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Fondo: Calace Vincenzo [ ]

Posizione nella struttura d'archivio

A00/01005
Calace Vincenzo
Calace Vincenzo
Vincenzo Calace (Trani, 24 novembre 1895 – Molfetta, 11 novembre 1965). Dopo l'infanzia vissuta a Bisceglie, partecipa alla prima guerra mondiale quale ufficiale di artiglieria. Compie studi universitari a Napoli, dove si avvicina al Partito repubblicano e si laurea in Ingegneria (1921). Tornato a Bisceglie quale docente di matematica presso il locale liceo, si oppone alle violenze fasciste e diviene esponente locale del Pri: è tra i fondatori della locale sezione del partito (distrutta in un attentato incendiario). Trasferito a Milano nel 1924 per motivi professionali, si avvicina al movimento di Giustizia e libertà. Nel 1930 è arrestato assieme a esponenti di spicco di Gl quali Riccardo Bauer, Lidia Bevilacqua, Ettore Busan, Raffaele Cantoni, Umberto Ceva (suicida in carcere il 25 dicembre 1930), Ugo Cristofoletti, Alberto Damiani, Mario Damiani, Carlo Del Re (spia dell'Ovra), Dino Gentili, Ferruccio Parri, Bernardino Roberto, Ernesto Rossi, Giordano Viezzoli, Giuliano Viezzoli, Romano Viezzoli e Pietro Zari. Calace è condannato a 10 anni per organizzazione e propaganda sovversiva dalla Commissione istruttoria del Tribunale speciale (sentenza istruttoria n. 33 del 1931; Reg, gen. n. 339/1930, sentenza n. 34). Calace è detenuto presso le carceri giudiziarie di Roma dal 30 ottobre 1930 fino al 29 ottobre 1935. Beneficia dell'amnistia del 1934 (R.D. 25/9/1934 n. 1511) ma non ottiene la libertà, in quanto è assegnato a 5 anni di confino a Ventotene dalla Commissione provinciale di Roma (ordinanza del 3 dicembre 1935). A fine periodo viene assegnato ad ulteriori 5 anni di confino dalla Commissione provinciale di Littoria (ordinanza del 15 novembre 1940). Calace sconta complessivamente 13 anni di prigionia: liberato il 30 luglio 1943 (all'indomani del 25 luglio), in agosto subisce un ulteriore arresto dopo il rientro a Bari. In Puglia diviene un esponente di spicco del Partito d'Azione: in particolare è rappresentante del PdA presso la Giunta esecutiva permanente dell'Italia liberata, costituita nel gennaio 1944 dopo il Congresso di Bari. A seguito dello scioglimento del PdA, milita nel Psi sostenendo posizioni autonomiste. Espulso nel 1950, partecipa al movimento di Unità popolare; in seguito si batte per la riunificazione tra Psi e Psdi. Dal 1949 al 1963 è funzionario della Cassa per il Mezzogiorno. Debilitato e in precarie condizioni di salute, muore a Molfetta nel 1965.

Il fondo è costituito da una raccolta di documenti appartenuti a Vincenzo Calace (Trani, 1895 - Molfetta, 1965): ingegnere, antifascista perseguitato (in seguito alla sua partecipazione al movimento Giustizia e libertà fu condannato dapprima al carcere e poi al confino dal 1931 al 1943), successivamente dirigente del PdA e rappresentante dello stesso partito nella Giunta esecutiva permanente dell'Italia liberata, costituitasi nel gennaio 1944 dopo il Congresso di Bari.

Il fondo, originariamente ordinato e descritto da Gaetano Grassi e contenuto in una busta, è stato integrato da carte raccolte e versate da Bianca Ceva e riordinato nel corso dell'anno 2002 da Carlo Milani.

Attualmente il fondo, costituito da dodici fascicoli, è articolato in tre serie: "Giunta esecutiva permanente dell'Italia liberata", "Corrispondenza" e "Documenti vari".

L'ordinamento attuale dà ragione delle segnature pregresse.

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Versamenti
2002 Accessibile
Nel 2022 i documenti sono stati interamente digitalizzati e resi accessibili in ambiente Archos. Prima della digitalizzazione i singoli documenti sono stati numerati (numerazione romana in alto a sinistra) ed i supporti sono stati cartolati (numerazione araba in basso a destra). Contestualmente le preesistenti schede fascicolo sono state implementate con elenchi analitici dei documenti, riportanti il numero romano del documento e ulteriori dati intrinseci del documento (es. data di redazione, antroponimo dell'estensore/mittente e del destinatario - ove possibile con indicazione della carica ricoperta, oggetto). Il numero romano del documento funge da elemento di riferimento univoco, tanto per la consultazione della descrizione del fascicolo quanto per quella del relativo file pdf (allegato alla scheda fascicolo di riferimento).



Bertani Annalisa 17/05/2022
09/11/2022
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Come citare questa fonte. Calace Vincenzo  in Archivio Insmli, fondo Calace Vincenzo [IT-A00-FO954]
Ultimo aggiornamento: sabato 26/12/2020