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Fondo: Montagnana Rita [ A RM ]

C00/00996 A RM
Montagnana Rita

Il fondo Carte di Rita Montagnana, conservato presso l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” (Istoreto) di Torino, raccoglie la documentazione conservata da Rita Montagnana nella sua abitazione torinese fino alla morte, avvenuta il 18 luglio 1979. Il fondo però, prima di giungere alla sua ultima destinazione, fu interessato da alcuni passaggi di mano che senza dubbio ne modificarono l’aspetto e le intenzioni. Così come ci appare ora, il complesso della carte non è più solo frutto del lavoro di raccolta e conservazione di Rita Montagnana, ma il riflesso degli interventi subiti in questi passaggi, ognuno dei quali contribuì, in modo più o meno rilevante, a trasformarlo in qualcosa di diverso. Non è corretto quindi individuare in Rita Montagnana l’unico soggetto produttore perché, se da un lato è certo che la maggior parte delle carte siano a lei riconducibili, sia perché le appartenevano, ma anche perché erano state da lei raccolte e conservate nel corso degli anni, è altrettanto evidente come e in quale misura sia stato integrato e modificato da quanti lo ebbero in custodia dopo di lei.
Le persone coinvolte in questo processo di formazione e trasformazione, oltre a Rita Montagnana, sono Ugo Berga e Bruno Carli.
Ugo Berga (1922-2018), nipote di Rita (figlio della sorella Lidia), comunista, antifascista e partigiano in Val di Susa, dopo la morte della zia entrò in possesso di una parte delle carte custodite nell’abitazione torinese, quelle che oggi costituiscono il nucleo originario del fondo. Al suo intervento si presume si possa ricondurre l’inserimento di quei documenti appartenenti ai componenti della famiglia Berga, di ritagli di articoli di giornali del 1979 e, molto probabilmente, dei telegrammi inviati al figlio Aldo per il decesso della madre.
Le carte recuperate da Berga furono poi consegnate a Bruno Carli (1927-2002). Ricevute le carte, Carli intraprese un lavoro di schedatura e riordino, redasse un indice, rimasto incompleto, e le organizzò in 11 raccoglitori, contrassegnati da una targhetta recante il nome di Rita Montagnana, tre grandi, cinque piccoli e tre marroni, denominati rispettivamente: “Montagnana N. 1”, “Montagnana N. 2” e “Montagnana Opuscoli”.
È possibile attribuire a lui questo condizionamento per uniformità di trattamento con il resto della sua documentazione. L’indice del fondo, da lui chiamato “Fondo Rita Montagnana”, si trova in un raccoglitore insieme ad altri indici, compilati a corredo dell’intero corpus delle carte che costituiscono il suo archivio.
L’indice Carli si presenta incompleto, descrive solo i tre raccoglitori marroni e parte di uno dei grandi, da lui denominato “Dossier n. 1”. L’intenzione di Carli era certamente quella di completare il lavoro, tra le carte del Dossier n. 1 si trova un appunto su cui si legge: “Dall’Unità sino al raccoglitore in cartella è tutto da registrare”. Le descrizioni dei documenti sono stringate, ma personali, corredate da commenti che ne definiscono la rilevanza.
Anche Bruno Carli quindi, come Ugo Berga, introdusse nuovi documenti, si tratta per lo più di opuscoli, volantini, documenti in fotocopia, soprattutto lettere. Molto spesso queste integrazioni sono denunciate mediante l’apposizione del timbro “Archivio privato Carli”. Sono presenti anche documenti postumi, pagine e ritagli di giornali con articoli sulla morte di Luigi Longo nel 1980 e sulla morte di Enrico Berlinguer nel 1984. Il documento più recente è un trafiletto sulla Festa della donna del 1994, introdotto presumibilmente da Carli che già nel dicembre del 1993 stava lavorando all’indice, come testimonia una data, “6/12/1993”, a margine della descrizione di un documento.
Carli quindi analizzò l’intero corpus, ne ipotizzò una sistemazione di massima, organizzò le carte nei raccoglitori e ne intraprese la schedatura. Nonostante il suo intervento piuttosto significativo, la sensazione è che avesse comunque in mente di rispettare un ordine preesistente, seppur integrando il fondo con materiali reperiti altrove o a sua disposizione.
Le carte non seguono mai un ordine cronologico, danno la sensazione di essere state estratte una ad una da un cassetto o da una scatola. I fascicoli con le pagine numerate sono spesso in disordine, come se chi li stava leggendo si fosse momentaneamente interrotto per poi tornarci. A un intervento più evidente soprattutto nei tre raccoglitori marroni, corrisponde quindi, nel resto del fondo, l’eco di una struttura preesistente riconducibile a Rita Montagnana.
1981-1984
9 11 126
Versamenti
2006 2023 Accessibile Giunto insieme all'archivio di Bruno Carti.


Daniela Bruni, Il Fondo Carte di Rita Montagnana presso l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea Giorgio Agosti, Leonardo Mineo, Torino, Università degli studi di Torino, a.a. 2023

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Come citare questa fonte. Montagnana Rita  in Archivio Istoreto, fondo Montagnana Rita [IT-C00-FO996]
Ultimo aggiornamento: sabato 26/12/2020