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Intervista a Marisa Sacco
Si tratta dell'intervista registrata a Torino il 01/10/2008. Il testimone racconta la sua storia con particolare attenzione alla partecipazione dei suoi fratelli alla guerra di liberazione in Val Chisone.
Inizia a frequentare la Val Chisone a seguito dei fratelli Giorgio e Rodolfo. Si unisce alla banda con varie mansioni: portava da mangiare, andava a controllare i feriti e a Torino smontava e nascondeva le armi che poi la staffetta Cita Brignone portava in banda. Per le donne era abbastanza facile girare nonostante i posti di blocco. Per raggiungere la Val Chisone prendeva una o due corriere perché era vietato andare in bicicletta in Torino. Arrivava in corriera a Pinerolo, vicino a un campo di esercitazione del reggimento di cavalleria e poi proseguiva a piedi. Tra i compagni di banda cita il cugino Giuseppe Reviglio, Ettore Sisto, i comandanti Fofo (Adolfo) Serafino e Marcellin Maggiorino, le staffette Cita Brignone e Livia Savorgnan d’Osoppo.
Si sofferma sulla figura del dottor Sala, Paolo Diena, studente di medicina al quarto anno, che si occupava dei feriti e che, dopo alcuni agguati, fu ucciso dai fascisti. Racconta di Romolo, probabilmente Romolo Carrera, ferito e nascosto in una grotta e successivamente ucciso nell’agguato di Cantalupa insieme ad Adolfo Serafino. I fratelli di Marisa, Rodolfo e Giorgio, furono arrestati più volte ma riuscirono sempre a evadere. Giorgio era stato condannato a morte, ma con l’aiuto del fratello Rodolfo e di Pratus van Maren, ufficiale austriaco, arruolato con i tedeschi ma sostenitore dei partigiani, riuscì a scappare. Marisa racconta anche delle circostanze in cui la sorella Anna Maria Sacco venne arrestata dai fascisti e dello scambio, in seguito, con un prigioniero della Banda.
Finita la guerra, come accadde anche per molte altre formazioni, organizzarono una festa della Val Chisone nella casa della famiglia di Marisa in via Plana, in Torino.
Il racconto non segue un ordine cronologico preciso, ci sono digressioni, riflessioni personali o il tornare su alcuni argomenti già affrontati.
01/10/2008;
Trascrizione (1 min. ca.)
Barbara Berruti (B.B): Perché hai cominciato a frequentare la Val Chisone?
Marisa Sacco (M.S.): Per via dei miei fratelli.
B.B.: Che erano andati lì quando? Non te lo ricordi?
S.M: Non mi ricordo assolutamente. Prima però della chiamata alle Armi e anzi, non so bene perché sono andati lì perché mio fratello Rodolfo aveva deciso che sarebbe andato in banda con Cosa nel cuneese perché, quando stavamo a Fossano, i nostri ciclisti erano i fratelli di Cosa, noi allora giravamo in bici ,come dei matti, tutti i momenti eravamo lì, c'era il chiodo nella gomma, non so, i freni, tutto quello, aveva pensato di andare con Cosa, poi non riesco a ricordare perché è andato in Val Chisone. Sono andati in Val Chisone, eran due, più un mio cugino, con loro c'era anche un mio cugino che si chiamava Giuseppe Reviglio. E con loro c'era anche Ettore Sisto. Però, appunto, non ricordo perché hanno scelto quella formazione lì, lui lo saprà ve lo dirà.
• La trascrizione dell'intervista si trova nella tesi di Emanuela Beretta, "Interviste a donne partigiane", rel. Mariarosa Masoero, Torino, Università degli studi, 2009-2010 (dissertazione finale del corso di laurea in Scienze del turismo)
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Sacco Marisa;
Torino
Barbara Berruti, Luciano Boccalatte, Andrea D'Arrigo
Fabiana Antonioli, Barbara Berruti, Andrea D'Arrigo
Fabiana Antonioli
Provincia di Torino - Consiglio provinciale; Comune di Perosa Argentina
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2009
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Buono