La "Ceramiche Besio" risale alla prima metà dell'Ottocento. Eugenio Besio, la madre Anna Massimino e la moglie Margherita Giustetti guidano - agli inizi del Novecento (la documentazione archivistica in nostro possesso parte dal 1914) - gli oltre cento dipendenti, ma - fra il 1919 ed il 1921 - succede alla proprietà la "Società in accomandita C. Lisa & C.". Fra il 1925 ed il 1929 interviene, a sostegno dell'azienda, il banchiere Moise Ettore Levi che, in quell'anno, con la denominazione "Società anonima Successori Vedova Besio & Figlio - Ceramiche - Mondovì", affida la ditta al figlio Marco. La crisi del 1929 spinge la "Ceramiche Besio" ad associarsi all'Ufficio unico consorziale di vendita, ma la documentazione relativa in nostro possesso parte solo dal 1934. Nel 1938 i dipendenti sono 155 (150 operai e 5 impiegati) per una produzione complessiva di 12.500 quintali di cui 14 esportati in Africa Orientale Italiana e 135 in Nord America. L'entrata in vigore delle leggi razziali e la guerra sono per l'azienda un colpo durissimo: prima le restrizioni legate al razzismo ed al conflitto, poi, nel 1944, l'occupazione dei tedeschi e la sospensione dell'attività produttiva, mettono a dura prova la ditta colpita anche da un bombardamento aereo che provoca danni sostanziosi peritati, nell'agosto 1945, ad oltre 1.500.000 lire. Nel dopoguerra, con il ritorno di Marco Levi al timone aziendale, la "Ceramiche Besio" riprende quota: nel 1952 i dipendenti sono 161 (155 operai e 6 impiegati) con una produzione di circa 12.100 quintali di cui 62 esportati in Uruguay. Negli anni settanta, la crisi dei ceramisti locali si fa più profonda poiché‚ non riescono più a sostenere il confronto con le dinamiche ed agguerrite aziende dell'Italia centro meridionale. Nel 1979 sono presi contatti per riavviare la produzione con una società denominata "Nuova Besio" (il documento più recente in nostro possesso rrisale al 1976). Nel 1982 viene abbandonata la vecchia sede nel centro di Mondovì per spostarsi nell'area industriale. La documentazione, donata da Anna Chiorando Vinai nei primi anni Ottanta, antecedentemente allo spostamento della sede, ha una consistenza di oltre 12 metri lineari. Il riordino è avvenuto cercando di rispettare il più possibile la struttura originaria. L'archivio, significativo, ma piuttosto frammentato, è organizzato in sei serie a loro volta suddivise in sedici sottoserie; solo le ultime due serie ("Associazione nazionale alpini" e "Opuscoli e pubblicazioni") non sono articolate. Sicuramente la sottoserie più cospicua è quella relativa alla corrispondenza commerciale in arrivo e in partenza (serie 2 sottoserie 2). Fra la moltitudine di carte e lettere che serve, almeno in parte, a ricostruire il bacino commerciale della ditta, ci sono, per il periodo relativo, le corrispondenze con il Partito e la Federazione fascista. Notevoli i carteggi con l'Unione industriale, la Camera di commercio e l'Associazione nazionale ceramiche e abrasivi. Nel novembre 2024 è stata aggiunta la VII Serie contenente documentazione versata da Cesare Morandini il 22 novembre 2017.
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Ruzzi Marco
11/03/2025
Ruzzi Marco
11/03/2025
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