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SONORO: Suor Margherita

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Suor Margherita
Intervista a Suor Margherita del 30/03/1990, presso Borgaro Torinese (TO).
L'intervistata inizia raccontando di quello che le sembrava un miracolo: al Patrocinio cadde una bomba, ma questa non fece nessun ferito. Ella lavorava nel laboratorio di sartoria dove faceva lavorare qualche sua paziente. Racconta come era organizzata la struttura.
La suora ci lavorò fino al 1973. Prima di andare al Patrocinio andò per 6 anni a Cuneo in un istituto per giovani e un anno ad Alessandria per fare da sarta in un ricovero per gente anziana. Spiega le differenze della sua esperienza in tutte e tre le istituzioni. Racconta la sua routine durante la guerra al Patrocinio.
Ricorda la delusione che provò durante l'8 settembre, quando un fascista urlò alle suore che la guerra non era veramente finita. Nel 1943 vi fu una sparatoria con cannoni tedeschi puntati davanti all'ospedale e racconta come il dottor Scotta si mise in ginocchio davanti ad essi per non far aprire il fuoco. Ebbero anche un'ebrea rifugiata, che però fu chiamata e dispersa.
I suoi genitori furono contenti della sua scelta religiosa. Spiega i passaggi del suo percorso religioso.
Per fortuna non ebbe perdite tra i suoi familiari durante la guerra. Ebbe un fratello che fece sette anni di guerra e riuscì dopo l'8 settembre a rimanere a casa dei suoi genitori.
L'intervistata, inoltre, racconta di quando fece un corso per diventare infermiera all'interno dell'ospedale e di come prese il patentino.
30/03/1990;
La registrazione si sviluppa in due audio-cassette, contrassegnata Db12 e Db12b.
Trascrizione fino a 00.02.16 (legenda: A.M: Anna Maria Bruzzone, M: Suor Margherita).
A.M: E quindi era una guerra molto lontana, non si sentiva molto?
M: Ah no, io, oh per carità. C'è caduta una bomba nel cortile, dove c'era le malate… proprio l'infermeria, là. Quelle erano quasi sempre a letto. Son cadute tutti i vetri della sezione, è caduta una pianta…
A.M: E questo in che anno?
M: È del '43, ma.. '41.. '43, giusto nel '43 mi sembra. Non ricordo con precisione, ma doveva essere nel trentadue… Quarantadue, o quarantatre. Eh… sarà nel '43. Eh… dunque, son cadute tutti i vetri, non una malata che sia stata ferita.
A.M: Ah nessuna?
M: E le infermiere gridavano tutte "miracolo della Consolata!" mi fa piangere proprio, tanto che è stata proprio una cosa commovente.
A.M: Eh già.
M: Vedere tutte quelle malate là, tutte nelle coperte che non si muovevano, perché sentivano i bombardamenti, eh. Allora… Quello lì è proprio un miracolo, si può dire, perché non una malata che è stata con una scalpitura, niente, cadere tutti i pezzi così, specialmente il primo gruppo, poi…
A.M: Sì, sì, sì, sì, sì, come crede lei.
M: Dunque, questo qui e le malate erano divise, le più tranquille erano nella sezione, c'erano due sezioni proprio, le tranquille, tranquille per modo di dire, poi avevano quei, quei periodi che erano un po' esaltate, ne? Quelle erano le più tranquille quelle e lavoravano, facevano le calze, aggiustavano la loro roba, aiutavano e tutto, perché il professore diceva sempre "chi, chi non lavora è malato" e lì [] dalla testa che era sempre piena di, di, di… Certe volte stupidate, certe volte [] e… sai come si fa quando non si ha la testa a posto. E poi dopo c'era un'altra… due altre sezioni con semi-malati là e poi c'era un'altra gli agitati, pian terreno, sì tutte le agitate che poi erano tutte le agitate gridavano sovente.

A.M. Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne 1940-45, Roma, Bari, Laterza, 1995, [pp. 189, 196, 200 e 201]
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Archivio Istoreto

intervista


A.M. Bruzzone
Borgaro Torinese (TO) 60 m
Italiano
audiocassetta 2 Buono
2

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Ferretti Chiara 04/07/2022
27/07/2022
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Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019