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Archivi della Resistenza e del '900
Fascicolo: Cherasco Mario
Posizione nella struttura d'archivio
Cherasco Mario
C00/00995/00/00/00029
Cherasco Mario
Corte di Cassazione di Roma
Sezione II penale
Composizione del Collegio:
Presidente: Serena Manghini
Consiglieri: Maiorana, Colucci, Armao, Trasimeni, Cataldi, Vista, PIetri
Sentenza impugnata:
Sezione Speciale della Corte d’Assise di Torino
Sent. N (s/n) del 6 giugno 1946
Emanata nei confronti di: Cherasco Mario
Sentenza Corte di Cassazione:
Sent, n. 793 del 9 giugno 1947
Esito: annullamento senza rinvio
- Dispositivo:
La Corte Suprema di Cassazione, visti gli art. 479 c.p., 539 n. 1 c.p.p., annulla senza rinvio l’impugnata sentenza per non avere il Cherasco Mario commesso il fatto.
- Sintesi della motivazione:
La Corte di Cassazione giudica il ricorso di tale Cherasco Mario, citato in giudizio per rispondere del delitto di cui all’art. 58 c.p.m.g. per aver svolto attività di delazione contro partigiani e assolto per insufficienza di prove dalla Corte d’Assise, sez. sp., di Torino.
Il Collegio accoglie le doglianze del ricorrente, il quale chiedeva l’assoluzione con formula piena. Mancherebbe, infatti, prova della responsabilità penale del Cherasco in ordine ai fatti contestati, sussistendo diverse prove a suo favore e una sola testimonianza a suo carico, la cui validità di prova era stata negata (era stata infatti dichiarata inverosimile): con le parole della Corte, tale elemento «rimane privo di qualsiasi, benché minima, forza probante e non assurge neanche a dignità di indizio per poter giustificare una assoluzione per insufficienza di prove».
Permarrebbe, al più, un «vago sospetto», inidoneo ad incidere sulla prova giudiziale.
Il giudice del merito avrebbe pertanto violato quanto disposto dall’art. 479 c.p.p. che impone la formula di assoluzione piena – perché il fatto non sussiste o perché l’imputato non lo ha commesso – ogni volta che la prova manchi del tutto
- Massima:
È nulla la sentenza che, in totale assenza di prova, assolva con formula dubitativa (per insufficienza di prove) e non con formula piena, perché il fatto non sussiste o l’imputato non l’abbia commesso.
09/06/1947
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Gallo Giacomo 28/06/2024
Di Massa Maria 28/06/2024
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Cherasco Mario
Corte di Cassazione di Roma
Sezione II penale
Composizione del Collegio:
Presidente: Serena Manghini
Consiglieri: Maiorana, Colucci, Armao, Trasimeni, Cataldi, Vista, PIetri
Sentenza impugnata:
Sezione Speciale della Corte d’Assise di Torino
Sent. N (s/n) del 6 giugno 1946
Emanata nei confronti di: Cherasco Mario
Sentenza Corte di Cassazione:
Sent, n. 793 del 9 giugno 1947
Esito: annullamento senza rinvio
- Dispositivo:
La Corte Suprema di Cassazione, visti gli art. 479 c.p., 539 n. 1 c.p.p., annulla senza rinvio l’impugnata sentenza per non avere il Cherasco Mario commesso il fatto.
- Sintesi della motivazione:
La Corte di Cassazione giudica il ricorso di tale Cherasco Mario, citato in giudizio per rispondere del delitto di cui all’art. 58 c.p.m.g. per aver svolto attività di delazione contro partigiani e assolto per insufficienza di prove dalla Corte d’Assise, sez. sp., di Torino.
Il Collegio accoglie le doglianze del ricorrente, il quale chiedeva l’assoluzione con formula piena. Mancherebbe, infatti, prova della responsabilità penale del Cherasco in ordine ai fatti contestati, sussistendo diverse prove a suo favore e una sola testimonianza a suo carico, la cui validità di prova era stata negata (era stata infatti dichiarata inverosimile): con le parole della Corte, tale elemento «rimane privo di qualsiasi, benché minima, forza probante e non assurge neanche a dignità di indizio per poter giustificare una assoluzione per insufficienza di prove».
Permarrebbe, al più, un «vago sospetto», inidoneo ad incidere sulla prova giudiziale.
Il giudice del merito avrebbe pertanto violato quanto disposto dall’art. 479 c.p.p. che impone la formula di assoluzione piena – perché il fatto non sussiste o perché l’imputato non lo ha commesso – ogni volta che la prova manchi del tutto
- Massima:
È nulla la sentenza che, in totale assenza di prova, assolva con formula dubitativa (per insufficienza di prove) e non con formula piena, perché il fatto non sussiste o l’imputato non l’abbia commesso.
09/06/1947
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Relazioni con altri documenti e biografie
Cherasco, Mario ; Manghini, Serena
Corte di Cassazione di Roma Sez. penale II
L'occupante tedesco nelle carte processuali. Giurisprudenza e cultura giuridica a Torino nel lungo dopoguerra giudiziario (1945-2006), 2022
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Come citare questa fonte. Cherasco Mario in Archivio Istoreto, fondo Processi nelle Corti di Cassazione. Sentenze in materia di collaborazionismo [IT-C00-FA19611]
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