraio 1948 n. 32 (2/03/48); reato estinto per amnistia D 11 luglio 1959 n. 460 (17/5/60)
10/12/1946
Collocazione archivistica del fascicolo processuale: ASTO, Sezioni Riunite, Corte d’Assise di Torino - Sezione Speciale, Fascicoli processuali, mazzo 266. Collocazione archivistica in Istoreto: fondo "Sentenze della magistratura piemontese (1945-1960)".

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Relazioni con altri documenti e biografie




Celli Lidia 12/06/2024
Colombini Chiara 12/06/2024
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Come citare questa fonte. Processo contro Prono Carlo (RG. N. 241/1946)  in Archivio Istoreto, fondo Processi Corti d'Assise Straordinarie del Piemonte e della Valle d'Aosta [IT-C00-FA19547]
Ultimo aggiornamento: sabato 19/12/2020