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CARTACEO: "Alloggi... liberi", «Il subalpino», 19 febbraio 1947

Posizione nella struttura d'archivio

C00/00352/03/00/00003/000/0002
"Alloggi... liberi", «Il subalpino», 19 febbraio 1947
Riproduzione digitalizzata dell'articolo "Alloggi... liberi" di Giovanni De Matteis, pubblicato in «Il subalpino. Organo della sezione cuneese del Partito liberale italiano» per la rubrica Cronache cuneesi il 19 febbraio 1947.
Col ritorno in patria dei profughi della Valle Roja e col giungere, sia pure limitato a modeste proporzioni, di giuliani, il problema degli alloggi è entrato in una fase critica, in un vicolo cieco. Di annunci pubblicitari facendo appello a eventuali segnalazioni di alloggi liberi, dando in premio cifre iperboliche di biglietti bancari, sono zeppe le colonne dei giornali; ma, parallelamente a questa strada di ricchezza corre il cammino dell'indigenza; di quelli, cioè, che nulla hanno e che di tutto abbisognano; e i profughi e i senza tetto ne sono il nerbo. Il Comune molto opportunamente, dando seguito alle tradizioni di ospitalità, che della città di Cuneo sono proprie, ha messo a loro disposizione i locali della Caserma "Leutrum". Già dissentendo con l'opera finora svolta dalle menti direttive preposte in tal senso che delle tradizioni non hanno tenuto conto che in parte, sorge, nitido e spontaneo, il pensiero: sono abitabili, con un minimo di agevolezza e sanità, detti alloggiamenti?
Se diamo uno sguardo agli stanzoni enormi, alle finestre scricchiolanti sotto la spinta del maltempo, ai pianti dei bimbi che hanno freddo, ai mormorii degli esseri che vi abitano, parrebbe di no. Già influisce ad accrescere il disagio, la zona malsana su cui la caserma poggia le fondamenta; si aggiunge poi una cattiva disinfezione per l'estirpamento di certi animaletti, innominabili e la troppa accoglienza data, senza una opportuna visita medica. Abbiamo notato "de visu" lo stato malconcio dei su accennati locali; l'indifferenza generale cui soggiacciono e le sofferenze dignitose senza manifestazioni di sorta ci hanno commosso e ci sono di sprone. Vi è chi in città va blaterando, volutamente o in cattiva fede, che alloggi liberi non ve ne sono, eppure la verità è ben lontana dal contenuto di questa asserzione. Ci seguano le autorità; ci seguano i lettori nel breve giro di orizzonte fra i quartieri della città, alla ricerca non di alloggi ma... di interi palazzi liberi e abitabili. Per questa volta ci consta fare due segnalazioni: la prima riveste la ex casa littoria che, con le sue finestre aperte, le sue stanze vuote, è di una eloquenza significativa. Al piano terreno vi è installato un ufficio di secondaria importanza, una diramazione della burocrazia giudiziaria e che la Questura potrebbe riassorbire. La seconda invece avvicina la costruzione poderosa e recente adiacente al ricovero del Cottolengo. Detto edificio, teniamo a precisare, è stato durante la guerra adibito a caserme e durante il periodo repubblichino ha continuato nelle sue funzioni e che l'entità numerica dei ricoverati non è tale, per il presente, da coprire stabilmente l'uso dei locali. Due case, molti alloggi; numerose famiglie sottratte all'incalzare delle malattie, un sollievo nel problema e una benedizione dei beneficiati: il tutto con un minimo di buona volontà.
19/02/1947;


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Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019