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SONORO: Luigina Dezzani

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Luigina Dezzani
Intervista a Luigina Dezzani del 09/05/1990.
L'intervistata racconta di aver "comprato" un posto in un rifugio a Collegno. Lei lavorò come medico all'ospedale di Grugliasco. Questo venne sfollato dopo il bombardamento del 22 novembre del 1942. Il suo reparto finì a Collegno. Durante un allarme la colpì vedere una signora che teneva stretto un quadro e le spiegò che nel quadro c'erano i suoi familiari, tutti morti durante un bombardamento a Rivoli. Spiega brevemente com'era disposto l'ospedale.
Il direttore dell'ospedale durante la guerra fu Mossa, succeduto ad Agosti che divenne direttore generale. Durante il suo primo bombardamento era a cena con suo marito e due ufficiali e dovettero andare al rifugio della Lancia. Quella notte morirono due persone. Continua elencando i rifugi che era solita utilizzare: uno in corso Peschiera, quello dell'Aeronautica quando aspettava il pullman e quello "comprato". Spiega le differenze che notò tra le bombe dei primi anni e quelle degli ultimi anni. Sua figlia durante la guerra stava da sua suocera, perché era appena nata.
Racconta della fucilazione di suo fratello partigiano e ricorda l'uccisione di 66 partigiani a Grugliasco. Parla anche di un suo arresto ad Asti per errore.
Successivamente parla della sua laurea, raccontando di essersi laureata con Rita Levi Montalcini il 17 luglio del 1936. Con lei vi erano pochissime altre studentesse di medicina. Ricorda di aver avuto paura nel 1939 per una ipotetica dichiarazione di guerra dalla Francia. Si era appena sposata e raccolse le sue cose e le portò a casa di sua suocera. Suo marito fece parte dell'artiglieria.
Infine racconta della sua carriera durante la guerra. Si specializzò in Psicologia e venne assunta a Grugliasco tramite un concorso che vinse nonostante ci fosse una trentina di uomini iscritti. Erano due donne, per colpa della legge fascista. Con lei c'era Luisa Levi, che dovette sostituire quando venne deposta perché ebrea. Fece parte dell'associazione delle dottoresse.
L'intervistata racconta del suo matrimonio veloce.
Racconta di come passarono la guerra le sue amiche, le ricoverate, gli operai. Ricorda le teste rasate di alcune delle sue infermiere dopo la Liberazione. Dice di avere ricordi drammatici solo della Prima Guerra Mondiale, vedendo tutti i suoi parenti partire per la guerra.
Durante l'inizio della guerra era molto spaventata per la sua sopravvivenza essendo stata da sola, soprattutto dopo il mese di agosto, quando le truppe tedesche occuparono la città.
09/05/1990;
La registrazione si sviluppa in tre audio-cassette, segnate Db13, Db13b e Db14.
Trascrizione fino a 00.02.15 (legenda: A.M: Anna Maria Bruzzone, D: Luigina Dezzani).
A.M: Questa cosa, del di lei che va in bicicletta con la fisarmonica e con le le tazze, è veramente una cosa che se lei mi ripete mi piace proprio molto. Anche a me piace la fis…
D: Poi ho comprato un rifugio a…
A.M: Come ha comprato un rifugio?
D: Oh già, 1800 lire.
A.M: Ma dove ha comprato il rifugio?
D: A… a Santa Maria.
A.M: Dove?
D: Dove dormivo di notte in un albergo.
A.M: Dov'è Santa Maria?
D: È la stazione di Collegno.
A.M: Ah, capito.
D: Cioè, allora c'era il tritatutto.
A.M: Sì, sì.
D: Quel famoso treno.
A.M: Sì, sì, certo.
D: Ho preso un bombardamento di giorno, un mitragliamento con mia figlia e allora avevo affittato…
A.M: E sua figlia, era piccolissima sua figlia.
D: Dunque… È del '40, settembre. Dunque, quando han cominciato a bombardare, allora io ho affittato una camera in un albergo.. Ah, adesso non mi ricordo il nome, proprio di fronte.
A.M: All'ospedale?
D: A.. No, no, no, di fronte a questo rifugio. Io di notte, invece di dormire a casa mia, io dormivo in questo albergo. E poi dopo, a… quando suonava l'allarme, io andavo a… in questo rifugio che avevo comprato a 1800 lire.
A.M: Ma com'era, una cantina?
D: Era un signore, aveva un giardino, aveva scavato un rifugio sotto il giardino e aveva venduto i posti. E c'ero io e tanta altra gente, saremo stati una quindicina.
A.M: Ah, 1800 era il posto.
D: Era il posto.
A.M: Per sé e per sua figlia.
D: No, no, no, no, per me solo, perché mia figlia, perché per il momento era… era nel '42 era a Limone. Io andavo in quel rifugio, mi alzavo velocissima, dormivo nell'albergo e andavo nel mio rifugio.
A.M: Era un rifugio soltanto, non contro le bombe.
D: Probabilmente sì, insomma aveva scavato nel giardino, ma era profondo, poi l'aveva tutto…
A.M: Rinforzato.
D: Rinforzato con dei mattoni e delle cose così. E ricordo che la prima, io mi siedo e c'era una signora tutta vestita di nero con un quadro in mano e vedo sei facce su quel quadro e io dico "Cos'è?" "Son morti tutti nel bombardamento di Rivoli".

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intervista


A.M. Bruzzone
Torino 92 m
Italiano
audiocassetta 3 Buono
2

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Ferretti Chiara 05/07/2022
27/07/2022
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Ultimo aggiornamento: mercoledì 30/1/2019