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Fondo: Procedimenti concernenti crimini nazisti e fascisti della Procura e del Tribunale Militare di Torino (in copia digitale dall’Archivio storico della Camera dei deputati e dall’Archivio della Procura e del Tribunale Militare di Verona) [ D ACNF ]

Posizione nella struttura d'archivio

C00/00001 D ACNF
Procedimenti concernenti crimini nazisti e fascisti della Procura e del Tribunale Militare di Torino (in copia digitale dall’Archivio storico della Camera dei deputati e dall’Archivio della Procura e del Tribunale Militare di Verona)
Procura Generale Militare presso il Tribunale Supremo Militare, Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di Torino, Tribunale Militare di Torino
Il Fondo comprende 362 fascicoli e 94 notizie di reato della Procura Militare di Torino, oltre a 6 fascicoli processuali del Tribunale Militare di Torino riguardanti crimini commessi dai militari tedeschi e dagli appartenenti alle formazioni paramilitari della Repubblica Sociale Italiana (in particolare G.N.R. e Brigate Nere) contro la popolazione civile ed i partigiani dell' Italia del nord-ovest, nel periodo compreso tra il settembre 1943 e l’aprile 1945.
Prima di giungere alla Procura Militare di Torino, gli incartamenti in oggetto hanno fatto parte del più vasto “Archivio dei procedimenti contro i criminali di guerra tedeschi” creato nel 1945, su iniziativa della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ad opera della Procura Generale Militare presso il Tribunale Supremo Militare (con sede in Roma, Palazzo Cesi). Tale Archivio - riguardante crimini nazifascisti avvenuti sull’intero territorio italiano - si componeva, in origine, di 2274 fascicoli ordinati e numerati progressivamente nel “Ruolo Generale dei procedimenti contro i criminali di guerra tedeschi”, nonché di decine di denunce non catalogate e non inserite nel Ruolo Generale, conservate in una serie di fascicoli denominati “carteggio vario”.
La concentrazione dei fascicoli e delle denunce presso la Procura Generale Militare, per quanto non prevista dalla legge (che, al contrario, assegna esclusivamente alle varie Procure Militari territoriali la competenza a ricevere le notizie di reato e ad avviare l’azione penale), era stata decisa al fine di favorire lo svolgimento di un grande processo contro i criminali di guerra tedeschi, sul modello del Processo di Norimberga. Tramontata, a partire dal 1947, la prospettiva della "Norimberga italiana" e venuta quindi meno la ragione dell’eccezionale concentrazione delle denunce a Palazzo Cesi, la Procura Generale Militare avrebbe dovuto smantellare il proprio Archivio ed inviare immediatamente i fascicoli e le denunce del “carteggio vario” alle Procure Militari presenti sul territorio italiano, secondo il principio del c.d. locus commissi delicti. In base a tale principio, pertanto, alla Procura Militare torinese avrebbero dovuto essere trasmessi tutti i fascicoli (362) e le denunce del “carteggio vario” (94) riguardanti i crimini commessi nel suo distretto di competenza, che comprendeva - sino al 2008- il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Liguria (Province di Genova, Imperia e Savona) e la Lombardia (Province di Milano, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Monza - Pavia, Sondrio e Varese).
Così però non è stato. Fatta eccezione per i fascicoli riguardanti reati minori commessi da militari tedeschi non identificabili (e quindi non processabili) inviati dalla Procura Generale Militare alle Procure Militari nel 1965 (143 fascicoli a Torino), gli altri incartamenti - ivi compresi quelli concernenti eccidi e stragi compiute da militari tedeschi ed italiani identificati o identificabili - sono rimasti occultati nei locali della Procura Generale Militare sino al 1994, anno dell’ apparentemente casuale rinvenimento dell’Archivio - dopo decenni di oblio - in un locale di Palazzo Cesi.
A partire dal 1996, la sconcertante storia dei fascicoli sui crimini nazifascisti occultati per quasi cinquant’anni presso la Procura Generale Militare è balzata agli onori delle cronache, e l’ Archivio di Palazzo Cesi è divenuto tristemente noto come l’ "armadio della vergogna". Alcune inchieste giornalistiche, prima ancora di quelle istituzionali, hanno da subito evidenziato le responsabilità dei Procuratori Generali Militari - succedutisi alla guida della Procura Generale Militare dal dopoguerra almeno sino agli anni Settanta - nell'occultamento delle denunce e dei fascicoli, e quindi nella mancata celebrazione dei processi contro i criminali di guerra tedeschi. In particolare, il Procuratore Generale Militare Dott. Enrico Santacroce risulta aver firmato, nel 1961, provvedimenti di “archiviazione provvisoria” dei procedimenti contro i criminali di guerra (di cui vi è ancora copia in gran parte degli incartamenti), provvedimenti del tutto illegittimi e contra legem, che di fatto hanno formalizzato il definitivo insabbiamento dei processi almeno sino al 1994.
La prima inchiesta istituzionale sulla vicenda dell’ “armadio della vergogna” è stata quella del Consiglio della Magistratura Militare (le cui conclusioni sono raccolte nella Relazione in data 23 maggio 1999, successivamente integrata dalla Relazione in data 22 luglio 2005), cui è seguita un’ indagine conoscitiva della Commissione Giustizia della Camera dei deputati (Documento conclusivo approvato in data 6 marzo 2001). Con la legge n.107 del 15 maggio 2003, infine, il Parlamento ha istituito la "Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell'occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti", i cui lavori si sono conclusi nel 2006 con l'approvazione di due distinte relazioni, quella votata dalla maggioranza di centro-destra a firma dell' On. Enzo Raisi, che ha individuato responsabilità sostanzialmente esclusive della magistratura militare nella vicenda dell'occultamento, e quella votata dalla minoranza di centro-sinistra a firma dell' On. Carlo Carli, che al contrario ha ravvisato anche responsabilità di carattere politico.
A seguito del rinvenimento dell’ “armadio della vergogna” e del suo definitivo, (seppur tardivo) smantellamento, materialmente operato da un gruppo di magistrati militari (la c.d. “Commissione mista di Palazzo Cesi”) nominati dalla Procura Generale Militare presso la Corte di Cassazione (organo succeduto, a seguito della riforma della magistratura militare del 1981, alla Procura Generale Militare presso il Tribunale Supremo Militare) e dalla Procura Generale Militare presso la Corte d’Appello (cui appartengono i locali in cui è stato rinvenuto l'archivio), dal 1994 al 1996 le Procure Militari presenti sul territorio italiano si sono viste trasmettere decine di incartamenti sui crimini nazifascisti.
Alla Procura Militare di Torino sono quindi arrivati, nel triennio 1994-1996, 120 fascicoli (due dei quali relativi al medesimo reato, per cui i procedimenti sono 119) e 94 notizie di reato del c.d. “carteggio vario”.
Gli ultimi 98 fascicoli sono giunti a Torino nel 2002.
Il presente Fondo comprende tutti i fascicoli (362) e le notizie di reato (94), relativi a crimini commessi da militari tedeschi e da collaborazionisti italiani nei venti mesi dell'occupazione, inviati dalla Procura Generale Militare alla Procura Militare di Torino nel dopoguerra in tre fasi ben distinte: nel 1965, nel triennio 1994-1996 e nel 2002. Fanno inoltre parte del Fondo gli atti dei 6 processi celebrati tra il 1999 ed il 2006 avanti al Tribunale Militare di Torino: Siegfried Engel (stragi del Turchino e della Benedicta), Theo Saevecke (eccidio di Piazzale Loreto a Milano), Gerhard Dosse (omicidi e violenze nella zona di Albenga), Heinrich Schubert (strage di Chiusa Pesio, Cuneo), Anton Renninger (strage di Cumiana, Torino) e Hans Geiger (strage di Grimaldi di Ventimiglia).
Il Fondo si compone di tre Serie, quella relativa ai "Procedimenti" (i 362 fascicoli della Procura Militare di Torino), quella relativa alle 94 denunce del "Carteggio vario" e l’ultima dedicata ai “Processi del Tribunale Militare di Torino”.
La Serie Procedimenti è divisa in tre Sottoserie con riguardo alla data di invio dei fascicoli alla Procura Militare di Torino, mentre la Serie Carteggio Vario è suddivisa in cinque Sottoserie con riguardo alla tipologia delle vittime (ferrovieri, carabinieri, civili e partigiani della Provincia di Torino, civili e partigiani della Provincia di Cuneo, altri civili).
Vista la natura dei materiali contenuti negli incartamenti (prevalentemente denunce e atti delle indagini svolte dagli Alleati nell’immediato dopoguerra, pochi atti di indagine delle autorità italiane e pochissime sentenze), è necessario precisare che, fatta eccezione per i processi terminati con una sentenza di condanna, per tutti gli altri casi non vi è stato accertamento di responsabilità penale in capo agli indagati/imputati, così come non sono stati oggetto di verifica giudiziaria i fatti denunciati.

In merito alla vicenda del c.d. “armadio della vergogna” la fonte attualmente più completa e attendibile è costituita dagli Atti della “Commissione di inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti” pubblicati integralmente dalla Camera dei deputati in versione cartacea (quattro tomi) ed in cd – rom: XIV Legislatura, Commissione di inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti, Resoconti stenografici delle sedute della Commissione e di audizioni svolte in missione, relazioni, indici ed elenchi, Roma, Camera dei Deputati, 2007.
In merito alle altre indagini istituzionali si vedano: Documento conclusivo approvato dalla Commissione Giustizia della Camera dei deputati nell'ambito della indagine conoscitiva sul rinvenimento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti del 6 marzo 2001, pubblicato su www.camera.it.; Relazione approvata dal Consiglio della Magistratura Militare con delibera in data 23 marzo 1999 e Relazione approvata dal Consiglio della Magistratura Militare con delibera in data 22 luglio 2005, entrambe pubblicata su www.difesa.it (sezione Giustizia Militare, voce Consiglio della Magistratura Militare/delibere).

1945-2006
462 3 462
Versamenti
2006 2023 Non Accessibile Il fondo è aperto alla consultazione solo su appuntamento.
I documenti del Fondo sono stati acquisiti da Istoreto in formato digitale dall' Archivio storico della Camera dei deputati (allegati agli Atti della “Commissione di inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti” ai nn. 6 (da 0 a 71), 21 (da 0 a 5), 22 (da 0 a 202), 23 (da 0 a 141), 31 (da 0 a 15), 50, 57/1; 74/1, 89/0, 112 (da 0 a 141) e, sempre in formato digitale, dall’Archivio della Procura e del Tribunale Militare di Verona (a cui, nel 2008, sono stati accorpati la Procura e del Tribunale Militare di Torino).

Marco De Paolis, Paolo Pezzino, Sant'Anna di Stazzema. Il processo, la storia, i documenti, Roma, Viella, 2016
Crimini e memorie di guerra: violenze contro le popolazioni e politiche del ricordo, Luca Baldissara e Paolo Pezzino (cur.), Napoli, L'ancora del Mediterraneo, 2004
Giudicare e punire: i processi per crimini di guerra tra diritto e politica, Luca Baldissara e Paolo Pezzino (cur.), Napoli, L'ancora del Mediterraneo, 2005
Michele Battini, Peccati di memoria: la mancata Norimberga italiana, Roma/Bari , Laterza, 2003
Alessandro Borri, Visioni contrapposte: l'istituzione e i lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle cause dell'occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti attraverso l'analisi dei suoi resoconti, Pistoia, IsrPt, 2010
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Giustizia straordinaria tra fascismo e democrazia. I processi presso le Corti d’assise e nei tribunali militari, Cecilia Nubola, Paolo Pezzino, Toni Rovatti (cur.), Bologna, il Mulino, 2019
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Pier Paolo Rivello, Quale giustizia per le vittime dei crimini nazisti? L’eccidio della Benedica e la strage del Turchino tra Storia e Diritto, Torino, Giappichelli, 2002
Pier Paolo Rivello, Il processo Engel, Genova, Associazione Memoria della Benedicta, 2005
Pierpaolo Rivello, Le stragi nell’albenganese del 1944 e 1945. La vicenda storica ed il processo, Torino, Sottosopra edizioni, 2011
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Franco Giustolisi, Alessandro De Feo, Una, cento, mille Ardeatine in ""l'Espresso"", 22 agosto 1996
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Rassegna Giustizia Militare, Processi per crimini di guerra in "Ministero della Difesa", "https://www.difesa.it/Giustizia_Militare/rassegna/Processi/Pagine/default.aspx", [Testi integrali delle sentenze emesse nel dopoguerra contro i criminali di guerra tedeschi]
Giustizia Militare in "Ministero della Difesa", "https://www.difesa.it/Giustizia_Militare/Pagine/default.aspx", [Informazioni sull'organizzazione e la storia della Magistratura militare]
Commissione di inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti

Relazioni con altri documenti e biografie


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Ultimo aggiornamento: sabato 26/12/2020